sabato 7 novembre 2015

Fantasy - Capitolo 2



Del Sig. Gaiman ho già accennato nel post di “Nessun Dove”, ma aggiungo che è inglese, che è anche autore di “American Gods”, altro romanzo piuttosto famoso e ha fatto anche lo sceneggiatore per “La leggenda di Beowulf” e di due puntate della serie Doctor Who.
Terry Pratchett invece, dei cui libri parlerò più approfonditamente in futuro, dato che ho intenzione di leggerli tutti, è l’autore e creatore del Mondo Disco, un mondo fatto
appunto a disco, quindi non rotondo, sorretto da quattro elefanti che poggiano sulla schiena di una grandissima tartaruga che vaga per l’universo. In questa serie sono presenti più di trenta libri suddivisi in diversi cicli che seguono le avventure di diversi personaggi. Ci sono altre opere sempre ambientate in quel mondo ma che non rientrano in nessun ciclo e altre opere ambientate altrove, come “Il piccolo popolo dei grandi magazzini”. È stato fatto Sir, ha ricevuto il titolo di cavaliere nel 2009. Purtroppo (e per questo sono stata in lutto per una settimana, ma una parte di me lo è ancora e lo sarà sempre) è morto quest’anno, il 12 marzo.
“Buona apocalisse a tutti” (in originale “Good Omens”) è stato pubblicato nel 1990 e tratta della venuta dell’Apocalisse sulla terra assieme alla nascita dell’Anticristo, come previsto da “Le Belle e Accurate Profezie di Agnes Nutter”. Tutto dovrebbe filare liscio, ma Crowley, un demone, e Azraphael, un angelo, sulla terra da quando essa è stata creata si sono abituati ed affezionati a questo luogo e a questi esseri viventi che lo infestano e cercano così di impedire che l’Armageddon lo distrugga.
Conoscendo meglio le opere di Sir Pratchett ho riconosciuto molto il suo stile di narrazione e le sue divertenti battute; inoltre la morte parla solo in maiuscolo, una trovata dello scrittore. Ci sono tantissimi personaggi, umani e non, tutti ben descritti e ben caratterizzati, anche quelli secondari o che sono poco più di una comparsa. Tutti sono a loro modo divertenti e i dialoghi risultano essere brillanti.
L’opera non è suddivisa in capitoli ma in giorni, ovvero gli ultimi prima dell’apocalisse, quindi dal mercoledì alla domenica, e al loro interno si alternano i punti di vista dei personaggi principali nonché le varie situazioni in cui si ritrovano anche perché tra loro non si conoscono tutti, solo alla fine si ritroveranno nello stesso luogo e alla stessa ora. Tutti questi spezzoni e queste storie dei singoli personaggi risultano essere a metà tra l’assurdo e il “ma sì, può essere”, caratteristica che avevo notato anche in “Nessun dove”.
Quello che mi è piaciuto moltissimo, oltre al fatto che riesce a combinare il fantasy con la commedia, è che la storia in realtà è solo una parte del libro, perché dalla trama emergono dei temi molto importanti, come l’educazione:
“…la nascita è solo l’inizio. È l’educazione la cosa più importante. L’influenza. […] Dare per scontato che da grande sarà un demonio solo perché il padre lo è diventato  è come dire che se tagli la coda ad un topo anche i suoi piccoli nasceranno senza. No, l’educazione è tutto. Credimi.”
O come la distinzione tra bene e male che però non sono mai assoluti:
“Certo, aveva sempre fatto del suo meglio per rovinare le loro vite, dal momento che era il suo lavoro, ma nessuna delle sue diavolerie aveva mai retto il confronto con quelle escogitate dagli uomini stessi. Sembrava un loro talento naturale. Forse era una specie di difetto di costruzione. Nascevano in un mondo ostile, e spendevano tutte le energie a loro disposizione per renderlo ancora peggiore. […] Eppure, quando era sul punto di convincersi che gli uomini fossero addirittura più malvagi delle creature infernali, ecco che se ne uscivano con atti di grazia stupefacenti, migliori di quelli visti in Paradiso. Spesso i due eccessi si trovavano nel medesimo individuo.”
“È facile comprendere le vicende umane se si tiene conto che gran parte dei trionfi e delle tragedie della storia non sono causate da uomini irrimediabilmente buoni o cattivi, ma da uomini che sono irrimediabilmente umani.”
O l’aspetto molto vivo anche oggi dell’inquinamento (Pestilenza, uno dei quattro cavalieri dell’apocalisse ha rinunciato lasciando il posto a Inquinamento) o delle grandi diete per essere e rimanere magre (Carestia è un nuovo guru delle diete in cui non si mangia niente).
Alla fine, quello che succede è che il mondo viene salvato dalle nuove generazioni, come un monito ed una critica; tutto questo romanzo, secondo me, è una critica alla società attuale e un incoraggiamento, un avvertimento, un consiglio a prendersi delle responsabilità, a guardare dove si sta andando e a riflettere prima di fare qualcosa o di prendere decisioni, a non lasciarsi trascinare da ciò che la cultura sembra imporre e avere il coraggio di lottare per ciò che si ritiene giusto anche se va contro i programmi. Le nuove generazioni saranno forse quelle che sistemeranno le cose, ma sono le vecchie generazioni ad educarle, quindi tutti sono coinvolti e sono chiamati a fare qualcosa.
Questo libro mi ha lasciato veramente tantissimo, oltre a divertirmi parecchio.

Lo consiglio assolutamente a tutti. Magari quelli un po’ più piccoli capiranno solo la storia e non i riferimenti alla realtà o anche ad altre opere letterarie o cinematografiche (si fa riferimento a “Il Signore degli Anelli” ma anche a “Star Wars”, “La signora in giallo” e altri), ma è veramente un libro fantastico. Sono sicura che farebbe almeno anche solo divertire il lettore, quindi, veramente di cuore, se avete la possibilità di farlo, inseritelo nella vostra lista dei “libri da leggere” perché assicuro che ne vale veramente la pena.

-Pearl

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