Buongiorno!
Mi sono resa
conto, o almeno mi sono fatta l’impressione, di scrivere commenti ai libri un
po’ monotematiche, o forse sarebbe meglio dire poco diversificate. Ma prometto
che mi impegnerò per dare maggiore varietà ai miei scritti.
Oggi fantasy,
che è un genere che ho trattato molto poco, me ne rendo conto, e per di più
quel
poco che ho trattato si lega a Terry Pratchett. Anche oggi a dire la verità parliamo di un libro di questo autore. Sembra una contraddizione con quanto appena scritto, lo so, ma è un ragionamento che ho fatto dopo aver finito di leggere il romanzo di oggi, quindi chiedo venia e dalla prossima volta altro autore, promesso.
poco che ho trattato si lega a Terry Pratchett. Anche oggi a dire la verità parliamo di un libro di questo autore. Sembra una contraddizione con quanto appena scritto, lo so, ma è un ragionamento che ho fatto dopo aver finito di leggere il romanzo di oggi, quindi chiedo venia e dalla prossima volta altro autore, promesso.
“Stelle cadenti”
è un romanzo del 1990, che terrei a sottolineare essere stato tradotto solo nel
2007! L’autore, come già specificato, è quel mattacchione di Terry Pratchett
che si contraddistingue ancora una volta per brillantezza ed umorismo. La
storia narra di un’idea, sepolta sotto la sabbia che riaffiora nel momento in
cui l’ultimo guardiano muore senza lasciare il compito ad un'altra persona.
Tutta la storia del guardiano si capirà man mano che la storia prosegue, non
sarà chiarissima fin da subito. Questa idea ha a che fare con il cinematografo,
ovvero la creazione di immagini in movimento su uno schermo, riprese su una
pellicola che scorre molto velocemente: un film. Questa idea riaffiora in un
luogo specifico, ovvero Holy Wood (e non serve specificare a cosa faccia
riferimento questo nome). Questa idea va a creare dei desideri, delle
aspettative, ma credo che le parole di Sir Pratchett sarebbero più chiare:
“ Alcuni granelli di sabbia scivolarono via
lasciando un piccolo buco. Ne emerse qualcosa, qualcosa di invisibile. Qualcosa
di allegro, egoista e meraviglioso. Qualcosa di intangibile come un’idea,
perché era questo che era. Un’idea folle. Era vecchia, in un modo che nessun
calendario noto all’uomo poteva misurare, e ciò che aveva in quel momento erano
ricordi e necessità.”
Questa idea porterà
i protagonisti, Victor (aspirante mago che però rifugge qualsiasi
responsabilità), Ginger (aspirante attrice che fugge dalla vita di campagna) e
Gaspode (cane parlante e suonatore d’armonica), a riunirsi a Holy Wood e
cercare di evitare il disastro che si avvicina sempre più.
La prima cosa
che mi sembra interessante da dire è che in questo libro non esistono capitoli:
il racconto si sviluppa come se fosse un film che stiamo guardando dalla
poltrona del cinema e ci sono semplicemente dei cambi di scena rappresentati
con uno spazio tra un paragrafo e l’altro. Sottigliezza che ho molto apprezzato
vista l’intenzione di richiamare l’idea del cinema e di Hollywood, risulta
essere una specie di film su carta stampata.
La storia è una
metafora di Hollywood, chiaramente trasferita in un mondo fantasy con
conseguenze possibilmente catastrofiche; il tutto è molto esagerato e portato
all’estremo ma tutto resta comunque sul piano della realtà perché ciò che viene
descritto, anche se all’ennesima potenza, rappresenta la realtà. L’autore ha
preso Hollywood e l’ha ingrandita, ingigantita immaginandola come qualcosa di
pericoloso e negativo. È una questione di trama e di divertimento ma potrebbe
far riflettere su quanto la nostra ambizione ed il nostro bisogno di sentirci
famosi, importanti o migliori ci possa portare, a volte, a perdere di vista il
quadro generale, o la realtà dei fatti.
Per quanto
riguarda i personaggi li ho trovati tutti ben caratterizzati, alcuni un po’ più
stereotipati di altri, ma sempre con quel qualcosa in più che Terry Pratchett
non ci fa mai mancare. Ho parlato di protagonisti, ma tutti i personaggi citati
hanno un ruolo nella trama e servono a farla evolvere, come se fossero tutti
pezzi dello stesso puzzle, il che è poi anche reale. I personaggi non umani, in
particolare gli animali, sono molto caratterizzati, con personalità differenti
e, per me, sono stati anche i più divertenti da leggere. Direi che Gaspode è
senza dubbio il mio personaggio preferito in questo romanzo, e vince a mani
basse anche perché sa suonare l’armonica.
Altre cose
particolari che vorrei sottolineare sono prima di tutto la comicità della
storia, divertente sotto ogni punto di vista, di quel tipo di divertimento che
riesce a smorzare qualsiasi tensione. Inoltre ho trovato molto belli due punti
che vorrei sottolineare: ad un certo punto Gaspode fa una riflessione sulla
differenza tra l’essere un cane prodigio e recitare la parte del cane prodigio.
A volte il primo non viene affatto notato o considerato mentre il secondo viene
riempito di gloria ed identificato come tale, anche se lo è stato solo per
finta. È importante ricordare che la parte che noi tutti recitiamo nel mondo
non sempre rispecchia quello che siamo realmente.
La seconda
considerazione ha a che fare con la giovinezza e la vecchiaia e vi lascio solo
la citazione della frase, poi ognuno di voi potrà pensare ciò che vuole o fare
le riflessioni che preferisce:
“Perché dentro ogni anziano c’è un giovane che si
chiede cosa gli sia successo.”
Con questo vi
lascio consigliandovi di leggere “Stelle cadenti”, un romanzo di poco più di
300 pagine, scorrevole e (ripeto rischiando di annoiarvi a morte) divertente.
Amerete i personaggi, e la trama vi sembrerà familiare grazie al richiamo al
mondo più sfavillante, luccicante, ambito e famoso: Hollywood.
-Pearl
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