Premetto subito
che in questa recensione ci saranno degli spoiler.
Ecco un altro
Young Adult. So di averlo già detto e forse l’ho anche già ricordato e ri-sottolineato,
ma anche se questo non è il mio genere preferito, ogni tanto ne leggo uno
perché da un lato ritengo che la letteratura per ragazzi sia molto importante e
non dovrebbe essere presa sotto gamba (cosa che purtroppo gli autori di questo
genere
sembrano fare senza ritegno) e perché dall’altro lato sono libri generalmente facili e rapidi da leggere. Quindi il mio obiettivo, o la mia missione se vogliamo chiamarla così, è trovare un giorno uno Young Adult che consiglierei al suo target perché è un valore aggiunto per il giovane lettore. Non è questo il giorno ma, denti stretti, e proseguiamo.
sembrano fare senza ritegno) e perché dall’altro lato sono libri generalmente facili e rapidi da leggere. Quindi il mio obiettivo, o la mia missione se vogliamo chiamarla così, è trovare un giorno uno Young Adult che consiglierei al suo target perché è un valore aggiunto per il giovane lettore. Non è questo il giorno ma, denti stretti, e proseguiamo.
Il libro di oggi
si intitola “Wings” ed è stato scritto da Aprilynne Pike. Non avevo mai sentito
nominare il titolo né tantomeno l’autrice, dunque mi sono informata e questo è
il primo libro di una saga composta da quattro romanzi, unici libri
dell’autrice. Non ho sentito altre notizie al riguardo se non che la Disney
voleva farci un film, ma pare che per qualche grazia divina alla fine tutto sia
andato in fumo.
La trama narra
la storia di Laurel, una ragazza di 15 anni, figlia unica che si trasferisce
con i genitori in una nuova città e inizia la scuola per la prima volta perché
fino ad allora aveva sempre studiato a casa. Ha delle caratteristiche
particolari, come il fatto di mangiare solo verdura e frutta e si trova
coinvolta in una sorta di triangolo amoroso (che strano!) tra un compagno di
scuola ed un ragazzo che incontra in un bosco e sembra conoscerla bene.
Dal punto di
vista dei personaggi, anche in questo caso, come ormai siamo stati abituati da
questo genere di libri, non esistono descrizioni fisiche salvo capelli e occhi
ed eventualmente, nel caso dei ragazzi, gli addominali. Anche le varie
personalità non sono sviluppate ed infatti nessuno di loro sembra avere un
carattere definito e chiaro, salvo accennare al fatto che Tamani (l’uomo del
bosco) è scontroso nei confronti di David (il compagno di scuola) perché si
contendono la stessa ragazza. Non sono personaggi credibili, tanto mento lo
sono se si considera l’età che dovrebbero avere.
La cosa più
strana, perché non saprei trovare un altro aggettivo, è che la protagonista è
una fata e dunque è una pianta (secondo l’autrice) dunque è cresciuta con i
genitori fino all’età di 15 anni e nessuno si è mai accorto che lei non ha
sangue, non ha cuore quindi non ha battito, non ha mai fatto vaccini ed è
assolutamente normale per i genitori che lei mangi esclusivamente frutta e
verdura. Ora, è sì un libro fantasy, in cui è presente la componente magica con
pozioni e altri incantesimi, ma il fantasy non giustifica qualsiasi cosa;
l’autrice risolve tutti i buchi e tutte le mancanze della trama con la magia ma
non è così che funziona un buon fantasy. La magia non giustifica qualsiasi
stupidata inventata e questo sembra indicare che l’autrice ha scritto la storia
di slancio con il motto del “come viene, viene” e abbia tappato tutti gli
errori e le incongruenze con la magia.
Questa è
chiaramente la mia opinione, ma questo libro non offre assolutamente nulla ad
un ragazzo, o sarebbe meglio dire una ragazza, perché è alle ragazzine che è
rivolto questo libro. L’unica trama che l’autrice vuole sviluppare senza però
riuscirci è la storia d’amore tra i tre personaggi e quindi il fantasy è solo
un contorno per attirare più persone e più lettrici.
L’autrice è
laureata in scrittura creativa e non voglio essere cattiva, ma questo romanzo
non descrive nulla, non approfondisce nulla, né emozioni, né comportamenti, né
riflessioni, descrive semplicemente le azioni dei personaggi per raccontare una
storia. Tra quelli che vengono considerati scrittori creativi risuonano nomi
come Scott Fitzgerald, Hemingway, Oates, Irving, McEwan e altri. A me fa un po’
senso immaginare questo libro paragonato ad uno scritto dagli autori appena
citati.
Visto che gli
unici libri scritti da lei sono solo questi, perché non sono a conoscenza di
altre sue pubblicazioni, meglio non esprimere un giudizio affrettato, ma le
premesse sono veramente pessime. Traendo le somme il libro è bocciato e
sconsigliato a qualsiasi età.
-Pearl
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