Buon
giorno miei cari amici.
Oggi, nello spirito della nostalgia che mi sto portando appresso più spesso del
solito, vi parlerò di un libro a me molto caro, il quale ha costituito un
pilastro importantissimo della mia infanzia.
Vi dirò, non è poco per una
bambina che ha provato ad andare a letto con dei libri invece del peluches. Storie
vere signori, non fandonie, ma non provatelo: i libri sono freddi e pieni di
spigoli ed è tremendamente scomodo dormirci insieme.
“Boscodirovo” è una collana di libri per bambini, scritti e illustrati da Jill
Barklem che per quanto riguarda le arti figurative, trovo essere stata una vera
maestra del
particolareggiato.
Come per tantissimi altri bambini oltre me, Jill Barklem ha invaso, con i suoi
meravigliosi disegni e con le sue favole brevi, i tranquilli pomeriggi
invernali della sottoscritta.
Le sue storie si concentrano su una piccola comunità di topini campagnoli,
abitanti di alberi cavi e più in generale di ogni tana o riparo che la natura
possa offrire loro. In questi rifugi si annidano delle vere e proprie case
arredate, con tanto di vasca da bagno e letti a baldacchino. In alcuni casi
vediamo anche un emporio ed un mulino in piena attività.
I suoi disegni sono ultra dettagliati. La Barklem non manca mai di aggiungere
particolari agli elementi naturali, o alle stanze dove dimorano i suoi piccoli
protagonisti. Inoltre, i vestiti di questi ultimi, alla moda ottocentesca
inglese, sono pieni di trame, merletti e pizzi di ogni genere.
È un mondo poetico, quello di “Boscodirovo”; il focolare pieno di magia e allo
stesso tempo domestico, dal sapore antico.
Il coniglio Peter, più famoso e più chic rispetto ai miei topini sopra
descritti, forse a questo punto protesterà. Vista la grande somiglianza del
tratto stilistico tra la mano della Potter e quella della Barklem, tutto fa
pensare ad una forte influenza dell’una sull’altra. Questi cugini alla lontana,
infatti, hanno in comune ben più che un paio di ambientazioni con Peter.
Tuttavia, per un discorso strettamente affettivo, io patteggio spudoratamente
per i topini e vi dirò anche che non mi dispiace molto la loro minore fama,
considerando il recente cartone animato di Peter, dai disegni completamente
computerizzati e senza più niente che lo riconduca all’originale.
Di “Boscodirovo” io non avevo tutta la collana, anzi sono quasi certa che in
Italia sia impossibile per chiunque avere la certezza di aver letto tutto ciò
che è stato scritto sulle storie di questi amabili roditori, viste le frequenti
riedizioni e le continue trasformazioni di formato o “assemblamento” che hanno
subito.
Io, dei libri in questione, ne avevo solo uno: “Le quattro stagioni di
Boscodirovo”; un libro che purtroppo ho perso e non ho la minima idea di dove
possa essere finito.
Così mi sono decisa a cercarlo in biblioteca, dove dopo averne constatato la
mancanza fra gli scaffali e non contenta di ciò, me lo sono fatto ordinare col
prestito inter-bibliotecario. È giunto a me in un’edizione diversa rispetto a
quella che avevo io da piccola, più bella e rimpolpata con altre storie che non
avevo mai letto e la cosa non può avermi fatto che piacere.
Si, ho fatto tutta questa tiritera in biblioteca per “Boscodirovo”. Ebbene si,
signori! E non me ne vergogno.
Le quattro storie che leggevo da piccola, come suggerisce il titolo stesso,
erano dedicate alle quattro stagioni. Per chi non ha mai letto “Boscodirovo”
sembrerà un particolare da nulla, se non fosse che i disegni particolareggiati citati
precedentemente hanno la capacità di trasformare completamente il tuo punto di
vista riguardo alla questione, anche solo grazie ai colori che la Barklem ha
deciso di inserire nelle sue tavole.
Così ci si ritrova letteralmente immersi
nei colori caldi e avvolgenti dell’autunno, ma anche nelle sue fredde notti
buie, si apprezzano tutti i colori del bouquet primaverile e si rimane
incantati nella sala da ballo della storia ambientata in inverno, di ghiaccio
scolpito. Elsa qui non è nessuno e la me stessa di quattro anni rimaneva
incantata ad ogni pagina. Trovo sia molto importante, per i lettori più
piccoli, avere una visione così dettagliata delle differenze stagionali. Molti
bambini che abitano in città, purtroppo, non hanno una vera percezione del
cambiamento del clima, che comunque ad oggi sembra essere letteralmente
impazzito. Probabilmente le scelte sulla tutela dell’ambiente che compio oggi
dipendono anche dai libri che leggevo da piccola ed è di fondamentale
importanza non sottovalutare questo potere della materie letteraria.
Più semplicemente, qualsiasi insegnante di scuola materna vi potrà confermare
che i bambini esplorano e conoscono il mondo, un mondo per loro pressoché
sconosciuto, attraverso i loro sensi. In sostanza, più stimoli vengono loro
dati per elaborare il freddo e il caldo, il secco e l’umido, il forte vento o
la pioggerellina, meglio è. Ovviamente sarebbe meglio uscire in giardino e
saltare nelle pozzanghere, ma anche un libro dai colori giusti può fare il suo egregio
lavoro.
“Boscodirovo” resta per me un grande classico che non dovrebbe mai mancare in
nessuna libreria dei piccoli e che consiglio vivamente a chiunque.
Le storie sono facili e brevi, alla portata dei lettori alle prime armi e
tuttavia possiedono un certo spessore.
Sono sicura che se esiste ancora un po’ di pura e semplice bontà, nel mondo
degli adulti, la si deve a “Boscodirovo”.
Buon fine settimana e buone letture!
-Liù
Ringraziamo il signor Gutenberg che con la sua fenomenale invenzione ha portato il sapere a tutti gli assetati di conoscenza come noi. Siamo due amanti dei libri a cui è nata la voglia di cimentarsi in questa nuova esperienza per condividere con altri la nostra opinione. Non siamo scrittrici o esperte di letteratura per cui sottolineiamo che tutto ciò che verrà scritto sarà solo il frutto delle nostre idee personali da dilettanti, quali siamo.
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