Buongiorno
lettori e lettrici. Oggi torna un genere tanto amato dai giovani ma che
riscuote un grande successo anche tra gli adulti, nel bene e nel male. Stiamo
parlando degli Young Adult. Ma questa volta niente libri scritti in modo
grammaticalmente criminale e basta con le solite trame del bello e dannato che
si innamora della sfigata. Oggi
trattiamo uno Young adult di tutto rispetto, quello che è davvero rivolto alle generazioni
future con un intento diverso da quello di fare soldi.
Qui possiamo infatti
trovare si le problematiche amorose di un adolescente, ma anche temi culturali
di un certo spessore che è giusto che i ragazzi conoscano, affrontino, e
trattino.
Prima di
iniziare, perché stavo già partendo in quarta, me lo sentivo, sveliamo il
titolo di questa opera: “The hate you give. Il coraggio della verità”, di Angie
Thomas. È stato per molto tempo pubblicizzato, e si è parlato anche di un film
in arrivo, ma su questo non posso darvi
notizie. Semplicemente perché non ne ho.
La trama
narra la storia di Star, una ragazza di colore che vive nel “ghetto” ma che va
a scuola in un quartiere di bianchi, perché i suoi genitori vogliono proteggere
lei e i suoi fratelli. La ragazza si trova quindi divisa tra casa e scuola,
come se fosse contemporaneamente due persone diverse. Il suo amico d’infanzia
viene ucciso davanti ai suoi occhi da un poliziotto, senza apparente valido
motivo, e nascerà in lei ed in tutto il quartiere, il desiderio di giustizia.
Partiamo dai
personaggi e poi passiamo invece alle tematiche trattate.
La
protagonista è interessante, perché è sì una ragazza molto giovane, ma ragiona,
pensa, prova emozioni ma impara anche a gestirle. È assolutamente realistica,
un personaggio in cui (quasi) tutte possiamo immedesimarsi. Spiegherò questo
“quasi” più tardi, quando affronteremo le tematiche del romanzo. Quindi lei mi
è piaciuta tanto. Altrettanto mi è piaciuto il suo fidanzato, Chris (bianco),
ed insieme li ho trovati una coppia adorabile.
Come si dice in gergo giovanile, ma visto che sono vecchia magari è già
passato di moda, li ho shippati parecchio.
Poi vabbè
diciamo che mi sono piaciuti un po ’ tutti in realtà, ma un ruolo di rilevanza lo merita la mamma
perché per me è super, da tutti i punti di vista. Il modo in cui parla ai suoi
figli, li fa ragionare, li sostiene senza intervenire o prendere decisioni al
posto loro.
Per quanto
riguarda la scrittura l’ho trovata semplice, ma efficace e diretta, perfetta
per il tema trattato che sembra sottolineare un atteggiamento del tipo “basta
girarci attorno e fare dei bei discorsi senza mai muovere un dito. Diciamo le
cose così come stanno.” E l’ho apprezzato: quando il tema trattato e la
modalità di comunicarlo si rafforzano vicendevolmente il messaggio che si vuole
trasmettere diventa talmente forte da passare potenzialmente ogni barriera. È
uno stile funzionale, perché romanzarci sopra significherebbe distogliere
ancora una volta l’attenzione dal problema.
Il tema
principale è il trattamento che la polizia nello specifico, ma i bianchi in
generale, riservano alla popolazione nera. Si parla in questo caso di Stati
Uniti, dove il problema è particolarmente sentito, ma in realtà lo si può
ritrovare ovunque.
Onestamente
non sapevo che la problematica fosse così grande, ho sentito sì dei casi di
cronaca americana in cui si è discusso dell’eccesso di violenza da parte delle
forze dell’ordine, ma sembravano episodi isolati. Questo perché evidentemente
non se ne parla abbastanza. E anche per questo noi tutte possiamo “quasi”
immedesimarci in Star: non abbiamo il suo vissuto culturale, ma possiamo
immaginarmela, perché per quanto diverso
possa essere sappiamo quanto la cultura ci formi e ci influenzi.
Posso dire
di riuscire a mettermi nei panni di entrambe le fazioni, ovvero i bianchi e i
poliziotti da un lato e la protagonista e la comunità afroamericana dall’altro.
Mettersi nei panni però non significa giustificare le azioni degli uni o degli
altri, significa ad esempio che la loro reazione è comprensibile, la paura del
poliziotto in un quartiere come il bronx è comprensibile ma non per questo è
giustificabile l’utilizzo delle armi senza motivo. È comprensibile che la
comunità voglia fare rumore perché venga fatta giustizia e voglia manifestare
contro la polizia, non per questo è però giustificabile la devastazione dei
negozi del quartiere.
Io credo che
Star e Chris, oltre ad essere una bella
coppia, siano l’emblema di due fazioni che cercano di capirsi, di andare oltre
i pregiudizi e conoscersi per quello che sono realmente. L’apertura nei
confronti di ciò che è diverso da noi, e che magari ci fa paura, ma che
vogliamo capire.
Loro
rappresentano bene questa apertura, ma in realtà tutto il libro è un inno
sull’importanza del dialogo, sull’importanza di lasciare da parte i pregiudizi
e gli stereotipi che la nostra cultura ci ha inculcato e riconoscere invece i
punti in comune. I bianchi credono a quello che dicono i bianchi, quindi se un
bianco dice che il nero aveva la pistola, quello aveva la pistola. Perché? Perché
è rassicurante. Perché sapere che gli stereotipi che abbiamo dentro di noi sono
fondati sulla realtà ci convince di non essere nel torto. Perché se scopro
che quello in cui ho creduto finora si
basa su un castello di carta, cos’altro potrà crollare da un momento all’altro?
Certamente i
nostri pregiudizi non si fondano sulla realtà,
ma su delle credenze, su dei ricordi modulati e modificati dal tempo
senza che ce ne accorgessimo. Quindi non sono reali. Sono frutto di meccanismi
mentali quali la generalizzazione, ad esempio, il signor x appartiene al gruppo
A, quindi tutti quelli del gruppo A hanno le stesse caratteristiche di x.
Oppure il gruppo B si comporta in modo violento, quindi tutti i suoi
appartenenti sono violenti. Questi fanno parte di una serie di meccanismi che
tutti dovremmo conoscere, perché conoscerli ci porterebbe a riconoscerli negli
altri e a riconoscere quando li usiamo. Serve quindi ad aumentare la
consapevolezza impedendo l’automatismo di alcuni comportamenti.
Consiglierei
questo libro? Penso che la risposta sia già sufficientemente chiara, ma sì, lo
consiglio a tutti, anche agli adulti ma
soprattutto ai ragazzi.
-Pearl
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