venerdì 11 marzo 2016

Thriller - Capitolo 2



"La psichiatra" è un thriller scritto dallo scrittore tedesco Wulf Dorn, nel 2009.
Personalmente scrivere una recensione su di un thriller mi risulta più difficile che recensire un romanzo di letteratura, e questo per il semplice fatto che quando parlo di un libro, mi piace parlare non tanto della trama quanto invece delle riflessioni che il libro stesso mi porta a fare. Quali argomenti
tratta e come li tratta servono come spunto affinché il lettore rifletta personalmente, condividendo o meno il punto di vista dello scrittore. Nel caso dei thriller, ma non solo, anche nei gialli, questo mi riesce più difficile. E non perché trattino argomenti su cui non valga la pena riflettere ma perché, quando scritto bene, il thriller ti travolge e risulta difficile smettere di leggere, risulta difficile concentrarsi su qualcosa che non sia “chi diavolo è stato?” e porta a delle riflessioni strettamente, o per la maggior parte, legate alla trama. Si formulano ipotesi sul possibile colpevole, si cerca di capire chi sarà la prossima vittima, chi sta mentendo, di chi ci si può fidare e tutto questo si lega all’aumento dell’adrenalina man mano che ci si avvicina alla conclusione, dove tutto sarà rivelato.
Per leggere questo thriller, nello specifico, ci ho messo meno di 24 ore. E questo perché mi ha preso moltissimo, l’autore è stato molto bravo a trasmettere le sensazioni dei personaggi e a fare emergere l’inquietudine dalle pagine, dalle parole. Sentivo letteralmente il battito cardiaco che aumentava nelle scene più importanti, che potevano portare ad una svolta nel racconto. Inoltre, tratta l’argomento delle malattie mentali, argomento che è particolarmente interessante, personalmente parlando. Ritengo che Dorn sia stato molto bravo anche da questo punto di vista, rendendo reali i disturbi e riuscendo anche a descriverli in modo dettagliato ma umano. Senza restare troppo sui sintomi e sullo scientifico, gli ha dato delle storie che hanno permesso di sentirli più vicini a sé, permettendo lo sviluppo o l’esperienza dell’empatia.
Non mi addentro nella trama perché non ho intenzione di rivelare spoiler o rovinare il libro a qualcuno perché, diciamocelo, un thriller è bello, emoziona, terrorizza, solo quando c’è la suspense. Senza quella gli amanti del genere non proverebbero lo stesso piacere nel leggerlo ed io, da appassionata di thriller e gialli, non voglio rovinare la sorpresa a nessuno. 
I personaggi sono tutti molto ben costruiti, si riesce a sospettare di tutti senza però riuscire ad esserne convinti al cento per cento, come se ci fosse sempre qualcosa che non quadra del tutto. Certo, poi quando la matassa comincerà a sgarbugliarsi verso la fine, tutto il quadro acquisterà un senso e sarà facile intuire le possibili conclusioni.
È il primo libro che leggo di questo autore e posso già affermare che non sarà l’ultimo,  perché sono curiosa di vedere se anche gli altri libri saranno così appassionanti. Magari ne comincerò uno quando non avrò così tanti impegni come ora. 
Quindi amanti di gialli o thriller, se ancora non lo avete fatto, vi consiglio di leggerlo. 

- Pearl

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