Buongiorno a
tutti!
Oggi parleremo
di un romanzo che definirei giallo/storico perché ambientato nel 1170 circa in
Inghilterra, nel Cambridgeshire per la precisione, dove un bambino viene ucciso
e la colpa affidata agli ebrei che vivono nel paese. Nel corso dell’anno
successivo essi sono costretti a rifugiarsi nel palazzo del re, che li protegge
in quanto sono una delle fonti più redditizie
dello stato, e spariscono altri tre bambini. Verranno ritrovati contemporaneamente all’arrivo di una spedizione dall’Italia, con tre personaggi: Simone di Napoli, investigatore di professione, Adelia Aguilar, medico patologo donna (una delle poche, ha studiato a Salerno) e Mansur, eunuco guardia del corpo. A loro è stato dato il compito di indagare sull’accaduto e trovare l’assassino per mettere al sicuro i bambini e scagionare gli ebrei.
dello stato, e spariscono altri tre bambini. Verranno ritrovati contemporaneamente all’arrivo di una spedizione dall’Italia, con tre personaggi: Simone di Napoli, investigatore di professione, Adelia Aguilar, medico patologo donna (una delle poche, ha studiato a Salerno) e Mansur, eunuco guardia del corpo. A loro è stato dato il compito di indagare sull’accaduto e trovare l’assassino per mettere al sicuro i bambini e scagionare gli ebrei.
Il titolo di
questo libro è “La signora dell’arte della morte”, opera di Ariana Franklin,
pseudonimo di Diana Norman, scrittrice e giornalista inglese che ha studiato
storia medievale. È in realtà il primo di quattro libri con protagonista
Adelia, ma questo primo libro tratta una trame ed un mistero a sé stante, che
inizia e si conclude al termine della lettura.
La trama è
accattivante, ricca di dettagli interessanti che vanno al di là del mistero
degli omicidi e si concentrano sulla situazione storica, politica e religiosa.
Per questo motivo mi sento di definirlo anche, in parte, storico. La condizione
medievale del popolo inglese viene descritta in tutta la sua crudezza, perché
per quanto la gente possa essere affezionata al detto “Si stava meglio quando
si stava peggio”, la storia del Medioevo è lì a ricordarci che non è affatto
così!
Spesso si
ripensa a quell’epoca con una nota di fascino e forse con un po’ troppo
romanticismo, ma le condizioni di vita vissute da chi l’ha vissuta sono molto
difficili da reggere, soprattutto per i poveri, ma anche per la classe media.
Forse solo i ricchi se la passavano discretamente. Nel libro vengono infatti
raccontati alcuni episodi che si rifanno a situazioni tipiche per quei tempi,
in particolare avvenimenti influenzati dalla Chiesa, che aveva un enorme potere
(era il tempo delle crociate), e dall’ignoranza. In questo caso rispetto alle
malattie e alla medicina, ma penso fosse un’ignoranza diffusa in tutti gli
ambiti.
I personaggi
sono ben caratterizzati, in particolare ho apprezzato la protagonista, una
femminista del medioevo, che è riuscita a studiare e sostiene la necessità per
le donne di non essere solo una macchina da riproduzione. Ma ho molto
apprezzato anche Simone di Napoli, l’investigatore scaltro e brillante, abile
nel riuscire a carpire informazioni senza che gli altri nemmeno se ne
accorgano. Sarà perché ho un debole per questi personaggi così intuitivi ma mi
è piaciuto parecchio.
Ritengo che i
temi trattati siano molto importanti: la differenza di genere tra uomo e donna,
ma la differenza anche in generale, quindi etnie diverse che si incontrano,
diverse gerarchie che si dividono ruoli e spazi, religioni diverse che si
trovano a dover convivere. Differenze di pensiero che fanno conoscenza e si
trovano a dover fare i conti con i propri preconcetti e pregiudizi, che di
conseguenza ci portano ad una conclusione: non si può generalizzare sulla base
di informazioni parziali, dunque se tutti i preti con cui ho parlato si sono
mostrati in un modalità negativa non significa necessariamente che tutti i
preti del mondo siano così (esempio riportato in un passaggio del libro).
Quando ti trovi
a dover condividere e convivere con ciò che è diverso le tue opinioni cambiano,
soprattutto se queste opinioni erano basate sul “sentito dire” o su
informazioni trasmesse da chissà dove e da chissà chi ma che tramite il
passaparola sono arrivate fino a te. E questa è una situazione abbastanza
tipica del medioevo, anche se bisogna ammettere che oggi non ne siamo immuni,
anzi.
Un altro aspetto
caratteristico di oggi che si riscontra anche in questo libro è lo sfruttamento
dell’ignoranza delle persone per ottenere qualcosa da loro o per trarre un
vantaggio. Magari spesso senza nemmeno saperlo, portando il gruppo o la folla a
fungere da cassa di risonanza.
Oltre a queste
riflessioni c’è chiaramente la trama mistery, molto interessante. La suspense
parte un po’ dopo, ma questo è dettato dal fatto che i primi capitoli servono a
creare l’atmosfera e costruire le premesse, la situazione storica, la mentalità
del paese affinché tutto il corso della storia assuma un senso. Il finale è
decisamente a sorpresa, almeno nelle spiegazioni e nelle modalità.
Il giudizio
finale su questo libro non può che essere positivo, l’ho amato e prima o poi
parlerò anche dei libri successivi con Adelia come protagonista. Ve lo
consiglio per chi ama i gialli e per chi desidera leggerne uno particolare, non
il solito poliziesco con l’FBI o CSI.
-Pearl
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