venerdì 30 ottobre 2015

Narrativa - Capitolo 1



Buongiorno a tutto il mondo!
Quest’oggi volevo condividere con voi alcune impressioni su “The help”, di Kathryn Stockett, da cui recentemente è stato tratto un film molto fedele al testo e con un cast veramente capace. Nonostante questo slancio di fedeltà per le pagine del libro, sento comunque di aver commesso un grandissimo errore nell’aver visto prima

la pellicola cinematografica e di aver letto il libro soltanto in un secondo momento. Grande sbaglio, ragazzi!
La storia, ambientata negli anni ’60, è incentrata principalmente su tre donne: Aibileen, Eugenia e Minny, ma è un romanzo che pullula talmente tanto di figure femminili da perderci la testa; tra un servizio di piatti e l’altro, la cucina del sud degli Stati Uniti e gonne a palloncino in tutte le sfumature pastello che esistono sul pianeta. Sia i personaggi positivi, sia quelli negativi sono donne, irrimediabilmente donne! Ognuna con la sua personalità, i suoi difetti, le sue caratteristiche più intime, le sue abitudini più banali e quotidiane.
Eugenia è la ragazza bianca e colta, l’unica fra le coetanee della piccola città di Jackson ad essere andata all’università, invece di sposarsi e sfornare figli. Di ritorno, appunto, da questa esperienza di arricchimento culturale, giudicata inusuale per l’epoca e per l’aera geografica in cui si concentrano i fatti, instaura un’ancora più inusuale conoscenza con la cameriera tuttofare di una sua vecchia amica. La cameriera in questione, Aibileen, come la maggior parte delle cameriere della cittadina, è di colore. Grazie a questa relazione, per la prima volta nei dintorni del Mississippi, l’invisibile barriera che separa il mondo bianco da quello nero viene colpita significativamente, tanto da trasformare il rapporto fra le due donne in una sincera amicizia che porterà a ben più di quattro chiacchiere sulle differenze riscontrate fra i loro due mondi, bensì ad un libro, che mette in luce un mondo fatto di pregiudizi e ingiustizie. Nello specifico, i pregiudizi e le ingiustizie che Aibileen, Minny e le loro colleghe devono subire ogni giorno per mano delle loro datrici di lavoro, solamente perché le due categorie hanno un colore di pelle diverso. Tutto ciò, fatti belli e brutti delle vite di queste donne nere al servizio delle famiglie bianche, verrà trascritto nel libro che Eugenia sta cercando di farsi pubblicare in gran segreto. Un mondo, insomma, in cui esprimere la propria opinione, o semplicemente testimoniare determinate cose, poteva condannare chiunque al linciaggio sulla pubblica piazza.
È vero: forse di libri sulle leggi razziali, sulla discriminazione e sul razzismo ce ne sono tantissimi, ma io credo fermamente in una cosa e lasciatemela dire, lasciatemi fare, per un secondo, la paladina della giustizia: finché leggi razziali, discriminazioni e razzismo saranno presenti nel mondo, allora non ci saranno mai abbastanza libri che ne parlano. Tanto più se tali libri propongono prospettive quanto mai diverse, particolari e personalissime sulla questione, trovando la loro strada, la loro visione delle cose, il loro modo di affrontare il problema, studiandolo ed analizzandolo nei minimi dettagli, per cogliere la sfumatura sulla quale ancora non si aveva riflettuto. E Kathryn Stockett, con “The help” fa esattamente questo. Descrive un modo di pensare e di vivere il pregiudizio nel suo proprio linguaggio, molto particolare e significativo, realizzando qualcosa di completamente diverso sul quale ancora non avevamo riflettuto ed è proprio per questo motivo che reputo un grande sbaglio aver visto prima il film. Ora, niente da togliere ad Emma Stone, Viola Davis, Octavia Spencer e Bryce Dallas Howard, ma il film, a mio parere, risulta essere un po’ più stereotipato e politically correct del necessario: le cattive sono razziste, le buone no. Stop. Chiuso.
Secondo me, invece, la bellezza del romanzo, sta proprio nel dare spessore umano a tutti i personaggi. Questa caratteristica, nel libro, permette di frenare la rabbia che suscitano i personaggi negativi (anche se, ovviamente, non sparisce del tutto), in favore di un’analisi più obbiettiva. Non giustifichiamo gli atti razzisti che vengono raccontati, ma arriviamo a capire che chi li compie non sempre si rende conto di ciò che fa e si comporta in tal modo perché, da un lato, gli è sempre stato insegnato che le cose si fanno così, mentre dall’altro, non si è mai chiesto se fosse un problema farlo. L’esempio di cosa può portare la pura e semplice ignoranza. Eugenia, soprannominata “Skeeter”, riesce ad uscire da questa bolla perché si pone domande, perché ha dubbi e curiosità; riesce ad andare all’università, a capire che non ha necessariamente bisogno di un uomo e dei figli per essere completa, bensì di raccontare la verità ed è quello che fa, arrivando in questo modo a rompere il silenzio tra i due gruppi sociali di cui si racconta: quello ricco e bianco e quello povero e nero; vicinissimi e lontani al tempo stesso. Eugenia interrompe questa distanza e con la sua formazione accademica, con le sue conoscenze, diventa il mezzo per far aprire gli occhi alla sua cittadina, fermamente convinta, almeno in superficie, di non essere razzista.
Oltre a questo, la cosa che mi è piaciuta maggiormente è stata quella di usare un linguaggio e di raccontare cose che credo appartengano molto alle abitudini femminili. Viene raccontato un tipo di “bullismo” molto più verbale che fisico, molto femminile e delle debolezze spesso presenti più nelle donne che negli uomini, come una certa attenzione maniacale all’apparire e a far vedere di sé stessi l’aspetto migliore, cercando di nascondere i lati peggiori. Ovviamente non sono solo i difetti ad essere messi in luce, ma anche tante qualità tipiche delle donne: la versatilità, l’ironia, l’essere pronte a tutto, la grazia nella forza, sia d’animo che d’intenti. Anche per questo motivo consiglio la lettura di “The help” soprattutto agli uomini e poi, come sempre, a tutti. Un ottimo romanzo che permette riflessioni di spessore, ma che allo stesso tempo risulta molto scorrevole e leggero. A tratti vi potreste addirittura sbellicare dalle risate!
Grazie a tutti e alla prossima!


-Liù

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