Il libro di cui
vi vado a parlare oggi è uno di quei libri con cui tutti noi ci siamo trovati a
fare i conti in un certo momento della nostra vita. Io ne ho avuti diversi, ma
era un po’ che questo genere di episodi non mi capitava e dunque è stato particolarmente
deludente. Sto parlando di quei libri promettenti, che per un motivo o un altro
vi coinvolgono prima ancora di cominciare a leggerli, partendo proprio
dall’immagine di copertina ma che si rivelano essere molto al di sotto delle aspettative.
dall’immagine di copertina ma che si rivelano essere molto al di sotto delle aspettative.
Oggi vi parlo di
“Orso”, un romanzo che attendevo di leggere da mesi e che narra la storia di un
uomo di 35 anni, appena uscito da un divorzio, che condivide la sua vita da neo
single con quattro gatti. Scritto da Tom Cox, uno scrittore britannico che ha scritto
diversi libri sui gatti, nel 2015. Ora, come potete anche voi notare, la
copertina è adorabile e riporta questa specie di sottotitolo “Le avventure di
famiglia di un gatto filosofo”. La trama che è possibile leggere all’interno
però sembra indicare che si parlerà anche degli altri gatti, ognuno con le sue
caratteristiche, e del loro amico umano che anche grazie a loro “si mette in
cerca di un nuovo amore”.
Il problema
fondamentale, oltre al fatto che mi aspettavo una centratura maggiore sui
gatti, è che in realtà non si approfondisce nulla di tutto ciò che viene
riportato nella copertina. L’approfondimento interno è assolutamente identico a
quello esterno ovvero minimo. Durante le descrizioni non fa altro che ripetere
sempre le stesse due cose che si possono trovare giustamente sintetizzate sul
retro del libro. Quindi non c’è nessun approfondimento sui gatti ma di contro
non c’è nemmeno un approfondimento sulla vita del protagonista umano che parla
in prima persone. Per esempio, questa storia del nuovo amore, non viene
descritta. Ad un certo punto, nel libro sbuca questo personaggio femminile che
però è già diventato il suo nuovo amore per cui non c’è nessun approfondimento
della storia tra di loro.
Mi rendo conto
che il problema è dato soprattutto dalla mia eccessiva aspettativa nei
confronti di questo libro: ho aspettato mesi per leggerlo e in copertina c’è un
gattino identico (se non per la macchia bianca sul petto) al mio adorato Zucca.
Già sapevo che la trama dei personaggi umani non mi avrebbe entusiasmato dato
che le storie d’amore non sono proprio il mio genere, ma mi aspettavo un
maggiore approfondimento del personaggio di Orso o almeno del rapporto che
questo uomo ha con i suoi gatti e in particolare con lui, visto che dà il nome
al romanzo. Non è così, dunque se le vostre aspettative erano paragonabili alle
mie, forse è meglio lasciare perdere, inteneritevi senza ritegno davanti alla
copertina ma non sprecate del tempo.
Detto ciò il
libro non è scritto male, è godibile e si legge velocemente anche se ci sono
degli sbalzi temporali che non ho capito molto. Emergono alcuni temi
interessanti su cui si possono fare delle riflessioni, come la tendenza di
alcuni a trattare gli animali come dei figli o a usarli per colmare dei vuoti
emotivi. Inoltre fa diversi paragoni tra i gatti e gli esseri umani e in
particolar modo tra i gattini e i bambini, paragone cui è dedicato un capitolo
e che viene espresso con tutto lo humor inglese possibile. Un altro tema che
sembra emergere in un punto del romanzo e che viene ripreso alla fine è la
responsabilità di prendere le decisioni al posto di chi non può esprimersi e
dare per scontato che le nostre scelte siano quelle migliori. In particolare
nel libro fa riferimento alla scelta di sterilizzare un gatto randagio con
l’obiettivo di tenerlo, ma che poi fugge e sparisce nel nulla.
Purtroppo non
c’è molto altro da dire perché la trama è scarsa, i personaggi non sono
approfonditi e nemmeno i gatti, si racconta una parte della vita di quest’uomo
senza spiegazione di ciò che era avvenuto prima e senza previsioni di ciò che
potrebbe accadere in futuro e anche i temi su cui riflettere, sono comunque
deduzioni che si fanno lungo la lettura e che a me sono venute in mente perché
ho pensato alla recensione da scrivere, altrimenti, probabilmente, non mi
sarebbero nemmeno saltate all’occhio.
Quindi sono
contenta di non aver comprato questo libro perché costa la bellezza di 16,90€ e
non ho questi soldi da buttare. Almeno per il momento, dato che di soldi, visto
che non ho ancora un lavoro (ma ho finito l’università quindi lo sto cercando!)
preferisco spendere i soldi per comprare dei libri che siano belli o su cui
potrei scommettere di più. Per esempio ho comprato e mi hanno regalato diversi
libri per la laurea e ho puntato su cosa so già potrebbe piacermi, per esempio
ho comprato un altro libro di Dorn, ho comprato due libri di Terry Pratchett,
che è quasi introvabile in Italia anche se ora la Salani ha fatto uscire le
nuove edizioni (Salani, non fare idiozie o guai a te!) e un paio di libri di
Donna Tartt, che ammetto di non aver mai letto, ma ho abbastanza fiducia in
questi libri. Volevo comprare anche “Orso”, ma si vede che qualcosa nel mio
istinto ha intuito qualcosa e mi ha convinto a lasciar perdere.
Mi dispiace
veramente moltissimo, ma devo bocciare questo libro perché non l’ho trovato
divertente, non l’ho trovato interessante e nemmeno arricchente. È una lettura
facile, breve, per chi ama i gatti ma non ha pretese letterarie, quindi con
estremo rammarico, non lo trovo sufficiente. Se proprio volete leggerlo, fate
come me e prendetelo in biblioteca.
-Pearl
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