lunedì 14 novembre 2016

Libri per ragazzi - Capitolo 5


Buonsoir a tut le monde!
La mia ex professoressa di francese ce l’ha messa tutta eppure questo è il risultato, ma è stata una giornata pesante, preceduta da una settimana altrettanto pesante e il mio cervello si rifiuta di fare di meglio. Fra le poche gioie arrivatemi in questi giorni, però, ce ne è una che credo meriti quantomeno i dovuti festeggiamenti e devo

ringraziare solo Netflix per questo: la famosa piattaforma ha infatti annunciato la data di inizio della serie televisiva “Una serie di sfortunati eventi”, segnata per venerdì tredici Gennaio. Una data che, direi, calza a pennello! Appena l’ho saputo sono quasi svenuta dall’eccitazione e più impaziente di prima mi sono messa a cercare qualsiasi news/trailer/informazione/immagine/COSA a riguardo come una pazza schizofrenica altamente pericolosa. Ebbene si: presto (un concetto estremamente relativo, purtroppo) avremo modo di gustarci la nuova versione della storia per bambini e ragazzi scritta da Lemony Snicket in tredici volumi, adesso su video e targata, per l’appunto, Netflix. Quale momento migliore – o scusa – per riprendere dall’archivio de “Il carattere mobile” uno dei miei autori preferiti per giovani lettori, se non questo? E cogliere l’occasione di chiacchierare un po’ anche delle aspettative molto alte che mi attanagliano il cervello a proposito di questa trasposizione?

 La trama, in estrema sintesi, descrive le vicende dei tre fratelli Baudelaire: Violet, Klaus e Sunny. I tre, a seguito di un misterioso incendio diffusosi nella loro casa, diventano orfani da un giorno all’altro e sono costretti a trasferirsi continuamente in posti sempre nuovi, di tutore in tutore, cercando un posto da poter chiamare nuovamente “casa”. Il primo di questi tutori è il malvagio Conte Olaf, il quale cerca in tutti i modi di impossessarsi del loro patrimonio, escogitando stratagemmi e arrivando anche a compiere crimini terribili ed efferati.
Particolarità che rendono questa storia unica nel suo genere e interessantissima, oltre che intellettualmente sostenibile, sono: i numerosi personaggi di contorno, negativi o positivi, che offrono milioni di sfumature di carattere, permettono di fare associazioni con personaggi e romanzi della letteratura occidentale e puntano sui peggiori difetti tipici degli adulti, stimolando anche critica e autocritica; uno stile di scrittura altamente ironico, dove non troviamo solo le tinte noir di cui avevo già accennato in precedenza con la recensione di “Tutte le domande sbagliate”, ma che aiuta anche ad imparare il lessico, la lingua e i modi di dire della stessa per una maggior padronanza della propria espressione verbale; dei modelli a cui tutti i genitori vorrebbero che si rifacessero i propri figli per avere la certezza che i loro pargoli diventino (almeno almeno) adulti consapevoli.
Ma quanto mi sta piacendo scrivere questa recensione? Un sacco! Tanto che me la sto cantando e suonando da sola, ma voi non fateci caso e cercate di trarre tutto il buono che ci può essere dalla conoscenza di un autore come Lemony Snicket, lasciando perdere i miei squilibri mentali. A proposito di questo e dei punti a favore di Daniel Handler, vi consiglio la booktuber Ilenia Zodiaco, la quale ormai anni orZono, ha spiegato in modo molto esaustivo le tematiche e i punti forti di questo scrittore; un punto di vista che personalmente condivido a trecentosessanta gradi.
Per quanto riguarda il mio approccio con questa storia, mi ritrovo, come al solito, in una posizione un po’ anomala, in quanto “Una serie di sfortunati eventi” non compare nelle letture della mia infanzia. Ad essere sincera non conoscevo minimamente la storia prima della sua trasposizione cinematografica del Dicembre 2004, vale a dire quando non avevo ancora compiuto quattordici anni, ma ero in dirittura d’arrivo al liceo. Ero quindi già grandicella. 

