venerdì 22 settembre 2017

Giallo - Capitolo 6



Buongiorno a tutti!
Oggi libro a sorpresa! A sorpresa per me, dato che per voi lo sono tutti. Perché è a sorpresa? Potrebbe sembrare una frase senza senso dato che l’ho letto, ma dovete sapere che sono una persona un po’ ossessivo compulsiva, e mi piace avere le giornate organizzate in modo abbastanza ordinato. Tutto ciò perché mi conosco e so di essere una persona poco costante e un po’
pigra per di più, quindi per non rischiare di arrivare il venerdì senza avere alcun libro di cui parlare qui sul blog, preferisco portarmi avanti.
Con questo obiettivo in mente ho stilato una lista dei libri che ho in casa e che ho intenzione di leggere, alternando i vari generi in modo da non fare tutte le recensioni di gialli e thriller una dietro l’altra e così via per tutti i vari generi. Secondo questa lista il libro da leggere e recensire oggi era “Io sono un gatto”, di Natsume Sōseki, ma il giorno in cui avrei dovuto iniziare a leggerlo ero a casa dei miei nonni in montagna e l’ho dimenticato a casa (musichetta drammatica e strappalacrime).
Così, spinta dalla voglia di leggere e dalla poca disponibilità della libreria di quella casa ho ripiegato su un libricino breve, di 130 pagine, un giallo che avrei potuto leggere rapidamente e senza troppo sforzo.
Il giallo in questione è “L’uomo che comprò Londra” di Edgar Wallace. Non lo conoscevo ma spulciando su Google ho scoperto che è uno degli scrittori di giallo più famosi insieme ad Agatha Christie e ad Arthur Conan Doyle. Questo libro fu pubblicato per la prima volta nel 1915 in Inghilterra mentre nel 1931 in Italia.
Per quanto riguarda la trama si parla di un uomo, King Kerry, miliardario americano che arriva a Londra e comincia, per conto di una società (L Trust), a comprare vari negozi con l’obiettivo di allargare il centro di Londra e renderlo ancora più produttivo e redditizio. Al suo fianco ci saranno una segretaria inglese appena assunta e altri personaggi, tra cui un concorrente del protagonista, Hermann Zeberlieff.
Ho iniziato la lettura senza grandi aspettative, anzi mi aspettavo un giallo un po’ scialbo con una trama prevedibile ed un assassino scontato. Questa impressione me la sono portata dietro fino al termine della lettura dove, quando ormai avevo perso le speranze di trovare qualcosa nella trama che mi stupisse, è arrivato il colpo di scena.
Partendo dall’inizio, il motivo principale per il quale non mi sono entusiasmata nella lettura è che l’antagonista o comunque il colpevole delle malefatte è reso noto esplicitamente fin da pagina 2. Io amo le storie di mistero in cui si cercano gli indizi nascosti nella trama per indovinare chi, tra i vari personaggi potrebbe essere il “cattivo” di turno mentre non ho molta simpatia per quelli in cui esso viene sventolato ai 4 venti fin da subito.
Ho comunque continuato a leggere in parte perché è un libro molto breve e mi sembrava uno spreco abbandonarlo, un po’ per vedere se c’era nella trama qualcosa di interessante.
Lo stile è molto descrittivo quando si parla di azioni e avvenimenti, ma non si sofferma sui particolari di una scena o di un panorama, forse perché non ci sono indizi da indovinare ma solo la prossima mossa, che rimane secondo me comunque scontata. La storia tra il protagonista e il suo antagonista è precedente all’inizio del libro, quindi ogni tanto ci sono dei riferimenti alla loro vita passata che non sono chiari, in quanto appunto non esiste un prequel.
Sono così arrivata a pagina 126 convinta che fosse sì un giallo diverso dal solito, in quanto non ruota attorno ad un omicidio ma si tratta di intrighi economici e concorrenza nella compra-vendita, ma che non mi soddisfaceva per nulla. Poi il colpo di scena. Non avrei mai indovinato la fine così come è stata scritta, il che tutto sommato mi ha un po’ risollevato.
Resta comunque un giallo breve, forse un po’ vecchio per lo stile cui ci siamo abituati negli ultimi anni, in particolare con il thriller e tutti i gialli svedesi che hanno invaso e tutt’ora invadono le nostre librerie. È sicuramente meno ricco di suspense ma credo che ciò sia dovuto anche al fatto che è stato scritto all’inizio del 1900.
Lo consiglio? Se cercate un giallo classico con omicidio e caccia all’assassino direi di no, dato che nessuno dei due elementi è presente. Ve lo consiglio se siete appassionati del genere Agatha Christie ma senza una passione particolare per l’investigazione, perché, ripeto, qui non c’è nessun omicida o nessun movente da individuare.

-Pearl

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