Buongiorno a
tutti!
Oggi nuovo
genere sul blog, fa il suo ingresso,
signore e signori, il fumetto!
Il fumetto è un
genere particolare, diciamo che non tutti lo inseriscono nella letteratura. Per
chi viene da Marte, Urano o in generale da un altro pianeta e non è a
conoscenza dell’esistenza di
questo genere spenderò due parole per farvi capire di che sto parlando. Il fumetto è un libricino, se così lo si può chiamare in cui viene raccontata una storia breve ed è accompagnato da delle illustrazioni, o meglio è composto prevalentemente da illustrazioni. Viene tendenzialmente organizzato in collane in quanto il fumetto tratta le vicissitudini di un personaggio, il protagonista, ed ogni fumetto è a sé stante, racconta quindi un episodio differente. Come una serie TV ma messa su carta.
questo genere spenderò due parole per farvi capire di che sto parlando. Il fumetto è un libricino, se così lo si può chiamare in cui viene raccontata una storia breve ed è accompagnato da delle illustrazioni, o meglio è composto prevalentemente da illustrazioni. Viene tendenzialmente organizzato in collane in quanto il fumetto tratta le vicissitudini di un personaggio, il protagonista, ed ogni fumetto è a sé stante, racconta quindi un episodio differente. Come una serie TV ma messa su carta.
Per tutti voi
invece, amanti dei fumetti, siate clementi, non sono un’esperta, anzi direi
proprio il contrario. La mia unica esperienza di fumetti, a parte quelli di cui
vi parlo oggi, sono due volumi di Dylan Dog di mio fratello letti in infanzia e
i classici Topolino.
Ho voluto però
sperimentare questo genere, perché l’aspetto grafico dei fumetti mi ha sempre
affascinato e poi, diciamolo, sono veloci da leggere. In un’oretta se ne legge
uno e dunque sono un ottimo passatempo!
Il fumetto è un
genere che spesso viene ignorato da tutti i non appassionati, che al contrario
sono spesso super informati, ma trovo importante sottolineare che invece,
l’Italia è molto proficua! Anche di fumetti famosi, quindi penso sia doveroso
dedicargli almeno un po’ della nostra attenzione. Ad esempio Diabolik è
italiano, Dylan Dog è italiano, insomma, noi italiani siamo bravi in questo
(cioè sono bravi, io no, non so fare fumetti) quindi è giusto dargli il merito
che si sono guadagnati.
Ma bando alle
ciance e passiamo a parlare dei fumetti di oggi! Mi erano già stati consigliati
in passato (Grazie Jako!) e quando mia mamma li ha visti al mercatino
dell’usato, me ne ha comprati tre. Sto parlando di “Julia – Le avventure di una
criminologa”, fumetto italiano edito da Sergio Bonelli Editore. In particolare
ho i volumi 92, 93 e 94.
Julia è una
giovane criminologa che insegna all’università e che collabora con la polizia
di Garden City in New Jersey. Garden City non esiste nella realtà ma è stata
inventata dagli autori, come spesso avviene nei libri. Il primo fumetto parla
di un caso cosiddetto Cold case, come il telefilm, su cui la protagonista si
troverà ad indagare per caso; il secondo la vedrà alle prese con dei serial
killer e il terzo sarà invece un caso di omicidio isolato.
Per quanto
riguarda i miei commenti al riguardo vorrei partire dalla protagonista, Julia.
Prima di tutto specifico che il suo personaggio è stato disegnato prendendo
come ispirazione Audrey Hepburn, che tutti voi conoscerete. Vi lascio un’immagine
dell’attrice con un’immagine del fumetto, per poter osservare le somiglianze.
