Buongiorno a tutti.
Sì, mi sto dedicando più del solito alle letture per ragazzi, perché li trovo meno impegnativi ma più coinvolgenti, con un ritmo del racconto più sostenuto. Questo perché devono attirare l’attenzione dei giovani e spingerli a proseguire la lettura fino all’ultima pagina.
Poi, tra un libro e l’altro, ci inserisco anche dei saggi o dei romanzi di narrativa per adulti, che però non reggono facilmente il confronto (non tutti per carità, diciamo alcuni) e dopo aver letto e seguito le avventure narrate da “Ulysses Moore” sembrano ancora più noiosi e più lenti.“Ulysses Moore” è in realtà una serie di romanzi per
ragazzi, del genere fantasy, tutta italiana, scritta da Pierdomenico
Baccalario, sotto lo pseudonimo che dà anche il nome alla serie. Infatti
l'autore sostiene di aver trovato le pagine di diversi diari in un baule in
Cornovaglia, e che abbia deciso insieme alla casa editrice di pubblicarli con
il nome di chi li aveva presumibilmente scritti: Ulysses Moore, per l’appunto.
In totale sono 18 diari suddivisi in tre parti di 6 libri ciascuna, pubblicate
separatamente.
Ho letto solo il primo, “La porta del tempo” e vi avverto
fin da subito e senza spoiler che si collega direttamente con il secondo, indi
per cui non esiste una fine del racconto. Vi raccomando dunque di prepararvi a
svaligiare la vostra biblioteca di fiducia.
Due fratelli, Jason e Julia, si trasferiscono con i genitori
a Kilmore Cove (cittadina inventata) in Cornovaglia, in una grande casa sulla
scogliera che apparteneva al famigerato Ulysses Moore. A scuola fanno amicizia
con Rick, che sembra essere affascinato da quel luogo e da quella casa da
sempre, ed insieme andranno alla scoperta della loro nuova residenza: Villa
Argo.
I protagonisti, come la maggior parte dei personaggi
descritti nei libri per ragazzi sono intraprendenti, coraggiosi, intelligenti,
e ciascuno di loro possiede caratteristiche peculiari e punti di forza che,
uniti, rendono la squadra in grado di affrontare le avventure che li aspettano.
Tra i ragazzi protagonisti della storia quello a cui mi sono
sentita più affine è Rick, molto più competente dal punto di vista del
ragionamento logico che non atletico, caratteristica che lo distingue in modo
netto da Jason, che invece si butta nelle situazioni più rischiose, seguendo
più l’istinto che la ragione. Però proprio grazie a questa e ad altre
differenze tra i vari personaggi, essi riescono a sopravvivere e a fare
progressi nelle indagini fino alla fine del libro. Dove il coraggio di uno
viene a mancare la spregiudicatezza e l’incoscienza dell’altro permettono alla
trama di proseguire, spingendoli sempre più vicini alla verità.
Lo stile è semplice, gli avvenimenti sono rapidi e anche le
soluzioni ai vari enigmi vengono trovate abbastanza rapidamente, ed è meglio
così, altrimenti l’attenzione del lettore di 10 anni scemerebbe velocemente e
si dedicherebbe ad altro. Trovo che sia un buon modo di coinvolgere i ragazzi,
e capisco perché questa serie abbia avuto un buon successo, tanto da essere
tradotto anche in altre lingue. Certo, come ho accennato all’inizio i libri per
ragazzi hanno queste caratteristiche per un motivo, e riescono a coinvolgere
anche gli adulti, come me. Però riflettendo sulle letture che ho fatto
ultimamente (questa, Blitzcat di cui abbiamo già parlato e Fairy Oak di cui
forse parleremo più avanti) sento che qualcosa mi manca. Sono assolutamente
convinta che siano tutti buoni libri, e che siano un buon modo per spronare i
più giovani a leggere, però non riescono a soddisfare completamente il lettore
adulto.
“Eh certo, sono scritti per un target di ragazzi, che
pretese!”
Lo so, lo so. E ripeto ancora una volta perché sia
completamente chiaro, questo non toglie valore al libro in sé, anzi. La mia
riflessioni si lega più alle letture che si fanno nel corso della vita: da
bambina e da ragazza ho amato libri che, riletti alla luce dei trent’anni
(ahi), mi hanno fatto storcere un po’ il naso. Ora cerco qualcosa di diverso
dalle mie letture, non sempre e non solo intrattenimento, ma anche spunti di
riflessione sulla vita, sul mondo, sulle persone e su di me. E io cambio, come
cambiamo tutti. Ci sono libri che ho amato da piccola e che ho riletto e ho
continuato ad amare, come “Al ladro disse il gatto”. Ma so che ci sono libri di
cui ho un buon ricordo che non rileggerò più, perché preferisco mantenere quel
ricordo che rischiare di distruggerlo.
Continuerò a leggere libri per ragazzi, soprattutto quando
vorrò semplicemente staccare la testa da pensieri e macchinazioni un po’ troppo
impegnative. Viva la letteratura per ragazzi! (che sa benissimo andare oltre il
puro intrattenimento. Così, solo per specificarlo eh.)
La delusione più grande è stata scoprire che non è stata
fatta la scelta di inserire un finale aperto, come invece mi aspettavo, che
permettesse allo stesso tempo di completare (anche solo parzialmente) la trama
e di far presagire un seguito (di ben 17 libri). Invece si conclude a metà,
proprio nel bel mezzo dell’azione e ho passato qualche istante a controllare
che non ci fossero pagine mancanti. Non potevo credere che finisse così, e
invece sì, quindi sappiatelo: lettore avvisato… eccetera, eccetera.
Quindi ragazzi e ragazze correte in biblioteca che le
avventure di Jason, Julia e Rick vi aspettano.
A presto
-Pearl
Nessun commento:
Posta un commento