ATTENZIONE!
Avvisiamo i nostri gentili lettori che questa rubrica
conterrà spoiler sia sui libri che sui film che verranno trattati. Inoltre ci
teniamo a sottolineare che non è una battaglia in cui uno dei due mezzi
comunicativi vince sull’altro, ma è un confronto degli aspetti positivi e
negativi di ciascuno per cercare di capire se l’adattamento cinematografico ha
trasmesso l’idea originaria dell’autore o se invece se ne è discostato per
raccontare qualcosa d’altro. Non parliamo di meglio o peggio ma di un confronto
alla pari tra due canali comunicativi differenti.
Per questo caldo e pazzo mese di luglio dedichiamo la
rubrica dei film ad un grande classico letterario che ha avuto più di una
trasposizione cinematografica: “Assassinio sull’Orient Express” di Agatha
Christie. Per questa occasione ho deciso, dopo aver letto il libro, di guardare
entrambi i film: quello del 1974 diretto da Sidney Lumet e quello del 2017
diretto da Kenneth Branagh. Visto che di solito dividiamo il post in libro film
e confronto oggi dedicherò meno spazio al libro, di cui potete trovare la
recensione al seguente link
https://ilcaratteremobile.blogspot.com/2018/04/giallo-capitolo-7.html
e mi dedicherò di più ai film e al confronto rispetto al
libro e tra di loro.
IL LIBRO
Il linguaggio utilizzato dell’autrice è semplice e scorrevole, e va a comporre il
classico giallo adatto a tutti, che si può leggere nel tempo libero con
tranquillità. La strutturazione è invece particolare.
Poirot è un investigatore belga, non francese come è scritto
sulla recensione, ed è un protagonista non convenzionale, infatti nella
descrizione iniziale viene detto che ha una testa ad uovo. Insomma, non proprio
un’immagine esteticamente convenzionale. Questo è un aspetto che ho apprezzato
molto. Gli altri personaggi sono misti: alcuni sono interessanti mentre altri
li ho trovati un po’ noiosi.
Nonostante la pressione della fama che precede questo
romanzo, ma forse anche a causa di essa, non l’ho apprezzato appieno. In
particolare devo dire che il finale non mi ha appagato. Non farò spoiler,
quindi non dirò molto al riguardo, anzi non dirò nulla se non che mi lascia un
po’ con l’amaro in bocca. Per il resto il giudizio è assolutamente positivo: è
scritto bene, studiato fin nei minimi dettagli, e tutto alla fine combacia
perfettamente, però questo finale è un po’ lontano dalle mie corde, diciamo
così.
I(L) FILM
Parto con il film del 2017, che ho visto per primo visto
perché è uscito al cinema proprio nel periodo in cui stavo leggendo il romanzo
e mi ha suscitato un grande interesse. L’ho visto dopo aver letto il libro,
perché forse ormai lo saprete, ma è così che preferisco procedere. La trama è
quella, non è stata particolarmente distorta, è stato fatto qualche cambiamento
nei personaggi, come il dottore di colore che però era anche colonnello (nel
libro due personaggi distinti) e la bambinaia spagnola, che nel libro era in
realtà svedese.
Altre modifiche sono legate ai dialoghi, molto più ricchi
nella versione cinematografica. Sono piccoli cambiamenti che non vanno a modificare
la trama e che quindi restano comunque funzionali al racconto.
In questa versione c’è una scena iniziale che non è presente
nel libro ma è stata inserita per inquadrare il personaggio di Poirot, per far
capire a chi non ha mai letto il libro, o non ha mai sentito parlare del
protagonista, le sue particolari doti investigative.
Infine sono presenti molti attori famosi: oltre al regista
che interpreta anche il protagonista ci sono Michelle Pfeiffer, Johnny Depp,
Penelope Cruz, Judi Dench, Willem Dafoe e altri.
Per quanto riguarda il film del 1974 invece ho trovato la
trama e la strutturazione del film molto più aderenti al libro. Anche in questo
caso c’è un inizio diverso, in cui si parla del caso Armstrong che sarà
richiamato lungo la trama e che costituisce il fulcro del mistero.
In questa versione storia, ambientazione e personaggi sono
costruiti come nel libro, fedeli in quasi tutto. Anche in questo caso nel cast
si ritrovano grandi attori, come Sean Connery e Ingrid Bergman.
CONFRONTO
Arrivata a questo punto, per mantenere un certo grado di
comprensibilità e non creare un pentolone di citazioni e considerazioni
confuse, dividerei questo confronto in tre parti: il libro con il film del
2017, il libro con quello del 1974 ed infine i due film.
