Neil
Gaiman è uno scrittore noto soprattutto per due opere: “Stardust” e “Coraline”
e da cui sono stati tratti rispettivamente un film ed un cartone animato.
“Nessun
dove” è il primo romanzo che leggo di questo autore, anche se ha scritto a
quattro mani “Buona apocalisse a tutti” (Good Omens) con Terry Pratchett, quindi
diciamo che è la prima volta che leggo un libro tutto suo. È
del 1996 ma in Italia è stato pubblicato per la prima volta nel 1999, della serie, noi arriviamo sempre in ritardo.
del 1996 ma in Italia è stato pubblicato per la prima volta nel 1999, della serie, noi arriviamo sempre in ritardo.
È
un libro fantasy, ambientato a Londra nei giorni moderni, quelli degli anni in
cui è stato pubblicato, e il protagonista è il giovane Richard, che si ritrova
incastrato in una situazione che lo strapperà dalla sua vita per scaraventarlo
in un mondo nuovo, parallelo al suo di cui tutti ignorano l’esistenza, se non
coloro che ci vivono: gli invisibili, i pazzi, coloro che non vengono notati o
vengono ignorati.
È
una storia fantasy, che secondo me possiede la giusta dose di fantasia, sia da
parte dello scrittore che crea un mondo particolare e avvincente, sia da quella
del lettore, perché la scrittura di Gaiman lascia molto spazio alla libera
interpretazione. Le descrizioni dei personaggi infatti sono presenti ma non
sono particolarmente dettagliate, punto interessante perché coinvolge
direttamente il lettore che “disegna” i personaggi insieme allo scrittore.
L’ho
trovato bello per diversi motivi: in primo luogo, come ho già accennato, la
trama segue un filo logico con una dose equilibrata di fantasia. Nei libri
fantasy che ho visto di recente o di cui ho sentito parlare, soprattutto da
cuginetti o ragazzini più piccoli, sembrano esserci due caratteristiche: il
fantasy eccessivo, dove tutto è possibile per il semplice fatto di appartenere
a questo genere e allora si dà il via a trame poco logiche, e il fantasy che mi
sento di definire un po’ “Harmony” in cui la storia è centrata sull’amore tra i
due protagonisti e l’unico, o uno dei pochi, aspetti fantasy è che lui/lei (ma
di solito lui) non è umano. “Nessun dove”, invece, permette di avere il fantasy
con una logica di fondo, con personaggi che non possono fare qualsiasi cosa e
che hanno dei difetti che li rendono realistici, il che permette al lettore di
immedesimarsi; dall’altro lato la trama non è sentimentale e non tratta il tema
dell’amore, questo rimane sullo sfondo, come arricchimento per la trama stessa
che però ha un focus diverso: l’evoluzione e la crescita del protagonista.
Un
altro aspetto importane e interessante è che gli abitanti di questo mondo
parallelo chiamato “Londra sotto” non vengono visti dagli abitanti di Londra,
ma semplicemente perché quelli li ignorano; infatti se un abitante di Londra
sotto richiama l’attenzione viene visto, ma subito dopo dimenticato. Secondo me
questa potrebbe essere una metafora di come le persone che non si “adattano” al
sistema vengono considerate diverse o, molto più spesso, non vengono
considerate affatto e rimangono quindi ai margini della società, attirando
l’attenzione solo in casi eccezionali. Per esempio quando in inverno muoiono
dei senza tetto a causa del freddo: è una notizia che si sente tutti gli
inverni e che suscita orrore e scalda le folle, ma di cui nessuno parla o che
nessuno ricorda durante l’estate. Anzi dà fastidio vederli in giro quando si è
in vacanza, quando chiedono dei soldi e la maggior parte delle persone,
semplicemente li ignora.
È
un libro che consiglierei; secondo me è adatto sia ai ragazzi sia agli adulti
appassionati del genere. È scritto in modo scorrevole e piacevole, non ci sono
intoppi o parti che rendono difficoltosa la lettura. Non è un romanzo
complicato e per questo secondo me è adatto a tutti.
-Pearl
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