Mi scuso per il ritardo, ma ho perso la cognizione dei giorni e mi sono resa conto del fatto che ieri fosse venerdì solo verso mezzanotte.
Il libro di oggi
è un romanzo che parla di diversità, di cosa significa essere diversi per chi
lo è e per chi gli vive attorno. È un libro per ragazzi scritto nel 2012 da R.
J. Palacio, pseudonimo di Raquel Jaramillo e si
intitola “Wonder”. Da questo libro sono tratti altri tre romanzi, anche se sono semplicemente punti di vista differenti della stessa storia, quindi sono sostanzialmente degli spin – off.
intitola “Wonder”. Da questo libro sono tratti altri tre romanzi, anche se sono semplicemente punti di vista differenti della stessa storia, quindi sono sostanzialmente degli spin – off.
Il racconto
narra la storia di August Pullman, un bambino di 11 anni affetto dalla sindrome
di Treacher Collins e che quindi fa i conti con una deformazione craniofacciale
che si trova a dover andare per la prima volta in vita sua a scuola, in
particolare in prima media.
Se non avete
idea di che tipo di sindrome sia quella che affligge il protagonista, vi
consiglio di andarla a cercare su Google, questo semplicemente perché sarà più
facile riuscire a capire alcuni passaggi e alcuni atteggiamenti. Pensare
infatti che il protagonista abbia un deformazione facciale senza averla mai
vista risulta difficoltoso perché non viene descritto in maniera approfondita,
alcune sue fattezze vengono semplicemente accennate. Quindi questo è il primo
consiglio che mi sento di darvi riguardo a questo libro.
La storia viene
raccontata in modo semplice ma efficace e viene suddivisa in otto parti,
raccontate da personaggi differenti. Per lo più è il protagonista a raccontare
la sua storia, ma vengono evidenziati anche i punti di vista della sorella
maggiore, dei due amici e di altri due personaggi legati alla sorella (il
ragazzo e l’amica). Gli spin – off sono stati richiesti e narrano la vicenda
dal punto di vista di altri tre personaggi, due compagni di scuola ed il
migliore amico d’infanzia di August (Charlotte, Julian e Christopher). Tra le
cose che ho apprezzato di più di questo libro ci sono l’immagine che offre
della diversità e di cosa è diverso e come la nostra chiusura e la nostra paura
ci imponga dei limiti. In particolare leggere la storia dal punto di vista di
August e quindi dal punto di vista di chi è e viene considerato diverso, ci
mostra come in realtà non sia affatto diverso dagli altri ragazzini della sua
età. Ovvero quello che prova, tra ansie e paure per la scuola, è uguale a ciò
che provano tutti gli altri ragazzi, semplicemente tutto è amplificato dalla
consapevolezza di non avere lo stesso aspetto degli altri e del fatto che gli
altri hanno paura di lui e/o lo prendono in giro.
Quindi ciò che
viene considerato normale è praticamente soggettivo: ciò che risulta essere la
normalità per me può non esserlo per qualcun altro e questo perché la
costruzione di ciò che è normale si costruisce con il tempo. Per August è
normale avere un aspetto di quel tipo e i suoi problemi al riguardo sono legati
alle reazioni che gli altri hanno nei suoi confronti. Questo può dare l’idea di
come a volte il mondo che ci sta attorno ci condizioni e ci guidi.
Questo romanzo
riesce così a mettere in evidenza il punto di vista del protagonista ma anche i
punti di vista di chi gli sta attorno e quindi le reazioni che spontaneamente
le persone hanno davanti a ciò che è diverso o anormale. Tali reazioni sono
generalmente legate e dettate dalla paura, verso ciò che è diverso e nuovo,
verso ciò che non si conosce, ma il problema fondamentale è che la reazione non
deve portare ad una chiusura: la nostra paura ci porta a scappare e chiudere
ciò che non riconosciamo al di fuori del nostro mondo, ma senza fare i conti
con ciò che non conosciamo ci porta a creare dei muri che limitano le
esperienze. Ci si pone dei limiti senza nemmeno rendersene conto e si perdono
delle occasioni di crescita reciproca e di scambio. Questo libro dunque mette
bene in mostra come la diversità possa essere una risorsa e non necessariamente
un ostacolo.
Un altro aspetto
del libro che mi è piaciuto molto, e in questo caso sono di parte, è che il
protagonista è appassionato di Star Wars, e quindi molti riferimenti per me
sono stati divertenti ed azzeccati. Capisco però che qualcuno che non lo
conosce possa avere delle difficoltà da questo punto di vista.
Nel racconto si
fa accenno a delle lezioni di scuola e tra queste una mi ha colpito
positivamente e mi riferisco a “I precetti del Sig. Browne”, il Sig. Browne è
il professore di inglese, ed ogni mese assegna un precetto alla classe, come
“Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere
gentile, scegli di essere gentile”. Tutta la classe discute con il professore
il precetto ed il suo significato e alla fine del mese gli alunni devono
svolgere un testo su che cosa quel precetto specifico significa per loro.
Inoltre, come compito delle vacanze c’è l’invio di una cartolina al professore,
con un precetto personale. La trovo un’idea veramente bella, sia per stimolare
i ragazzi a scrivere temi ed esercitarsi sulla scrittura (e visto come scrivono
oggi i ragazzi delle medie ce n’è veramente bisogno) sia per stimolare i
giovani alla riflessione personale su temi importanti e attuali, aiutarli
quindi ad essere critici e creativi.
Infine apprezzo
moltissimo il fatto che l’autrice abbia inserito diversi punti di vista, in
modo da poter empatizzare sia con August che con gli altri personaggi del
racconto, perché vedere solo il punto di vista del protagonista avrebbe potuto
portare a vedere in modo solo negativo coloro che gli stanno attorno e che non vogliono
avere a che fare con lui. Invece rendere tutti umani, chi è diverso e chi no,
aiuta molto nella comprensione del tema, a mio parere.
Dunque lo
consiglio sia ai ragazzi sia agli adulti, perché non è mai troppo tardi per
imparare a fare i conti con la diversità e imparare ad aprirsi a ciò che ci
spaventa.
-Pearl
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