lunedì 7 marzo 2016

Young adult - Capitolo 1


Leo è un adolescente impulsivo, spontaneo e pieno di energie. Forse è ancora un po’ infantile: restio agli studi, con tanta fiducia nel futuro e deciso a dare un colore ad ogni emozione, o stato d’animo. L’amore è rosso, l’amicizia azzurra; logico no? Pensa che nei suggerimenti sbagliati del t9 del cellulare si nascondano le grandi verità sull’universo e come tutti i ragazzi della sua età non si accontenta e non si rassegna. Nel suo percorso di
crescita, giorno dopo giorno, lo accompagnano i suoi migliori amici, tra cui Silvia, amica speciale e confidente, ma anche il nuovo professore di storia e filosofia, soprannominato “il Sognatore”. Questa è la vita di Leo. Questo è Leo, spontaneo e vivace. Ben presto, però, la sua energia verrà completamente incanalata in un obbiettivo specifico: l’amore di una ragazza con cui non ha mai parlato, ma che è indiscutibilmente la donna della sua vita. Leo ne è certo e trova il coraggio di parlarle e di fare la sua conoscenza. Beatrice è bellissima, eterea e lontana come una Dea. Il paragone tra lei e la Beatrice dantesca è presto fatto, se non fosse, però, che questa, di Beatrice, è malata di leucemia e i bei capelli rossi che tanto hanno colpito Leo sono solo una parrucca; una copertura per nascondere al mondo gli effetti della chemioterapia e della battaglia della ragazza contro il terribile male che le scorre nel corpo. Ed è così che Leo inizia a crescere: attraverso il dolore di qualcun altro. A tratti si spegne, a tratti si arrabbia. Perché non è giusto quello che sta succedendo a Beatrice, ma è comunque così che vanno le cose e lui può farci ben poco. Per la prima volta nella sua vita, Leo comincia a comprendere di non essere immortale, di non essere onnipotente e di non poter ottenere davvero tutto ciò che vuole, nonostante il suo impegno e gli sforzi compiuti per salvare Beatrice. Il ragazzo subisce un cambiamento radicale e spesso negativo. Dalla versione di sé stesso spensierata dell’infanzia alla versione matura e consapevole, capace anche di perdonare i colpi bassi, Leo compirà un percorso doloroso e ripido, eppure, come è insito nel suo carattere, non si arrenderà mai.
Alessandro D’Avenia ha sicuramente scritto “Bianca come il latte, rossa come il sangue” principalmente per un pubblico giovane: ha un linguaggio piuttosto semplice e di certo molto scorrevole. Tuttavia è in grado di parlare di temi abbastanza seri e di far riflettere non solo su di essi, ma sulla crescita emotiva e personale. Per certi versi lo considero un romanzo di formazione, seppur molto più leggero della media dei romanzi di questo genere.
La cosa che ho apprezzato maggiormente di questo libro non è stato il trattare il tema della malattia. Moltissimi altri libri ne parlano, alcuni in modo molto più serio e tal altri, purtroppo, ostentando un patetismo che a lungo andare si rende sempre più stucchevole. Alcuni hanno necessariamente bisogno di finali tragici per soddisfare il proprio bisogno di melodramma, ma per me non è così. Ho apprezzato questo libro perché quando penso a un libro per degli adolescenti che stanno intraprendendo il loro percorso verso l’età adulta, voglio trovarci dei segnali chiari su quanto sia importante avere speranza, sogni e fiducia nel futuro, senza però trasformare l’insieme in una storia poco realistica e senza fondamento. In questo caso specifico, penso che tale messaggio venga interpretato appieno dalla figura del professore di Leo, il “Sognatore” che incoraggia e stimola e che, forse perché giovane, ancora non ha perso la voglia di insegnare. Sono ancora ben lontana dal considerarlo un libro abbastanza buono per poter essere inserito nei programmi scolastici, ma diciamo pure che qualcosina di apprezzabile la contiene anche lui.
Questo libro è capace di dirti che le cose non vanno sempre come le progetti. Certe volte non ci potrà essere nessuno in grado di aiutarti e certe altre, anche con tutta la buona volontà di cui disponi, non raggiungerai mai i tuoi obbiettivi, perché la vita va così. Però, nonostante questo, se ti rimetti in piedi e fai tutto ciò che puoi, potresti ottenere qualcosa di meglio di ciò che avevi immaginato per te stesso. Questo libro ti dice che le strade sono tante e se anche non avessi scelto tu quella che stai percorrendo, potresti arrivare ad un traguardo infinitamente migliore di quello che avevi sperato.


-Liù

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