Buongiorno a
tutti!
Oggi libro a
sorpresa! A sorpresa per me, dato che per voi lo sono tutti. Perché è a
sorpresa? Potrebbe sembrare una frase senza senso dato che l’ho letto, ma
dovete sapere che sono una persona un po’ ossessivo compulsiva, e mi piace avere
le giornate organizzate in modo abbastanza ordinato. Tutto ciò perché mi
conosco e so di essere una persona poco costante e un po’
pigra per di più, quindi per non rischiare di arrivare il venerdì senza avere alcun libro di cui parlare qui sul blog, preferisco portarmi avanti.
pigra per di più, quindi per non rischiare di arrivare il venerdì senza avere alcun libro di cui parlare qui sul blog, preferisco portarmi avanti.
Con questo
obiettivo in mente ho stilato una lista dei libri che ho in casa e che ho
intenzione di leggere, alternando i vari generi in modo da non fare tutte le
recensioni di gialli e thriller una dietro l’altra e così via per tutti i vari
generi. Secondo questa lista il libro da leggere e recensire oggi era “Io sono
un gatto”, di Natsume Sōseki, ma il giorno in cui avrei dovuto iniziare a
leggerlo ero a casa dei miei nonni in montagna e l’ho dimenticato a casa
(musichetta drammatica e strappalacrime).
Così, spinta
dalla voglia di leggere e dalla poca disponibilità della libreria di quella
casa ho ripiegato su un libricino breve, di 130 pagine, un giallo che avrei
potuto leggere rapidamente e senza troppo sforzo.
Il giallo in questione
è “L’uomo che comprò Londra” di Edgar Wallace. Non lo conoscevo ma spulciando
su Google ho scoperto che è uno degli scrittori di giallo più famosi insieme ad
Agatha Christie e ad Arthur Conan Doyle. Questo libro fu pubblicato per la
prima volta nel 1915 in Inghilterra mentre nel 1931 in Italia.
Per quanto
riguarda la trama si parla di un uomo, King Kerry, miliardario americano che
arriva a Londra e comincia, per conto di una società (L Trust), a comprare vari
negozi con l’obiettivo di allargare il centro di Londra e renderlo ancora più
produttivo e redditizio. Al suo fianco ci saranno una segretaria inglese appena
assunta e altri personaggi, tra cui un concorrente del protagonista, Hermann
Zeberlieff.
Ho iniziato la
lettura senza grandi aspettative, anzi mi aspettavo un giallo un po’ scialbo
con una trama prevedibile ed un assassino scontato. Questa impressione me la
sono portata dietro fino al termine della lettura dove, quando ormai avevo
perso le speranze di trovare qualcosa nella trama che mi stupisse, è arrivato
il colpo di scena.
Partendo
dall’inizio, il motivo principale per il quale non mi sono entusiasmata nella
lettura è che l’antagonista o comunque il colpevole delle malefatte è reso noto
esplicitamente fin da pagina 2. Io amo le storie di mistero in cui si cercano
gli indizi nascosti nella trama per indovinare chi, tra i vari personaggi
potrebbe essere il “cattivo” di turno mentre non ho molta simpatia per quelli
in cui esso viene sventolato ai 4 venti fin da subito.
Ho comunque
continuato a leggere in parte perché è un libro molto breve e mi sembrava uno
spreco abbandonarlo, un po’ per vedere se c’era nella trama qualcosa di
interessante.
Lo stile è molto
descrittivo quando si parla di azioni e avvenimenti, ma non si sofferma sui
particolari di una scena o di un panorama, forse perché non ci sono indizi da
indovinare ma solo la prossima mossa, che rimane secondo me comunque scontata.
La storia tra il protagonista e il suo antagonista è precedente all’inizio del
libro, quindi ogni tanto ci sono dei riferimenti alla loro vita passata che non
sono chiari, in quanto appunto non esiste un prequel.
Sono così
arrivata a pagina 126 convinta che fosse sì un giallo diverso dal solito, in
quanto non ruota attorno ad un omicidio ma si tratta di intrighi economici e
concorrenza nella compra-vendita, ma che non mi soddisfaceva per nulla. Poi il
colpo di scena. Non avrei mai indovinato la fine così come è stata scritta, il
che tutto sommato mi ha un po’ risollevato.
Resta comunque
un giallo breve, forse un po’ vecchio per lo stile cui ci siamo abituati negli
ultimi anni, in particolare con il thriller e tutti i gialli svedesi che hanno
invaso e tutt’ora invadono le nostre librerie. È sicuramente meno ricco di
suspense ma credo che ciò sia dovuto anche al fatto che è stato scritto
all’inizio del 1900.
Lo consiglio? Se
cercate un giallo classico con omicidio e caccia all’assassino direi di no,
dato che nessuno dei due elementi è presente. Ve lo consiglio se siete
appassionati del genere Agatha Christie ma senza una passione particolare per
l’investigazione, perché, ripeto, qui non c’è nessun omicida o nessun movente
da individuare.
-Pearl
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