Buongiorno.
Oggi parleremo di un libro che la maggior parte di voi
probabilmente conosce, e quasi sicuramente chi di voi lo conosce lo ha letto da
bambino o bambina. Ne parliamo tristemente oggi, 17 aprile 2020, il giorno dopo la notizia
del decesso dell’autore, cioè Luis Sepúlveda, scrittore (ma non solo) cileno
naturalizzato francese. Il titolo di cui parliamo oggi è forse la sua opera più
famosa in assoluto: “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a
volare”.
Io ricordo perfettamente di aver letto qualcosa durante le
scuole elementari, probabilmente qualche stralcio nel libro di narrativa, e
ricordo di avere visto il cartone animato che è stato tratto dal libro. Non lo
ricordo dall’inizio alla fine, giusto un paio di scene e la copertina. Un film
italiano del 1998 che è stato poi distribuito in diversi Stati dell’Unione
Europea.
Per chi di voi non lo conosce invece, la trama narra di una
gabbiana che con il suo stormo si posa sull’acqua per cibarsi prima di
ripartire. A causa del riversamento in acqua del petrolio da parte degli uomini
la gabbiana resta bloccata ed inzuppata dalla sostanza chimica nera. Riesce
però a volare sulla terra ferma dove incontra un gatto nero a cui strappa la
promessa di occuparsi del suo uovo, di non mangiarlo e di insegnargli, a tempo
debito, a volare. Essa depone infatti un uovo prima di morire, a cui Zorba
(questo il nome del gatto) si dedicherà mantenendo la propria parola di gatto,
e visto che la parola di un gatto impegna ogni singolo gatto al rispetto della
stessa la gabbianella, che chiameranno Fortunata, vivrà sotto la protezione dei
gatti del porto. Una volta cresciuta, i gatti cercheranno di mantenere anche
l’ultima promessa, ovvero di insegnarle a volare.
È un libro per bambini, quindi è scritto in modo molto
semplice e chiaro anche se riesce a mettere in luce alcune problematiche molto
importanti: prima tra tutti la diversità e l’importanza dell’affetto che va
oltre queste differenze. Infatti Zorba e la gabbianella non hanno nulla in
comune, anzi, in natura probabilmente un gatto vedrebbe l’uccello come una
preda, e proverebbe a mangiarselo. Invece il messaggio che arriva al bambino è
che bisogna riuscire a guardare oltre quelle caratteristiche che ci distinguono
e puntare verso l’obiettivo comune, ognuno a modo suo, con le proprie capacità.
Un secondo tema fondamentale ancora oggi è l’inquinamento,
che non viene affrontato come tematica principale, ma se ne fa accenno come
problema che già allora, ricordiamolo era il 1998, cominciava a sentirsi in
modo profondo. Tutta la questione degli sversamenti di petrolio nell’acqua, ha
fatto sì che nel libro si parlasse di una situazione da risolvere subito,
altrimenti si sarebbe arrivati ad un punto di non ritorno. Pensare a che punto
siamo ora non fa altro che demoralizzarci sempre di più, probabilmente.
Infine un terzo tasto toccato da questo libro, che trovo
essere molto educativo, è la responsabilità, qualcosa di cui oggi si sente
molto la mancanza, soprattutto nei bambini e nei ragazzi, probabilmente perché
sono il riflesso di una generazione di genitori che tende ad assumersi troppa
responsabilità per non addossarla ai figli, oppure che a sua volta non si
assume la responsabilità di nulla. Zorba si assume una grandissima
responsabilità e fa di tutto per mantenere le proprie promesse. A volte perde
le staffe e se la prende con chi lo intralcia, ma resta sempre gentile, anche
se mette alcuni paletti fondamentali. L’ho trovato una figura educativa molto
importante nella sua semplicità.
Per quanto riguarda i personaggi ho vissuto come vero e
assoluto protagonista Zorba, che accompagnato dalla combriccola di gatti del
porto, riesce a risolvere tutti i problemi che incontra lungo la strada, oltre
che al suo valore educativo di cui sopra. Inoltre la descrizione fisica del
gatto ed il suo carattere mi hanno ricordato moltissimo il mio gatto Zucca.
Quindi non ho potuto fare altro che innamorarmi di lui.
Divertenti alcuni personaggi, come il gatto che si occupa
dell’enciclopedia e cerca su di essa la risposta ad ogni domanda, senza però
riuscire a fare il passaggio che va oltre la semplice descrizione o spiegazione.
Lo trovo un libro per bambini molto interessante e lo
consiglio a chiunque abbia figli, soprattutto consiglierei di leggerlo insieme,
in modo da poter poi riflettere con i propri figli sulle tematiche riportate
sopra o su tematiche che loro o voi vedete nella trama e che io magari non ho
nemmeno visto.
Quindi pollice in su, e alla prossima!
-Pearl
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