Il film mi era piaciuto talmente tanto che ero persino arrivata a comprarmi il dvd (credetemi: arrivare a comprarsi un dvd quando non hai né stipendio, né paghetta vuol dire veramente tanto) e appena scoprii che il suddetto film era tratto da una serie di libri non potei fare a meno di cercarli avidamente. Tuttavia la Salani ha un senso dell’umorismo davvero brutto e la serie completa non si trovava, in biblioteca così come in libreria. Fui perciò costretta, in mancanza di mezzi, ad abbandonare la lettura della saga al terzo libro e ad accantonare il mio interesse. Se nel raccontare questa esperienza sembro usare toni troppo tragici per una così piccola cosa, vi assicuro che è stato molto più drammatico vivere la tal situazione, pari solo a quando fui ossessionata da “Breakfast club”, ma in italiano non riuscivo a reperirlo da nessuna parte (ho dovuto aspettare quattro anni per vederlo, li mortacci!). Ecco, più o meno è stato lo stesso con Snicket e ne porto ancora oggi le cicatrici, sebbene poco più di due anni fa (a ventiquattro anni suonati) sia riuscita a leggere tutta la saga. Non è strano, per me, leggere libri per bambini ancora adesso. Provengo da una famiglia i cui membri, se non hanno lavorato o lavorano nelle scuole, hanno avuto quanto meno una base di studi pedagogici e tra questi mi ci metto dentro anch’io. È quindi perfettamente normale, almeno per me, leggere storie e racconti scritti e pensati per i più piccoli. Mica per niente il mio libro preferito, “Il piccolo principe”, per quanto possa risultare banale, rientra in questo gruppo. Comunque alla vigilia della mia laurea triennale, in coincidenza con una più agevole autonomia economica, ecco spuntare la possibilità di rileggere la serie sfortunata che tanto avevo agognato. Benedetti siano i siti internet in cui trovi e acquisti libri. E qui parte, seppur con affetto, il secondo “te possino” destinato alla Salani, la quale non solo ha ripubblicato metà collana con nuove copertine e poi si è fermata con le ripubblicazioni senza andare avanti, ma nemmeno ha stampato sufficientemente copie di tutti i volumi da soddisfare la richiesta. Non si ha davvero idea di cosa io abbia fatto per leggerli tutti e per averli trovati tutti tranne uno, nemmeno io ce l’ho l’idea, perché ancora oggi non so come ho fatto. Che dire? È proprio una storia sfortunata fino all’ultimo e visto che l’autore, in tutti e tredici i libri, sconsiglia di proseguirne la lettura, mi sembra quasi di mancargli di rispetto se la consiglio, ma non posso farne a meno. Lemony Snicket va letto, c’è poco da fare e tutte le “tribulazioni” che potreste compiere per farlo valgono decisamente la pena. Inoltre, con un inizio come questo, dove l’autore stesso vi scongiura di non leggere il suo libro, potreste avere una vaga idea di quali toni assumerà poi il finale della storia; un finale che, a parer mio, potrebbe far storcere il naso di molti e che d’altro canto si accetta quando ci si accorge che non poteva concludersi in nessun altro modo: in pieno stile Snicket e completamente in linea col senso della storia.
Per quanto riguarda il film credo abbiano fatto un lavoro stupendo, ne ero convinta la prima volta che l’ho visto e ne sono convinta oggi, dopo la lettura dei libri. La scelta degli attori è stata sagace, specie per quanto riguarda Jim Carrey nei panni del super-cattivo e l’atmosfera quasi alla Tim Burton rende molto di ciò che ho ritrovato tra le pagine stampate.
Ho già accennato più volte, credo, il mio pensiero sull’attinenza del film all’opera da cui esso è tratto, ma non mi stanco mai di ribadirlo: non rientro in quella fetta di pubblico che vuole necessariamente ritrovare per filo e per segno ogni cosa, che si lamenta se il dettaglio della ventesima scena non centra niente con la storia originale, o se nella terza hanno messo una virgola di troppo. Per quanto mi riguarda cinema e scrittura sono due mezzi comunicativi completamente diversi. È quindi ovvio che per arrivare allo stesso concetto intraprendano strade completamente diverse. L’importante, in casi di trasposizione, credo sia di non toccare l’essenza, quando tutto il resto può essere tranquillamente stravolto. Se, per esempio, il tal regista starà realizzando la trasposizione cinematografica di un libro in cui il protagonista è di origini asiatiche e decide di trasformarlo in un afroamericano, io avrò qualcosa da dire a riguardo solo se, nel libro, le sue origini asiatiche sono importanti per la trama, per la caratterizzazione del personaggio, per possibili risvolti. In caso contrario, fatelo pure interpretare da chi vi pare. Nel film di “Una serie di sfortunati eventi” qualcosa cambia, verissimo! Soprattutto nel susseguirsi degli episodi e degli eventi della storia raccontata, ma l’essenza e il cuore sono gli stessi medesimi dei libri. Sto sperando in tutti i modi di poter dire lo stesso venerdì diciassette Gennaio e dai trailer/preview varie che ho visto credo anche di avere dei motivi più che validi per farlo. Inoltre sembra che abbiano mantenuto, almeno in parte, un po’ dello stile del film. La scelta di Neil Patrick Harris come Conte Olaf potrebbe essere meno divertente della versione filmica, ma non per questo meno azzeccata; stessa cosa per i fratelli Baudelaire per quanto riguarda l’aspetto, in particolare di Violet. La serie potrebbe presentarli meno dark rispetto al film, ma non per questo meno convincenti. Per ora ho solo due dubbi: il primo sull’età dell’attrice che fa la maggiore dei fratelli, perché dal mezzo secondo in cui si vede nel trailer sembra avere meno di quattordici anni e non so se la cosa potrà risultarmi efficace; il secondo è sul Lemony Snicket stesso, che da voce fuori campo e Jude Law nell’ombra del film, qui sembra palesarsi molto di più. C’è anche da dire che sarà difficile sostituire Meryl Streep. Troppo difficile! Staremo a vedere, in trepidante attesa.
Ciò che più di ogni altra cosa spero di ritrovare nella storia che ho tanto apprezzato, probabilmente, è l’atmosfera. Trailer non illudermi!
Intanto colgo l’occasione per fare un appello formale a siti come DaninSeries, ScreenWeek, o chiunque voglia aiutarmi: vi prego, aiutatemi a saperne sempre di più! Fate uscire notizie su notize, scovate tutto, sono nelle vostre mani! Non rifiuto mai lo spoiler coatto, giuro!
A chi mi leggerà rimarco ancora una volta il mio consiglio di leggere Lemony Snicket in tutte le sue opere cartacee… Se vi riesce di trovarle!
Buona serata e buon inizio settimana, lettori!


-Liù

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