venerdì 8 gennaio 2016

Libri per ragazzi - Capitolo 1


Daniel Handler, in arte Lemony Snicket, è forse uno degli scrittori viventi che più apprezzo in assoluto e poco importa se scrive romanzi per bambini e ragazzi. L’adulto può trovare più insegnamenti in “Una serie di sfortunati eventi” che in Shakespeare, oltre a una profonda critica su società e schemi mentali difficile da ignorare. In sostanza è più utile ad un adulto che a un bambino, in quanto il bambino è spesso più
consapevole di noi grandi su quali siano i comportamenti da adottare nel confronto con gli altri e più in generale, in tutto il nostro quotidiano. Al contrario, egoismo e sete di potere, possono essere circoscritti alla sola età adulta. Elementi, questi, che Lemony Snicket non solo dissacra, ma li ridicolizza e li rende atteggiamenti tipici delle persone stupide.
Credo che “efficace” sia l’aggettivo più calzante, per questi libri ed è difficile, per me, parlare di un autore che apprezzo così tanto. Perché se per me è sufficiente dire che Handler è spettacolare, a chi legge più o meno frequentemente recensioni potrebbe non bastare.
La storia di “Una serie di sfortunati eventi” si snocciola in tredici, succulenti libri, da leggere tutti d’un fiato e che, grazie all’ironia ivi contenuta, lascerebbero a bocca aperta anche il lettore più navigato. Tuttavia – per ragioni oscure tanto quanto le origini della Bestia Ronzante – ho preferito parlare, per questa recensione, della sua nuova, nuovissima saga, ovvero: “Tutte le domande sbagliate”. Così nuova che ancora non è stata pubblicata del tutto, ma della quale già sappiamo qualcosa. Tanto per cominciare sappiamo che sarà decisamente più corta della “sorella” famosa “Una serie di sfortunati eventi”. Handler ci promette solo quattro libri, dei quali però possiamo già ottenere i primi due: “Chi sarà mai a quest’ora?” e “Quando l’hai vista l’ultima volta?”, pubblicati recentemente dalla Salani editore. Come la Salani sia riuscita a radunare sotto lo stesso tetto Handler e J.K. Rowling è un altro mistero oscuro e profondo, ma visto lo stile dell’autore di cui sto parlando non mi pare per nulla strano. I libri di Handler pullulano di misteri da risolvere; misteri che spesso non portano a nulla, ma che vogliono dire tutto, in un abile schema di sottigliezze e allusioni da leggere fra le righe. Non sarà che forse tutta la magia sta nel desiderio e nella curiosità di risolverli, questi misteri?
In ogni caso, una cosa la so: se fossi un libro, vorrei essere stata scritta da Lemony Snicket. Perché sarei arguta e ironica, divertente e saggia, coraggiosa e colta, senza contare che avrei una così grande padronanza di lessico e grammatica da potermi permettere giochi di parole e battute intellettuali, seppur non stucchevoli, ad ogni frase.
“Tutte le domande sbagliate” ci presenta un giovane Lemony Snicket alle prese con eventi che hanno ben poco a che vedere con quelli sfortunati ruotanti attorno alla famiglia Baudelaire, ma che sono avvenuti anni prima, nel periodo di addestramento del nostro protagonista. Quest’ultimo, insieme alla sua chaperon, S. Theodora Markson, si dovrà recare in una misteriosa città semi-abbandonata, cercando di risolvere il nebuloso caso del furto di una statuetta raffigurante la mitologica Bestia Ronzante. Dal tentativo fallito di risolvere tale enigma scaturirà una sfilza lunghissima di altri misteri, piccoli e grandi, ma sempre inaspettati. Tra personaggi singolari e indagini ancora più bizzarre, Snicket ci trascina in un ambiente dalle tinte noir. Si, si, avete capito bene: “Tutte le domande sbagliate” è noir! Avete presente lo sketch di Ale e Franz, in cui i due comici si presentano sulla scena in trench e prendono in giro i film americani del primo dopoguerra? Questa storia è proprio così, con l’aggiunta però di qualcosa in più; qualcosa che va oltre la battuta comica e rivela l’aspetto serio e profondo. In sostanza, risulta un mix tra “La signora di Shanghai”, “Casablanca” e atti comici. Come ogni film noir che si rispetti si può notare una figura femminile posta come fautrice di inganni e segreti, una totalmente sbagliata percezione della realtà, direi quasi straniante e una città fantasma, eco di ciò che era un tempo, come scenario perfetto per parlare di sparizioni ed enigmi. A questo si aggiungono i giochi di parole tipici dello stile Handler, che rendono il libro scorrevole e semplice, adatto ai più piccoli, ma mai stupido. Sottolineo che tutto questo lo potete trovare in un libro per bambini.
Se conoscete bambini o ragazzi e tenete a loro, in particolare alla loro formazione mentale, spingeteli nel mondo di Lemony Snicket. Cosa che, ovviamente, vi invito a fare a vostra volta. Vi prometto che non ve ne pentirete!
Ho intenzione di convincervi con ulteriori recensioni su questo universo letterario. Sappiate che non è finita qui!

-Liù

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