Buongiorno a tutti!
Oggi ripeschiamo dal cappello una Graphic Novel che ho letto
tempo fa, più o meno quando ho letto “Fraternity”, l’ultima Graphic Novel di
cui ho parlato sul blog. In questo caso è ad opera di un autore statunitense,
Craig Thompson.
“Addio Chunky Rice”, questo il titolo dell’opera, è stato il
suo primo lavoro nel 1999, semi autobiografico, che lo ha portato a vincere
l’anno successivo l’Harvey Award.
La scelta di questo volume è legato alla trama, che è
caratterizzata dagli elementi che, mi sto rendendo conto con il tempo, sono
quelli che immancabilmente mi spingono a leggere un libro, nel più economico
dei casi, o a comprarlo, in quello più dispendioso. Sulla quarta di copertina
infatti ho letto il commento di Alan Moore che recitava: “Al contempo buffa e
genuinamente toccante, Addio Chunky Rice è un’opera coinvolgente e di
eccellente armonia compositiva sull’amicizia, la solitudine e la perdita.
Questo libro canta e balla. Altamente raccomandato.” Quindi chiaramente, quando
leggo le parole “solitudine” e “perdita” nella stessa frase non posso far altro
che assecondare la mia compulsione. Fortunatamente ero in biblioteca quindi
sono almeno stata sul caso economico.
La trama narra del protagonista, Chunky Rice, una tartaruga
che è molto legata a Dandel, la sua amica rappresentata nelle sembianze di un
topo e che si allontana da lei inizialmente per un motivo banale, ma
probabilmente la loro amicizia si stava evolvendo in qualcosa di diverso,
quindi come la storia autobiografica dell’autore, il protagonista si è
allontanato dall’amica. Per questo ha però dovuto anche rinunciare alla
vicinanza di altri personaggi come quello che ho preferito in assoluto, ovvero
Solomon. Nel suo viaggio incontrerà altri personaggi e farà esperienze diverse,
sempre però con la memoria viva e ricca dei ricordi di e con Dandel.
I disegni sono molto stile cartoon, con gli occhi grandi, le
forme particolari e non proprio proporzionate, ma li ho apprezzati molto. È
tutto in bianco e nero, il che ha aiutato a creare l’atmosfera triste e anche
angosciante in alcuni tratti perché nelle tavole il colore prevalente era
sempre il nero.
Per quanto riguarda la trama ho trovato interessante la
scelta del tema, come già ho lasciato intuire all’inizio del post, anche se io
avrei approfondito molto di più l’aspetto della perdita. Non è che questo non
sia trattato, ma tutto il peso e la tristezza della perdita non le ho viste nel
protagonista, le ho notate di più in Dandel, l’amica, e le ho sofferte invece
molto con Salomon.
Nonostante Chunky Rice sia un personaggino adorabile, e la
sua amica con lui, non ho trovato affinità con loro e penso che il protagonista
abbia rappresentato più la solitudine che la perdita, anche se ci sono stati
momenti in cui la sua sofferenza si percepiva.
Il tentativo di mantenere un legame messo in atto da Dandel è molto
tenero e molto struggente, questi messaggi in bottiglia lanciati in mare ogni
giorno, anche se non arriveranno mai a nessuno.
Il dolore però, quello profondo, l’ho percepito solo con Salomon,
che nel racconto ha perso tutto, la famiglia, Chunky Rice, ma anche sé stesso.
Salomon è un personaggio semplice, di quelli buoni, ingenui, e se nessuno si
offende, ad un certo punto ho pensato che avesse anche un leggero ritardo
cognitivo. Per lui ho sentito proprio stringersi il cuore e, devo ammettere,
che ci sono stati momenti in cui ho proprio pianto.
Al termine del racconto ci sono anche delle tavole inedite
dell’autore su questo racconto, quindi anche qualcosa in più.
È un racconto breve e non saprei cosa altro dirvi senza
raccontarvi tutta la trama, quindi per oggi va così, commento decisamente
breve.
A presto
-Pearl
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