1. Libro VS versione 2017 – La prima cosa che ho
notato, fin dalle prime scene, è che nel film la trama sembra completamente
assorbita e centrata sul personaggio di Poirot. Sulle sue caratteristiche e
sulle sue capacità, piuttosto che sul caso vero e proprio. Inoltre trovo il
personaggi di Kenneth Branagh poco aderente alla descrizione di Agatha
Christie: ha i baffi come nel libro, ma è reso come molto più affascinante e a
tratti addirittura seduttivo. Mi è piaciuto però il fatto che abbiano mantenuto
la particolarità dell’accento francese, un accento che trovo personalmente
fastidioso ma è una caratteristica del personaggio e quindi ci stava
mantenerla. In questo film ci sono molte inquadrature dall’alto, come quando si
osserva un modellino di una casa dall’alto, per osservarne la planimetria, e
non mi sono piaciute. Alcuni cambiamenti dei personaggi sono trascurabili
perché, come detto prima, non cambiano la trama, però alcuni sono un po’ troppo
tirati. Un esempio è Johnny Depp, un uomo di mezza età che ne interpreta uno
molto più anziano e rende la trama un po’ più traballante. Una ulteriore
differenza rispetto al libro riguarda i dialoghi, che sono molti e molto
diversi, ma forse questo è dovuto al fatto che in un libro anche il silenzio
esprime molte emozioni e informazioni, mentre nel film il non detto è più
difficile da intuire. Infine è un film più d’azione, con anche scene
movimentate, di inseguimento e uso di armi non necessarie.
2. Libro VS versione 1974 – Anche in questo caso il
film inizia con una scena differente rispetto al libro e si tratta del caso
Armstrong, la ricostruzione di quanto avvenuto che ha poi portato alla trama
descritta nel romanzo, e l’ho trovato molto utile. Nel libro infatti il caso
emerge solo dopo la morte della vittima e viene spiegata lungo il resto del
racconto, mentre per un film è molto più funzionale inserirla all’inizio,
spiegare e citare bene le tempistiche in modo che sia tutto chiaro e poi
procedere con la storia. Il protagonista è molto simile a quello descritto
dall’autrice ma non ha l’accento francese e un po’ mi è dispiaciuto. È lungo
per essere un film vecchio, nel senso che dura poco più di due ore, e non me lo
aspettavo affatto. Storia, ambientazione e personaggi sono fedeli alla versione
cartacea e anche la strutturazione della trama è mantenuta: c’è una prima parte
più legata ad avvenimenti mentre la seconda si concentra soprattutto
sull’investigazione, prettamente intellettuale.
3. 2017 VS 1974 – Tra l’uno e l’altro sono passati
43 anni e, mentre il secondo ha lavorato molto sulla fedeltà rispetto al libro,
il primo ha dato libero sfogo alla creatività e ha seguito il trend che va di
moda in questo periodo: film d’azione, con un eroe protagonista al 100% e
battutine divertenti buttate qua e là. Dal punto di vista delle inquadrature la
versione più recente ha mescolato inquadrature classiche e inquadrature
dall’alto, mentre il più vecchio ha mantenuto le riprese più semplici, sia dal
punto di vista dei cambi di scena che delle inquadrature. Poirot nella versione
anni 2000 somiglia più ad uno Sherlock Holmes belga piuttosto che al
personaggio inventato da Agatha Christie. Sicuramente come i cinema e le serie
tv insegnano, Sherlock va per la maggiore da un po’ di tempo ormai. C’è una
differenza anche nel focus, cioè nel primo il protagonista è l’investigatore e
la trama gira attorno a lui, mentre nel secondo l’attenzione è sulla trama e
sull’investigazione, ma non sul protagonista. Probabilmente la versione del
1974 è più noiosa perché molto più di ragionamento che d’azione, di contro però
la versione 2017 è quella che si dice “americanata”, dove tutto è esagerato e
porta lo spettatore a chiedersi “Ma era davvero necessario?”.
Nel caso non si fosse intuito approvo moltissimo la versione
1974, anche per il finale, di cui però non vi voglio dire nulla, la versione
2017 è carina ma trascurabile. Se avete letto il libro e cercate una
trasposizione cinematografica fedele puntate a quella degli anni ’70,
altrimenti se volete vederla rivisitata in chiave più moderna scegliete
l’altro.
E se non lo avete mai letto e siete combattuti
dall’indecisione, mi raccomando, scegliete il libro.
-Pearl
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