A me
personalmente non piace Audrey Hepburn, ma questa è la mia opinione personale,
ma trovo che inserire un personaggio così simile alla realtà, visivamente
parlando, sia una scelta un po’ perdente. Mi spiego meglio. Quando si legge un
libro si leggono delle descrizioni, ma in assenza del supporto visivo, ognuno
immagina i personaggi sulla base delle caratteristiche indicate. La mia
costruzione mentale del personaggio non sarà mai uguale a quella di un altro
lettore, e nemmeno a quella dello scrittore che il creatore. Per me questo è
uno degli aspetti migliori dei libri, perché permette in qualche modo di
personalizzarli, il libro influenza sì il lettore, ma è anche il lettore a
contribuire alla storia. Con questo non voglio dire che il supporto visivo
fornito dal fumetto sia negativo, anzi a me piacciono moltissimo i disegni dei
fumetti, ma disegnare un personaggio, soprattutto il protagonista ad immagine e
somiglianza di una persona reale, famosa in tutto il mondo, la richiama
inevitabilmente alla memoria per tutto il fumetto. Quindi mentre io leggo di
Julia, la criminologa, penso a Audrey Hepburn l’attrice, e questo è uno degli
aspetti che non mi è piaciuto.
Per quanto
riguarda il resto penso di essermi sbagliata nel modo di approcciarmi al
fumetto, e quindi di essermi creata aspettative erronee dovute alla mia
mancanza di esperienza nel campo: mi aspettavo un approfondimento dei
personaggi principali e un percorso di ragionamento sulle indagini con indizi
sparsi qua e là per riuscire ad individuare sospetti e colpevoli. Chiaramente
ho basato le mie aspettative sui libri e non sui fumetti. In primo luogo il
fumetto è breve e la maggior parte dello spazio è occupata dalle immagini.
Spesso sono presenti molti personaggi che non è possibile approfondire perché
presenti in quell’unico volume. L’unico personaggio che è possibile
approfondire in un fumetto è il protagonista, o se ci sono i personaggi
secondari ma presenti in tutti gli episodi.
Non ho comunque
trovato un approfondimento particolare nemmeno della protagonista, ma ho letto
solo tre episodi e dunque non mi voglio sbilanciare. I ragionamenti che fa sono
tutti nel retroscena, non vengono espressi e dunque non si crea la suspense
tipica dei gialli, inoltre a volte, i colpevoli vengono svelati subito, anzi a
volte anche prima di iniziare a leggere. La copertina posteriore dell’episodio
92, ad esempio parla dell’episodio 93 ed anticipa come prima cosa i colpevoli.
Se seguite il blog sapete che questo è il genere di giallo che non mi piace,
preferisco costruire le mie ipotesi e prestare attenzione ai dettagli per
mettermi alla prova.
Il fumetto ha
132 pagine, e la storia si sviluppa tra le 125 e le 128 pagine, mentre nei
fumetti classici, ho letto, sono generalmente 96. Il motivo è che gli autori
volevano più spazio per trattare meglio i singoli casi. Questo aspetto è
decisamente apprezzabile perché indica un buon lavoro di ragionamento e di
costruzione della storia quindi ottimo.
È un buon
fumetto, i disegni sono belli, le storie sono abbastanza classiche ma
interessanti ed è scorrevole, nonché piacevole, da leggere. Ripeto che tutte le
mie aspettative deluse sono dovute alla mia assoluta ignoranza per quanto
riguarda la sfera ed il mondo del fumetto.
Ho molto
apprezzato i riferimenti discografici in quanto, quando vengono inserite delle
musiche (ad esempio i protagonisti ascoltano la musica o qualcuno ha le cuffie
nelle orecchie, vengono inseriti tutti i dati: titolo, autore, anno, album e
casa discografica. La trovo un’idea azzeccata in nome della completezza. Spesso
infatti quando vengono citate le canzoni nei libri si fa accenno al massimo
all’autore ma questa attenzione al dettaglio è positiva.
Per quanto
riguarda il genere non credo che si possa definire migliore o peggiore dei
romanzi o dei libri, sono semplicemente differenti. Infatti viaggiano su due
canali diversi, o meglio, usano entrambi il canale visivo ma con due modalità:
uno ha solo le parole e l’altro ha anche le immagini. Ripeto che sono diversi
in termini di produzione ma non in termini qualitativi.
Quindi fumetti
semplici ma approvati! Ve li consiglio e leggerò sicuramente altro di Julia ma
anche di altri fumetti, per cercare di farmi un po’ di cultura al riguardo!
-Pearl
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