Buongiorno a tutti!
Oggi ci dedichiamo ad un grande classico del suo genere,
forse il Giallo per eccellenza, quello che tutti conoscono e che rappresenta
l’emblema e porta fieramente la bandiera del suo popolo.
Devo ammettere di essere stata molto in agitazione per
questa lettura da quando ho pensato di leggerla, dato che è così famoso,
appartiene al mio genere preferito e forse ero l’unica persona al mondo a non
averlo ancora letto. Fatto sta che ho preso il mio e-reader, che era rimasto a
prendere polvere sul comodino accanto al letto e ho cominciato la mia lettura.
Agatha Christie ha creato due personaggi importanti: Miss
Marple e Mensieur Poirot. Della prima ho già parlato perché avevo già recensito
un libro che la vedeva come protagonista, ma ora ho potuto conoscere anche
Poirot, l’investigatore francese protagonista di vari racconti dell’autrice. In
particolare, quello più famoso è probabilmente questo: “Assassinio sull’Orient
Express”. Per chi non conoscesse la trama, l’investigatore sta viaggiando
sull’Orient Express, quando il treno si ferma per una forte nevicata e non può
ripartire, nel frattempo avviene un omicidio e il protagonista viene coinvolto
con la richiesta di individuare il colpevole tra i passeggeri.
Come già avevo notato nel libro “Addio, Miss Marple”,
l’altro libro già recensito sul blog, il linguaggio è semplice e scorrevole, il
classico giallo adatto a tutti, che si può leggere nel tempo libero con
tranquillità. La strutturazione del giallo, in questo caso però, è particolare,
infatti dopo una prima introduzione in cui si parla del treno e della partenza,
nella seconda parte del libro tutti gli indizi vengono messi davanti agli occhi
del lettore, come se esso stesso fosse l’investigatore che si trova a dover risolvere il caso. Di solito, invece, quello che avviene è che
il lettore deve estrapolare gli indizi che sono nascosti nella trama e che solo
il protagonista generalmente coglie.
Poirot è un investigatore francese, dunque ogni tanto, nei
dialoghi, ci sono battute o pezzi di frasi scritte in francese, tutte
assolutamente comprensibili. Inoltre non viene descritto come generalmente
avviene: è un protagonista non convenzionale, infatti nella descrizione
iniziale viene detto che ha una testa ad uovo. Insomma, non proprio un’immagine
esteticamente convenzionale. Questo è un aspetto che ho apprezzato molto,
soprattutto negli ultimi tempi infatti, e negli Young Adult in particolare, i
protagonisti devono essere dei grandi adoni. E spesso viene fatta
l’associazione bello=buono e brutto/con difetti=cattivo, quando nella realtà il
nostro involucro interno non definisce la nostra persona.
Poirot parla poi spesso di psicologia, sostenendo e
valutando un indizio nonché la probabile colpevolezza o meno sulla base della
“psicologia” del personaggio preso in esame. Si fanno per esempio associazioni
come “l’italiano è passionale quindi potrebbe aver pugnalato, il cameriere
inglese è riservato quindi è improbabile che menta”. Nonostante siano deduzioni
interessanti mi resta qualche dubbio al riguardo. È comunque comprensibile e
interessante allo stesso tempo che siano state inserite nel libro queste
considerazioni. Probabilmente anche per il periodo in cui è stato pubblicato:
1934, di lì a 5 anni infatti Freud morirà a Londra, e dunque tutte le sue
teorie erano praticamente sviluppate e ormai famose in tutto il mondo. Questa
influenza potrebbe aver portato l’autrice ad inserire questo aspetto nel
personaggio, ma prendete con le pinze quanto ho scritto, perché non ho letto
nient’altro con Poirot come protagonista e magari invece questa caratteristica
è presente in lui fin dai primi romanzi.
Nonostante tutto, nonostante la pressione della fama che
precede questo romanzo devo ammettere che non l’ho apprezzato appieno. In
particolare devo dire che il finale non mi ha appagato. Non farò spoiler,
quindi non dirò molto al riguardo, anzi non dirò nulla se non che mi lascia un
po’ con l’amaro in bocca. Per il resto il giudizio è assolutamente positivo: è
scritto bene, studiato fin nei minimi dettagli, e tutto alla fine combacia
perfettamente, però questo finale è un po’ lontano dalle mie corde, diciamo
così.
Ad ogni modo è un buon giallo, quindi è consigliato a tutti
coloro che amano il genere e che ancora non lo hanno letto, ma anche a chi
questo genere non lo ha mai letto ed è curioso di scoprirlo. È un giallo
particolare dal punto di vista della strutturazione e magistrale dal punto di
vista dello sviluppo (indizi, ragionamenti, sospetti ecc.)
A presto!
-Pearl
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