sabato 16 gennaio 2016

Giallo - Capitolo 2


Premetto che in questo periodo sono molto impegnata con lo studio e con la tesi, quindi i libri che andrò a recensire non saranno probabilmente complicati a livello stilistico e a livello di trama. Per questo aspetterò di essere più libera.
Agatha Christie è la scrittrice di gialli più conosciuta al mondo, nata verso la fine del 1800 e scomparsa nel 1976. È il primo libro che leggo dell'autrice ed è anche l'ultimo
pubblicato, esattamente pochi mesi dopo la sua scomparsa. Questa scelta è stata imposta da cause di forza maggiore: non mi trovo a casa ed era l'unico suo libro che avevo sull'ereader. 
"Addio, miss Marple", pubblicato come abbiamo detto nel 1976, narra la storia di una giovane donna che torna in Inghilterra, dopo aver vissuto in Nuova Zelanda, per cercare una casa in cui vivere con il neo marito. La donna compra una casa, che comincia a farle paura quando scopre di sapere particolari di quella casa senza esserci mai stata e tanto da ricordare un cadavere. L'incontro con miss Marple è provvidenziale per mettersi ad indagare sul mistero.
Quello che ho notato della scrittura è che è molto scorrevole, un giallo che si può leggere tranquillamente nei momenti di tempo libero, nemmeno particolarmente lungo e complicato nella trama, quindi veramente semplice e di compagnia.
Gli aspetti che ho trovato maggiormente interessanti sono, in primo luogo, la presenza di più soggetti alla ricerca della soluzione, ovvero, non è solo miss Marple ad indagare e a raccogliere informazioni, ma questo viene fatto anche dai due coniugi protagonisti. Ritengo che sia una bella differenza rispetto ad altri gialli classici, come per esempio quelli di Sherlock Holmes, dove solo lui riusciva a ricostruire il puzzle mentre Watson stava per lo più in disparte ad ascoltare le spiegazioni dell'amico. Quindi la presenza di alitri soggetti senzienti, che ragionano e propongono soluzioni e fanno attenzione ai dettagli mi è molto piaciuta.
Ho trovato interessanti anche le sue descrizioni, non eccessivamente dettagliate, ma comunque incisive, con quel giusto numero di particolari che potessero rendere l'immagine sufficientemente nitida. Ad esempio ha utilizzato l'espressione "ragno insignificante" per spiegare la sensazione provata in presenza di uno dei personaggi e queste metafore legate al mondo animale mi sembrano sempre molto precise, che riescono subito a rendere l'idea. Anche Marquez le aveva usate ne "La Mala ora".
Mi è piaciuto che abbia citato in un passaggio "Delitto della Rue Morgue" di Edgar Allan Poe, scrittore che tra l'altro ha anche ispirato Doyle a creare il personaggio di Sherlock, ma di questo parleremo nelle rispettive recessione delle opere di questi due autori.
Essendo questo un libro di piacere, nel senso che come ho già detto, non è difficile, ma tutti possono leggerlo, è chiaramente consigliato agli amanti del genere, anche se penso sia importante puntualizzare una cosa: la differenza tra i gialli "colpo di scena" e quelli "prevedibili". Secondo me questo libro, se siete appassionati del genere e quindi ne leggete e ne avete letti molti, pende più dal lato dei gialli prevedibili. Nel senso che c'è sì un colpo di scena, ma non è poi così sorprendente. Dipende tutto dal gusto personale perchè sì, il giallo prevedibile può nutrire l'ego del lettore portandolo a pensare "anche io come miss Marple/chi per lei ho capito subito chi era l'assassino", di contro un giallo con un bel colpo di scena sorprendente può piacere e lascia, almeno per quel che mi riguarda, un'ottima impressione dell'autore che risulta essere creativo. A meno che il colpo di scena non sia completamente assurdo e privo di ogni logica.
Mi è piaciuto, o comunque mi ha tenuto compagnia nei momenti di noia.
Ho intenzione di leggere altri libri dell'autrice per farmi un'idea più chiara quindi vedremo come andrà a finire.

-Pearl

Nessun commento:

Posta un commento