Buona sera.
Prima di tutto mi scuso per il ritardo, ma ho perso completamente la cognizione dei giorni e dei turni dunque chiedo venia per questa defiance.
Ad ogni modo, tre giorni dopo il previsto, eccoci tornati con la nostra cara vecchia rubrica thriller. Stavolta niente
autori tedeschi, mi sono spostata sulla
Svezia dopo diversi consigli di differenti persone, tra cui mia madre, che sostengono che i migliori thriller siano svedesi. Quindi quando al mercatino dell’usato ho visto questo libro intitolato “L’uomo della sabbia” a solo 1,5€ non mi sono saputa trattenere. L’autore è Lars Kepler, che in realtà è uno pseudonimo utilizzato da una coppia di scrittori: Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril, coppia anche nella vita privata. Sono autori di diversi thriller tra cui “L’ipnotista”, il loro primo romanzo e quello che, come spesso capita per gli autori di un determinato genere, compare su tutte le copertine dei libri seguenti (Dall’autore di “titolo”). Libro edito nel 2013 narra la storia di diversi personaggi legati ad un serial killer ma potremmo trovare tra essi un protagonista che spicca rispetto agli altri che è il commissario Joona Linna. Pare che sia anche il protagonista di tutti i libri precedenti degli stessi autori quindi sembrerebbe essere una serie che si completa man mano, anche se il singolo caso inizia e finisce nel libro stesso. Il romanzo ha inizio con il ritrovamento di un ragazzo di 22 anni che vaga per la strada ferito e sanguinante: questo ragazzo si chiama Mikael ed era scomparso e dato per morto insieme alla sorella minore 12 anni prima. Il commissario Linna collega queste vittime al serial killer Jurek Walter, rinchiuso da 12 anni nel reparto psichiatrico di massima sicurezza.
Svezia dopo diversi consigli di differenti persone, tra cui mia madre, che sostengono che i migliori thriller siano svedesi. Quindi quando al mercatino dell’usato ho visto questo libro intitolato “L’uomo della sabbia” a solo 1,5€ non mi sono saputa trattenere. L’autore è Lars Kepler, che in realtà è uno pseudonimo utilizzato da una coppia di scrittori: Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril, coppia anche nella vita privata. Sono autori di diversi thriller tra cui “L’ipnotista”, il loro primo romanzo e quello che, come spesso capita per gli autori di un determinato genere, compare su tutte le copertine dei libri seguenti (Dall’autore di “titolo”). Libro edito nel 2013 narra la storia di diversi personaggi legati ad un serial killer ma potremmo trovare tra essi un protagonista che spicca rispetto agli altri che è il commissario Joona Linna. Pare che sia anche il protagonista di tutti i libri precedenti degli stessi autori quindi sembrerebbe essere una serie che si completa man mano, anche se il singolo caso inizia e finisce nel libro stesso. Il romanzo ha inizio con il ritrovamento di un ragazzo di 22 anni che vaga per la strada ferito e sanguinante: questo ragazzo si chiama Mikael ed era scomparso e dato per morto insieme alla sorella minore 12 anni prima. Il commissario Linna collega queste vittime al serial killer Jurek Walter, rinchiuso da 12 anni nel reparto psichiatrico di massima sicurezza.
Il libro si
suddivide in capitoli molto brevi che narrano il tutto in terza persona ma
spostando il focus sui vari personaggi che sono tanti e tutti hanno un ruolo
che è necessario spiegare per poter avere un quadro completo della situazione.
I vari personaggi non vengono approfonditi molto, soprattutto quelli che stanno
più al margine della storia, però vengono svelate quelle caratteristiche
necessarie che permettono di farsi un’idea del personaggio e di capire la
logica sotto le sue azioni. Ho trovato infatti questo stile interessante, anche
se mi piacciono molto i personaggi ben approfonditi penso che sia uno stile in
linea con il tipo di racconto. Le pagine sono poco più di 500, quindi è un
thriller lungo rispetto a quelli cui sono abituata, per esempio quelli di Dorn,
ma allo stesso tempo ha lo stesso livello di suspense, che viene mantenuto per
tutto il racconto, con pochi capitoli qua e là di vita privata ed esterna alla
trama principale che servono da ponte, salvo poi ripiombare nella tensione il
capitolo successivo, magari improvvisamente. Dunque se da un lato permettono di
riprendere fiato, dall’altro ci permettono di terrorizzarci di nuovo e
improvvisamente appena terminati. L’alternanza tra approfondimento dei
personaggi e trama l’ho trovata armonica.
Per quanto
riguarda i personaggi mi è piaciuta molto Saga Bauer, che arriva solo ad un
certo punto del romanzo, ed è un agente della Säpo, un ramo dei servizi segreti
scandinavi. L’ho trovata interessante e allo stesso tempo umana, anche se
all’inizio viene descritta come una specie di macchina da guerra, o meglio come
perfetta, poi in poco tempo emerge nella sua più totale umanità il che mi ha
impedito di trovarla fastidiosa o eccessivamente artificiale.
Il protagonista
invece mi ha suscitato un po’ di amore – odio perché nonostante si dimostri
essere bravo e molto percettivo, con un istinto molto sviluppato, soprattutto
perché molto informato sul caso, fa delle scelte che sono un po’, non saprei
come spiegarlo ma forse un po’ lontane dalla mia cultura o dal mio pensiero
sulla vita. Non vi posso spiegare perché farei un po’ di spoiler però ha aa che
fare anche e soprattutto con la sua vita privata. Forse l’approfondimento del suo
personaggio sarebbe dovuto essere maggiormente sviluppato per poter riuscire a
capire effettivamente quello che ci sta
sotto ma mi rendo conto che non era funzionale al resto della trama, o comunque
non avrebbe portato nulla di nuovo.
Mi interessa, e
sicuramente lo farò, leggere qualcosa d’altro scritto dai due coniugi dietro il
nome Lars Kepler e nel frattempo vi consiglio questo thriller anche se magari,
per continuità sarebbe meglio partire dal primo, dunque “L’ipnotista”. Però
quello non l’ho letto quindi non so se consigliarvelo. Ad ogni modo se lo stile
è questo penso che ci si possa anche arrischiare.
-Pearl
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