sabato 10 settembre 2016

Libri per ragazzi - Capitolo 2





Oggi vorrei parlare di un libro per bambini/ragazzi che ho letto alle elementari durante le lezioni di narrativa, ore in cui la maestra ci leggeva un libro che ogni anno ci veniva regalato per la festa di Santa Lucia, il 13 dicembre. Il primo era stato “Cipì”, ma avevamo letto anche “Matilda” di Roald Dahl.
Il libro cui mi dedicherò oggi, invece, è stato scritto da Philip Pullman, un autore

inglese inglese, prevalentemente conosciuto per la trilogia da lui scritta “Queste oscure materie”, di cui fa parte “La bussola d’oro”. Onestamente io non ho mai letto questi libri, anzi di questo autore ho letto solo il libro di cui oggi vado a dare la mia personalissima opinione, che si intitola “Ero un topo” pubblicato nel 1999. Questo narra la storia di un bambino, Roger, che viene ritrovato da una coppia senza figli e che sembra essere orfano. Nessuno lo conosce e si comporta in modo strano, continuando a ripetere di essere un topo. Senza fare spoiler, perché per me la parte finale è stata quella più bella, mi ha davvero fatto finire il libro con un gran sorriso, al termine del libro il puzzle acquisterà un senso e permetterà di riguardare il libro intero da una prospettiva differente.
È un libro per bambini, però a volte tocca ammettere che sono proprio quelli più belli, sono quelli più divertenti e che più di tutti fanno riflettere. E fanno riflettere soprattutto gli adulti, perché se mentre un bambino che legge un libro potrà imparare qualcosa per il futuro, un adulto che legge un libro per bambini potrà attribuire un nuovo significato a quello che già ha vissuto.
Ricordo che allora, alle elementari, quando lo avevo letto, a parte il finale mi aveva colpito per quanto fosse divertente e pieno di sorprese e colpi di scena. Oggi, dopo averlo riletto ai miei cuginetti posso dire di aver visto in esso qualcosa in più, un insegnamento a mantenere la mente aperta ai nuovi punti di vista. Al fatto che spesso ciò che ci sembra assurdo in realtà non lo è e che se una persona crede in qualcosa in cui io non credo, non significa che non esista o che non possiamo convivere serenamente, ognuno con le sue credenze.
Chiaramente il libro non è centrato su questo, però queste nuove prospettive sono quelle che si possono vedere con gli occhi di un adulto, e che sicuramente sono influenzate dalle varie esperienze che ognuno di noi ha avuto.
E questo secondo me è quello che deve essere un libro per bambini/ragazzi. Deve essere divertente, leggero nel trattare argomenti anche profondi, mantenere un certo livello di suspense e permettere ai bambini di rispecchiarsi nei personaggi e dunque creare personaggi che siano realistici, che abbiano dei difetti e che permettano al bambino di capire che i difetti ci sono ma si possono migliorare.
Un aspetto particolare è che, ogni tanto, tra le pagine del libro si ritrovano pagine di giornale, il giornale di quel paese che narra gli eventi che a volte sono legate alle vicende dei protagonisti mentre a volte non lo sono. Secondo me è interessante perché da un lato mostra come le notizie possano essere ribaltate ed ingigantite dal nulla, solo per attirare l’attenzione, mentre dall’altro lato mostra come la gente riesca a farsi trascinare dall’opinione più diffusa e come sia facile per il popolo staccare il cervello e credere a tutto ciò che viene detto. Questo lo si può ritrovare ancora oggi, soprattutto con l’avvento di internet dove è ancora più difficile distinguere le fonti affidabili da quelle che non lo sono nella maniera più assoluta.
Tra i personaggi del libro i miei preferiti sono Roger, il protagonista che è un bambino, quindi con i difetti di un bambino e con le problematiche legate a quell’età, che però è molto deciso e che davanti ad una realtà che nega incessantemente tutto ciò in cui tu credi e ricordi, mantiene i nervi saldi e prosegue per la sua strada. Anche Bob e Joan, la coppia che accoglie il bambino, sono interessanti, anche perché sono gli unici ad interessarsi veramente a lui e che, alla fine, saranno la leva per il cambiamento vero e proprio.
È un libro scritto in modo semplice, edito dalla Salani nella collana “Gl’istrici” e si può leggere a partire dagli 8 anni, dunque è facile e divertente, perfetto per ogni bambino.
Inutile dire che lo consiglio a tutti, senza distinzioni di età, a parte quelli sotto gli 8 anni, anche se, secondo me, a sette anni si può seguire se la mamma o chi per lei lo legge ad alta voce.
I libri per bambini/ragazzi a volte sono delle vere e proprie opere per i messaggi e i contenuti che riescono a mandare. Basti pensare a quanti libri dedicati a questo pubblico abbiano avuto un gran successo anche tra gli adulti, primo tra tutti “Il piccolo principe”. Non voglio paragonare “Ero un topo” all’opera di Antoine de Saint-Exupéry, ma vorrei solo ricordare di non scartare un libro solo perché è stato scritto per i bambini o per i ragazzi, non consideratelo come sciocco, o non abbastanza per un adulto perché a volte si può imparare molto dai libri scritti per il pubblico più giovane. Forse perché sono quelli che ancora cercano di trasmettere i valori positivi della vita, perché se non li insegni quando i bambini sono ancora piccoli e in via di costruzione sarà più difficile farli capire ad un adulto ormai fatto e finito.
-Pearl

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