Buongiorno
a tutti.
Oggi
parleremo di un libro di fantascienza, un altro libro fantascientifico scritto
molti anni fa, nel 1941, da Robert A. Heinlein, un autore americano.
I
suoi testi si legano molto alla politica e all’importanza dei diritti civili,
in quanto nato in un periodo (1908) di segregazione razziale.
Le tematiche da
lui portate avanti si possono riscontrare fin dalle sue prime opere, non tutte
del genere fantascientifico.
Il
romanzo che ho trovato in biblioteca si intitola “Universo”, semplicemente, e
si compone di circa 170 pagine. In esse è condensato il racconto di un mondo
alternativo, futuro, senza una specificazione temporale che vede diversi
protagonisti nati su una gigantesca astronave, che aveva il compito di
trasportare l’umanità su un pianeta diverso dalla Terra. La popolazione che
abita l’astronave si compone di una società per così dire “civilizzata” e dei
mutanti, persone nate con malformazioni evidenti, a partire da un cranio un po’
più grande del normale fino a doppie teste.
I
due popoli vivono in grande conflitto e si dividono la nave: la parte superiore
è dedicata ai mutanti e quella inferiore agli altri.
Lo
stile non sembra avere caratterizzazioni particolari, è semplice ma efficace
nel permettere ai lettori di immaginare quanto viene descritto e narrato lungo
la storia. Il racconto si sviluppa a tratti, con salti temporali, anche di
mesi/anni e con successivi approfondimenti tra un salto e l’altro. Quindi
all’inizio risulterà più difficile stare concentrati sulla storia, poi invece
diventerà man mano più semplice.
I
personaggi non sono gli eroi delle favole, in particolare Hugh, colui che darà
vita a tutto non è un classico protagonista, non è particolarmente coraggioso e
si lascia un po’ scorrere addosso gli avvenimenti, adattandosi di volta in
volta a ciò che capita. Nonostante ciò, tuttavia, riuscirà nel suo intento,
dopo aver passato molto tempo a studiare e leggere libri. Questa l’ho trovata
una bella metafora dell’importanza della formazione: imparare ci cambia in modo
profondo in diversi aspetti, alcuni positivi ed alcuni negativi.
Una
tematica molto rilevante nella trama e che si mantiene per tutto il romanzo,
quindi mi sentirei anche di dire che è il tema principale, è il continuo e
duraturo contrasto o conflitto tra la fede ed il realismo. Ad esempio,
sull’astronave si fa riferimento, invece che a Dio, ad un certo Jordan, che
sarebbe colui che ha creato la nave. Tutti vivono in funzione di questo
viaggio, iniziato dal mitologico Jordan verso una destinazione oramai sconosciuta:
nessuno sa, dopo generazioni, quale fosse l’obiettivo, ma si continua a
perseverare in attesa che prima o poi qualcosa accadrà e si compirà il destino
di tutti. La parte della popolazione che potrebbe contestare il mancato
riscontro sul piano razionale e concreto viene indicata come eretica e
condannata a morte. Come è possibile evincere dal racconto queste credenze e
queste abitudini sono talmente radicate che sono difficili da modificare. Per
alcune persone più che per altre.
Sullo
stesso tema si sottolinea l’importanza di avere un obiettivo comune, che può
spingere verso il superamento delle differenze, ponendo bene attenzione però a
non lasciarsi trascinare dall’entusiasmo e considerando la possibilità che, a
volte, il superamento delle differenze potrebbe essere solo un mezzo per
raggiungere l’obiettivo. Il cambiamento infatti non si verifica se si finge,
potrebbe essere una semplice facciata. A questo si lega il concetto di
soggettività: il proprio punto di vista è sempre e solo parziale, ci sono
sempre altre verità, almeno tante quante sono le persone coinvolte. Da questo
si deduce inoltre che tutto nella vita, azioni, scelte eccetera è frutto di
interpretazione e quindi è sempre filtrato da una maschera che noi indossiamo
di fronte agli altri e che gli altri usano per guardare verso di noi.
Mi
è piaciuto che l’autore abbia sottolineato l’importanza della razionalità, ma
che lo stesso abbia fatto per l’immaginazione: una razionalità eccessiva
limita, così come una eccessiva immaginazione. L’ideale sarebbe un mix,
utilizzare la razionalità lasciando però aperta la mente alla fantasia e
all’immaginazione. Senza di essa infatti il progresso non sarebbe possibile.
Ho
trovato infine interessante che questi due libri di fantascienza letti finora
si sono rilevati in realtà molto più profondi di quanto si potesse pensare: la
fantascienza infatti viene spesso tacciata di superficialità e di eccessiva
fantasia, mentre in realtà le tematiche che si presentano sono le stesse che si
possono trovare nei cosiddetti libri intellettuali: riflessioni da parte di
autori, saggistica eccetera. Certo nei romanzi è posto tutto in forma di
metafora e sta al lettore compiere il passaggio dal piano letterario a quello
della realtà.
Consiglio
il libro? Sì. leggetelo se siete appassionati di fantascienza o se siete
incuriositi dal fatto che la storia si ripeta in continuazione e sul perché gli
esseri umani non sono quindi in grado di imparare dai propri errori.
A
presto.
-Pearl
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