Buongiorno a tutti!
Halloween è appena passato e dopo la recensione di
Frankenstein di venerdì scorso, oggi di cosa altro potevamo parlare se non di
un libro horror??
Questa volta però ci siamo spinti oltre al classico Stephen
King e alle opere più comuni e siamo andati a scovare un autore nuovo per il
nostro blog: Carlos Ruiz Zafón.
Ne avevo sentito parlare già da conoscenti per quanto riguarda i fantasy, ma
non sapevo avesse scritto anche del genere horror. Infatti, dalla prefazione,
sembrerebbe che nonostante sia un racconto scritto all’inizio della carriera,
“Il principe della nebbia” è stato pubblicato solo successivamente. Scritto
infatti nel 1993 è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 2002,
quasi 10 anni dopo.
Di cosa parla? Il protagonista è un ragazzino che con la sua
famiglia, genitori e due sorelle, si trasferisce sulla costa, in una casa che
sembra letteralmente spettrale, con un giardino interno cosparso di statue di
figure circensi, che per il padre è stato un vero affare. Lì si troveranno a
fare i conti con la leggenda del Principe della nebbia, una figura che sembra
attiva da decenni, e che propone dei patti che somigliano a quelli fatti con il
diavolo: io faccio qualcosa per te, ma prima o poi riscuoterò con gli
interessi. In realtà nessuno sa nulla, se non il custode del faro, un gentile uomo
anziano che sembra sapere più di quanto dice. Max, il protagonista, farà
amicizia con il nipote e pian piano si scioglieranno i fili di una matassa
decisamente più grande di loro.
Parlando di stile mi è sembrato molto semplice, descrittivo
e abbastanza conciso ma d’effetto. Quindi direi che per un libro horror ci può
stare. King scende molto più nei particolari e nella psicologia del personaggio,
Lovecraft ad esempio, invece, si dilunga molto di più sulla descrizione
dell’ambiente e riuscirebbe a creare un’atmosfera inquietante e terrificante
anche descrivendo una teiera.
I personaggi non mi sono dispiaciuti, ma non ne ho trovato
uno in cui mi sono immedesimata. La narrazione era in terza persona, ma non ho
mai avuto problemi ad immedesimarmi con il protagonista né quando parlava in
prima persona né quando il narratore era completamente esterno al racconto.
Penso che sia legato alla poca caratterizzazione dei personaggi, perché nulla è
stato detto su di loro, se non qualche frase qua e là, sporadica e a volte mi è
sembrato addirittura quasi casuale. Alcuni personaggi spariscono proprio ad un
certo punto del libro, tramite un escamotage dell’autore che riesce a metterli
fuori dai giochi. Ma a quel punto viene da chiedersi come mai siano stati
inseriti e coinvolti fin dall’inizio se per i tre quarti del libro scompaiono.
Dal punto di vista della trama la situazione non migliora
particolarmente, ma semplicemente per un motivo: sembra un collage di trame già
lette e/o già viste al cinema. Ad esempio il Principe della nebbia ha l’aspetto,
dato che lavora in un circo, di un pagliaccio, che mi ha fatto subito pensare a
“It”, edito nel 1986. Il fatto che egli sia una specie di diavolo o entità
magica cattiva che esaudisce i desideri e poi riscuote con gli interessi è
presente nelle fiabe già da tempo immemore. Si veda ad esempio Raperonzolo, in
cui la strega concede al padre di Raperonzolo di raccogliere i ravanelli dal
suo orto per la moglie incinta, ma chiedendogli poi in cambio la figlia. Oppure
lo abbiamo visto tantissime volte nei film. Quindi non l’ho trovato
particolarmente originale anche se è stato piacevole leggerlo e ho concluso la
lettura in breve tempo, un paio di giorni in tutto.
So che arrivati a questo punto potrebbe sembrare che non mi
sia piaciuto affatto, ma sono convinta che non tutti i libri debbano essere
ricercati e approfonditi, qualcuno direbbe pesanti. Certo questo è il tipo di
lettura che preferisco e con cui mi piace cimentarmi quotidianamente, ma ci
sono certi giorni, in cui si è particolarmente stanchi o in cui semplicemente non
si ha voglia di leggere Dostoevskij. Sono quelli i giorni in cui questi libri
svoltano la giornata: sono scritti bene, ma non assillano con i dettagli, hanno
una buona trama anche se non particolarmente complessa, e sono scorrevoli e
piacevoli, da leggere in tranquillità. Direi che sono ad un buon livello
considerando la presenza di libri semplici e scorrevoli ma scritti male, con
trame che originariamente dovevano essere complesse ma collassano completamente
a causa dell’incapacità dell’autore. Io non sarei in grado di scrivere un romanzo,
lo so, e infatti non lo scrivo.
Lo consiglio a chi, in seguito all’atmosfera di Halloween
vuole leggere un horror leggero e rapido, giusto giusto per questo weekend
lungo!
A presto
-Pearl
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