Buongiorno a
tutti!
Oggi parliamo di
uno dei romanzi che è stato spesso definito come “divertente”, vale a dire: “Non
buttiamoci giù” dell’autore Nick Hornby. Pubblicato nel 2005 ne è poi stato
tratto un film nel 2014. Non ho visto il film dunque non saprei consigliarvi al
riguardo ma sono dell’opinione che in questi casi sia sempre meglio il libro.
Forse perché lo preferisco come
modalità comunicativa: le parole invece delle immagini; leggere un libro lascia molto più spazio all’immaginazione e ognuno può prendersi il proprio tempo per proseguire la storia mentre il film ha una durata definita e interromperne la visione può essere fastidioso. Ma sto divagando, torniamo al libro!
modalità comunicativa: le parole invece delle immagini; leggere un libro lascia molto più spazio all’immaginazione e ognuno può prendersi il proprio tempo per proseguire la storia mentre il film ha una durata definita e interromperne la visione può essere fastidioso. Ma sto divagando, torniamo al libro!
La trama è
suddivisa in tre parti e non ci sono dei veri e propri capitoli, ma c’è
un’alternanza di voci tra i quattro protagonisti: Martin, un conduttore famoso
che ha perso tutto, lavoro e reputazione, per aver commesso un reato, Maureen,
donna di mezza età con un figlio disabile in stato praticamente vegetativo,
Jess, una ragazza di 18 anni che è disperata per una rottura amorosa e JJ, un
musicista che aveva dedicato la sua giovane vita alla musica e al rock e che si
è visto fallire sia professionalmente sia personalmente. Questi personaggi si
trovano per caso, all’inizio del romanzo, dunque non sto spoilerando niente,
sul tetto di quella che viene chiamata “la Casa dei Suicidi” la notte di
Capodanno. Tutti e quattro, per ragioni diverse, hanno deciso di farla finita e
si vogliono buttare di sotto, abbandonare la loro vita che è diventata
insopportabile. Questo incontro li porta, in qualche modo, a scendere dal tetto
prendendo la via delle scale e da lì parte una sorta di avventura condivisa.
Per quanto
riguarda la scrittura ritengo che l’autore sia stato bravissimo ad impersonare
i quattro diversi personaggi perché è riuscito a dare a ciascuno di loro una
personalità differente che si è potuta riscontrare immediatamente sia dalla
modalità di scrittura, sia dalle caratteristiche che man mano emergono nel
corso del racconto. Quattro personaggi diversi, quattro personalità diverse,
quattro storie diverse, tutte credibili anche se non tutte adorabili e godibili
allo stesso modo. E incredibilmente anche le reazioni alle personalità da lui
create sono verosimili e credibili il che sottolinea ancora di più la bravura
di Hornby. Ovvero, provo a spiegarmi: tra i personaggi quelli che ho preferito
sono stati JJ e Maureen mentre ho sopportato di meno Martin e quasi per nulla
Jess, perché i primi due portano con sé due storie che, associate alla loro
personalità ed alla loro storia mi hanno suscitato tenerezza, comprensione e
desiderio si offrire supporto, Martin mi ha suscitato in parte comprensione e
in parte fastidio e disgusto mentre Jess, anche se suscita comprensione per una
storia particolare, ha delle caratteristiche di personalità e degli
atteggiamenti che fanno slittare la comprensione completamente in secondo
piano. O almeno, questo è quello che è capitato a me e che è ovviamente
personale. Forse mi sono potuta
identificare maggiormente con la personalità dei primi due piuttosto che con
gli altri, e questo mi ha in qualche modo influenzata.
La storia può
sembrare assurda dalla trama ma è in realtà molto realistica e credibile. È un
romanzo che si legge in fretta nonostante le quasi 300 pagine e la suddivisione
del racconto a più voci lo rende ancora più scorrevole. Diverse volte e da
diverse persona mi era stato descritto come un libro assolutamente divertente
ed in qualche modo addirittura esilarante. Posso confermare il divertente,
soprattutto in alcuni punti, più che altro per delle situazioni al limite
dell’assurdo ma queste opinioni mi avevano creato probabilmente un’aspettativa
troppo alta. Mi aspettavo dunque un divertimento simile a quello sperimentato
più volte con i libri di Terry Pratchett. Dunque sì è sicuramente divertente ma
forse è un po’ troppo humor inglese per i miei gusti.
Lo consiglio? Sì
è decisamente un ottimo libro, che tiene compagnia e che sicuramente non
deluderà: la storia è originale, spiritosa e apre la riflessione sulla propria
vita e su come spesso noi la vediamo da un punto di vista particolare e
assolutamente parziale: il nostro. Certo questo non vuol dire che quando
soffriamo il dolore che sentiamo non sia vero e reale, ma la situazione che ci
ha fatto soffrire potrebbe essere riletta o rivista con delle lenti diverse,
dei punti di vista differenti e a volte, fortunatamente, bastano quelli a
ridimensionare il nostro mondo o il nostro dolore. Secondo me apre anche ad una
seconda riflessione che è quella delle relazioni che abbiamo con le persone che
ci circondano e di quanto, nonostante pensiamo a noi stessi a volte magari come
a delle isole (citazione legata al film tratto da un altro libro di questo
stesso autore), gli altri siano importanti per noi e ci arricchiscono,
nonostante tutto. Offre quindi un messaggio che io ho interpretato come
positivo e ottimista.
In conclusione,
se una sera non sapete cosa fare, siete a casa soli, nessuno dei vostri amici
può venirvi a trovare o uscire con voi, o se voi avete voglia di stare un po’
per conto vostro in tranquillità, provate a dare una lettura a questo romanzo,
consigliatissimo in qualsiasi momento.
-Pearl
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