Buongiorno a tutti.
Quest’oggi parleremo di un libro che non ho scelto io direttamente, perché sto frequentando da poco un gruppo di lettura, novità assoluta per me perché ho sempre associato la lettura alla solitudine. Quello che avviene nei gruppi di lettura, in questo come in tantissimi altri, ognuno legge il titolo scelto in solitaria, e poi ci si ritrova per discuterne. Un po’ quindi come io esprimo le mie opinioni scrivendole qui sul blog, nel gruppo di lettura le esprimo verbalmente e mi confronto direttamente e nell’immediato con gli altri partecipanti.
Il titolo scelto per il mese di settembre è stato “La
scomparsi di Majorana” di Leonardo Sciascia. Come ho già detto più volte, non
leggo spesso la letteratura italiana, ma di Sciascia avevo già letto e
commentato “Il giorno della civetta”, che potete trovare a questo link:
https://ilcaratteremobile.blogspot.com/2017/03/letteratura-italiana-capitolo-3.html
Traviata da questa lettura precedente e dal titolo del libro
di circa 120 pagine che mi accingevo a leggere, ho dato per scontato che fosse
un altro giallo, ed ho cominciato quindi la lettura seguendo quest’ottica. Sono
arrivata però così a perdermi e a domandarmi, all’incirca a pagina 30, quale
fosse il punto e, dove fosse l’introduzione alla trama e ai personaggi. Con
l’aiuto poi della citazione che l’autore fa di personaggi realmente esistiti,
come Stendhal e Heisenberg, e di Google, che non delude mai, mi sono resa conto
che effettivamente non mi trovavo di fronte ad un giallo. O meglio, un giallo
sì, ma reale, la mai risolta scomparsa del fisico Ettore Majorana. Questo vi
farà comprendere la mia grandissima ignoranza dal punto di vista scientifico e
storico, ma la ammetto.
Finalmente quindi sono riuscita a introdurmi nella lettura
con un po’ più di consapevolezza ed un ottica aggiustata sul taglio del libro.
Mi ha fatto pensare anche all’opera di Truman Capote “A sangue freddo”, che
però è stata molto più dettagliata ed approfondita, anche perché avvenuta anni
dopo e con modalità differenti. La scomparsa rispetto all’omicidio infatti è
sempre una matassa più complessa da sbrigliare rispetto ad un caso in cui
almeno un punto fermo c’è: un cadavere.
La storia viene raccontata in modo breve e semplice, molto
comprensibile, con accenni storici e collegamenti creati grazie al
coinvolgimento di parenti e amici dello scomparso. Mi è sembrato però che
l’autore spingesse verso una direzione specifica. La domanda infatti è “Che
fine ha fatto Ettore Majorana?”. È morto suicida o ha scelto di scomparire per
sempre allontanandosi da tutto e tutti? Invece di raccontare i fatti e le
supposizioni fatte nel primo e nel secondo caso, sembra che Sciascia spinga per
convincere il lettore della seconda ipotesi, ovvero che Majorana non si è
suicidato, ma ha elaborato un piano perfetto per scomparire e ritirarsi
altrove. In particolare l’autore punta sull’acuta intelligenza dello scomparso,
come se non si rassegnasse all’idea del suo suicidio, ipotesi maggiormente
diffusa.
Ho avuto la sensazione che l’autore non volesse credere alla
sua morte, ma dato che il racconto è stato fatto in modo molto romanzato, meno
giornalistico, potrebbe anche essere un aspetto voluto dall’autore, per provare
a supportare l’idea meno contemplata nell’immaginario comune. Come una sorta di
speranza, perché è questo che alla fine si ritrovano a vivere i parenti e gli
amici di chi scompare senza lasciare traccia: un vortice di speranza che ti
permette di alzarti la mattina ma che allo stesso tempo logora nel profondo.
Mi ha fatto tornare alla memoria tutta la questione del
suicidio, ed in particolare un libro che ho letto tempo fa “Autopsia di una
mente suicida” di Edwin S. Shneidman.
Preferisco non approfondire qui l’argomento, anche se in
realtà, a me, le poche informazioni raccolte nell’opera di Sciascia non
convincono rispetto alla sua tesi della scomparsa volontaria. Sono più propensa
a pensare che sia morto volontariamente.
Ma chi lo sa, d’altronde è un giallo mai risolto, e che
quasi sicuramente nessuno risolverà mai.
E voi? Avete letto il libro? Che ne pensate?
A presto!
-Pearl
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