ATTENZIONE!
Avvisiamo i nostri gentili lettori che questa rubrica
conterrà spoiler sia sui libri che sui film che verranno trattati. Inoltre ci
teniamo a sottolineare che non è una battaglia in cui uno dei due mezzi
comunicativi vince sull’altro, ma è un confronto degli aspetti positivi e
negativi di ciascuno per cercare di capire se l’adattamento cinematografico ha
trasmesso l’idea originaria dell’autore o se invece se ne è discostato per
raccontare qualcosa d’altro. Non parliamo di meglio o peggio ma di un confronto
alla pari tra due canali comunicativi differenti.
Si avvisa inoltre che è attivo l'allarme SPOILER
Buongiorno.
Digerito il pranzo di Natale? Sì, è una domanda molto
ottimista dato che non sono ancora passate nemmeno 24 ore da quando ci siamo
alzati da tavola, ma oggi va così, ci sentiamo ottimisti grazie allo spirito
natalizio. D’altronde la nostra consueta stroncatura l’ha già data Zucca lunedì
e non vorremmo appesantire troppo le vostre feste.
Per questo oggi parleremo di un film tratto da un libro per
bambini molto amato e anche molto attuale, visto che proprio in questi giorni
al cinema è uscita la versione cartoon: “Il Grinch”, opera per bambini del 1957
scritta dal Dr. Seuss, pseudonimo di Theodor Seuss Geisel, scrittore e
fumettista americano autore di diversi libri famosi, che hanno ispirato diversi
film, come “Ortone e il mondo dei chi” e “Lorax”.
Non ho ancora avuto la possibilità di vedere il cartone
animato uscito nelle sale da poco, ma v voglio fare un confronto con il film
del 2000, diretto da Ron Howard e interpretato da Jim Carrey.
IL LIBRO
Il libro è molto semplice, visto che è stato scritto per i
bambini. Proprio per questo motivo è inoltre strutturato in rima, in modo che
da qualche parte nel testo ci sia una rima. E devo dire che questo è
l’aspetto
che mi è piaciuto meno. Probabilmente ciò dipende dal mio lato ossessivo-compulsivo
perché, nella mia mente, le rime funzionano bene, soprattutto con i bambini, se
sono rime baciate (AA-BB, per intenderci) oppure se sono alternate (AB-AB). Tutti
gli altri tipi di rima, o quasi, sempre secondo la mia opinione, non hanno
alcun senso di esistere. Magari starò dicendo una cosa impopolare, ma sono una
donna semplice, se la sonorità della rima è rapida mi intratterrà maggiormente.
Mentre se la rima diventa complicata (ABCEFDAFCDEBA, per esempio) mi concentro
sul cercare una sonorità (che non esiste più) e perdo il senso della frase.
Tutto qui, alcuni passaggi in rima mi hanno confuso parecchio.
I disegni sono belli, in bianco e nero con un unico colore a
disposizione: il rosso. Anche questi sono realizzati dall’autore stesso.
Il significato della storia, invece, è quello che mi è
piaciuto di più: il Natale non è commerciale, o meglio non devrebbe essere il
Natale commerciale che tutti conosciamo e che tutti vediamo ogni anno per le
strade. La tipica frase “A Natale si è tutti più buoni”, in realtà non ha senso
in questa atmosfera consumista. Affinché questa frase assuma il suo vero
significato bisogna davvero sentire lo spirito delle feste, che non si riduce
affatto ai regali, al cenone e alle luci. E questo messaggio è reso molto bene
dalla metafora del cuore del Grinch, che quando nel finale, dopo aver rubato i
regali, le decorazioni ed il cibo, sente comunque la gente cantare, contenta di
essere insieme nonostante tutto, il suo cuore cresce. Lo trovo un significato
molto bello e ancora, purtroppo molto attuale.
IL FILM
Il film del Grinch, intitolato per l’appunto “Il Grinch” è
dell’anno 2000, ed è frutto di Ron Howard, il Richard Cunningham di Happy Days,
per intenderci. Tutti quelli che in quell’anno erano bambini se lo ricorderanno
di sicuro, perché, secondo i miei personali ricordi, che potrebbero essere più
o meno accurati, ma non posso garantire nulla, aveva fatto abbastanza scalpore.
O forse era semplicemente stato molto pubblicizzato. Il protagonista è
interpretato da Jim Carrey, e anche sotto la spessa maschera sono infatti
riconoscibili le sue iconiche espressioni.
Guardando questo film ho passato tre fasi emotive, anche se
in realtà sono due ma alternate: noia – divertimento – noia. Perché? Ho trovato
la prima parte del film poco divertente, noiosa, forse perché siamo ormai
abituati a tipologie di film differenti, ma soprattutto a effetti speciali e ad
una qualità visiva molto diverse. Bisogna comunque tenere presente che è un
film del 2000, ed è stato girato con quanto si aveva a disposizione in quel
momento. Diventa divertente nella parte centrale, anche se resta un tipo di
divertimento molto infantile, che ci sta, visto che è rivolto ad un pubblico di
bambini. Infine torna noioso verso le ultime battute e lì la mia attenzione è
scemata completamente.
Un tema che è stato aggiunto nel film e che ho apprezzato, è
quello della diversità e di come questa spesso viene trattata ma soprattutto
sottovalutata.
CONFRONTO
Il libro è breve, e tutto quello che avviene in esso viene
nel film richiamato, quindi risulta attinente soprattutto per alcuni aspetti:
primo tra tutti il narratore, che parla in rima, proprio come la narrazione del
libro. Una ulteriore caratteristica richiamata è il cuore del romanzo, il
significato: la critica al consumismo e l’importanza reale del Natale. Cindy
Lou è anch’essa presente, anche se nel libro fa una parte minima, in quanto
presente solo durante il furto dei regali. Nel film invece svolge un ruolo
molto importante, è il personaggio da cui parte tutta la trama. È infatti lei
stessa che si interessa al Grinch e cerca di portarlo in città affinché tutti
possano festeggiare insieme.
Un altro aspetto che mi sento di sottolineare come positivo
è Max, ovvero il cane fedele compagno del Grinch. Max è presente sia nel libro
che nel film, ma è nella versione cinematografica che secondo me si nota l’importanza
del suo personaggio. Certo viene comunque trattato come personaggio secondario,
ma le sue azioni sono fondamentali. È l’amico che c’è sempre stato nel momento
del bisogno ed è l’amico che spinge verso la propria felicità e verso quello di
cui si ha bisogno. Il Grinch finge di stare bene anche da solo, ma questo non è
affatto vero, e Max lo sa. Secondo me Max è quindi il vero eroe in questa
storia, l’eroe silenzioso che senza parole e solo con le sue azioni diventa la
forza motrice del cambiamento.
In conclusione, vi consiglio il libro, non per le rime ma
per il significato e per riflettere sul fatto che dal 1957 ad oggi ancora nulla
è cambiato su questo tema. Il film mi è piaciuto meno anche se non lo
classificherei come un film brutto e basta. Contiene degli spezzoni carini,
simpatici e dei contenuti positivi e meno leggeri di quello che sembrano.
Diciamo che sarei curiosa di vedere la versione animata perché secondo me si
risolverebbero diversi problemi di trama
resi ostici dalla presenza di attori e dalla qualità degli effetti anni 2000.
Diciamo che non è nella mia lista dei film di Natale da
rivedere ogni tanto.
Buone feste!
-Pearl
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