domenica 25 aprile 2021

Letteratura italiana - Capitolo 11

 

Buon giorno, cari lettori! Buon giorno e buon 25 Aprile!
Una giornata a cui personalmente sono molto affezionata e che di certo, ogni anno, fa riflettere molti di noi.
Quale che sia l’opinione soggettiva, è certo che questo non è un giorno come tutti gli altri e per questa occasione non potevo che recensire il principale narratore del tema: l’unico e solo Beppe Fenoglio, nel suo capolavoro assoluto “Una questione privata”. Il romanzo per eccellenza dello scrittore ex-militante, il suo cavallo di battaglia, quello che meglio esprime la sua poetica e la sua visione della guerra partigiana, nonché desunto dalla sua profondissima e diretta esperienza personale.
Qualunque cosa credete di sapere in proposito, Fenoglio la rimetterà in discussione, oltretutto dal pulpito estremamente legittimato di chi, la lotta resistenziale, l’ha combattuta in prima persona.


Calvino stesso ha incoronato Fenoglio a maggior narratore dell’evento storico in questione e questo nonostante le opinioni politiche divergenti e il fatto che lo stesso Calvino aveva scritto “Il sentiero dei nidi di ragno”. Ciò non lo ha di certo fermato dall’ammettere che il collega piemontese ha saputo parlare della guerra meglio di lui, anzi: meglio di chiunque altro. Leggendo “Una questione privata” questo ci è assolutamente chiaro.
Milton è un partigiano atipico, solitario e malinconico. La sua storia non è una storia corale, bensì un ossessione di natura sentimentale che ha importanza solo ed unicamente per lui, ma è l’unica cosa di cui gli importa e che lo muoverà fino all’ultimo.
Abbiamo un protagonista profondo, seppur delineato da una penna nervosa che resta unicamente in superfice. Così è il vero talento della scrittura di Fenoglio: centrare perfettamente il personaggio, senza essere uno scrittore psicologico; senza indagare troppo.
Milton è greve e per gran parte del tempo tormentato; tormentato dal suo amore per una ragazza, Fulvia, che non vede da tempo e per il sospetto che lei avesse avuto una tresca con il loro amico Giorgio, terzo vertice di un triangolo amoroso al centro di tutta la storia.
Milton farà di tutto per raggiungere Giorgio, per togliersi questo sospetto dalla testa, questo tarlo e dubbio stillato in lui sin dalle prime pagine e che sarà il motore di tutta la vicenda. Questa la questione privata. Nessun grande ideale, nessuna lotta per la libertà, se non lo sfondo o l’arricchimento marginale del vero succo della faccenda: Fulvia era davvero innamorata di Giorgio? Milton deve saperlo. È imperativo. E per farlo sarà disposto a tutto.
E quindi perché diciamo che questo, un romanzo incentrato su un triangolo amoroso, è il romanzo più completo dello scrittore? E non uno scrittore qualunque, ma il migliore che la guerra partigiana potesse avere come narratore.
Intanto c’è da dire che il suo modus operandi prevedeva correzioni e modifiche continue. Fenoglio tornava sempre sui suoi passi e sempre cambiava qualcosa, creando talvolta una scrittura stratificata e tal’altra romanzi mai conclusi davvero, quasi “sospesi”.
Il Milton giunto sin qui non è nient’altro che la trasformazione del Milton molto più duro, spietato e freddo che possiamo ritrovare ne “L’imboscata”, il quale a sua volta non è nient’altro che l’evoluzione dello snob e intellettuale Johnny de “Il partigiano Johnny” e “Primavera di bellezza”.
Fenoglio è così, mannaggia a lui! Eppure ci ha lasciato una caratterizzazione del personaggio che non si può non apprezzare e che soprattutto è in grado di farci capire quanto quell’esperienza storica sia stata fatta da ragazzi giovani e per lo più impreparati, ma soprattutto da persone senza una reale messa a fuoco sui grandi ideali della guerra civile.
Sono state le piccole cose, le piccole questioni private, le faccende personali a muovere quelle figure, questo vuole dirci Fenoglio. Ha ridimensionato la propaganda del dopoguerra in favore di una verità più scomoda, ma di certo più attendibile ai fatti storici e per quanto all’epoca non sia stato capito, di certo adesso sappiamo che nulla di quello che ha scritto ha mai sminuito il valore storico di quei tre anni di fuoco nel nord-Italia.
Abbandonata la retorica eroica della figura del partigiano propugnata fino agli anni ’80, ecco che attraverso Fenoglio possiamo vedere, comprendere e apprezzare ciò che è stato all’epoca con la semplice franchezza dell’obbiettività e per questo possiamo rispettare gli attori del gioco, nella loro vera essenza di liberatori, ma anche di esseri umani ai quali è piombato addosso un certo qualcosa di molto più grande di loro.
Lo stile di questo scrittore è estremamente dinamico, quasi cinematografico, neorealista.
Costruite sul botta e risposta, le storie di Fenoglio scorrono veloci e facilmente, ma anche tenendo viva la fiamma dell’eccitazione dovuta ai momenti di lotta e azione. La cosa è accentuata anche dal fatto che è in grado di concentrare in pochissime pagine tantissimi eventi, attraverso la tecnica delle storie secondarie, narrate da personaggi marginali o ricordate dal protagonista, le quali si appendono alla storia principale come tante appendici appiccicate le une alle altre, così da avere romanzi ricchi mantenendo la velocità e la dinamicità.
Onestamente posso dire che si, questo è il migliore romanzo di Fenoglio, ma di certo non è il mio preferito. Per quanto mi riguarda, pur riconoscendo il valore di “Una questione privata” è stata “L’imboscata” a farmi appassionare a questo scrittore. Non posso dimenticare il percorso eroico del partigiano Maté e la caratterizzazione del partigiano Leo, quasi totalmente scomparsi in “Una questione privata”, o non resi nella loro giusta, meritata dimensione.
Oserei dire che se Fenoglio avesse avuto più tempo, e avesse avuto modo di unire questi due romanzi in uno unico, aggiustando con tutte le accortezze del caso, probabilmente avrebbe realizzato il vero capolavoro della sua carriera.
Purtroppo scomparso prematuramente, non ci è dato sapere con certezza cosa sarebbe successo. Non ci resta che leggere tutto ciò che Fenoglio ha scritto e farci noi stessi una  vaga idea di come sarebbe stata la fusione di tutti i suoi scritti.
Ancora buona giornata, amici! E viva la libertà!
-Liù

Nessun commento:

Posta un commento