sabato 6 febbraio 2016

Narrativa - Capitolo 2



Questa recensione sarà brevissima, ma voglio porre l’attenzione su un libro, che seppur nella sua semplicità, secondo me merita davvero.
“Come una balena”, di Nicoletta Vallorani potrebbe essere considerato un libro adatto a tante persone diverse: breve, leggero, semplice, ma profondo come l’oceano di cui parla.
Racconta la storia di un cucciolo di

balena, Alice e del suo compagno di avventure Ciro: un vecchio delfino solitario e cantastorie che, essendosi imbattuto per sbaglio nella giovane balena, decide di aiutarla a ritrovare la sua mamma. Risulterà ben presto chiaro al lettore che l’essenza del libro non risiederà nell’obbiettivo ultimo del viaggio, ma nel viaggio stesso.
I due inizieranno la loro ricerca inseguendo una baleniera dall’aspetto e dall’equipaggio molto minacciosi. Infatti, la Pequod non è una baleniera come le altre: il suo capitano non è nient’altro che Achab, all’assennata ricerca di Moby Dick. Lungo il loro viaggio, Ciro e Alice, incontreranno curiosi personaggi, i quali permetteranno loro di riflettere sulla loro vita e sul loro destino, sugli esseri umani e sul loro instancabile desiderio di arraffare i segreti del mare, sul senso della libertà e dell’amicizia.
I due personaggi principali vengono presentati con caratteristiche e atteggiamenti molto umani, ma per tutto il tempo si intende sottolineare la grandissima differenza tra gli esseri che vivono fuori dal mare, in particolare l’uomo e gli esseri che fanno dell’oceano il loro habitat naturale, in particolare le balene, capaci di pensare in tutte le direzioni e non soltanto in linea retta.

Una parola dietro l’altra, una frase dopo l’altra, si costruiscono le loro storie e le loro teorie. Non conoscono i percorsi laterali, non amano muoversi di sbieco. Sono logici e pensano che questa sia una grande manifestazione di saggezza. […]
Le balene, invece, pensano in tutte le direzioni.


Ciro è un delfino con anni di esperienza acquatica alle spalle, così come le molte vite che ha vissuto fuori dall’oceano, prima di diventare e rinascere delfino. Conosce molte storie, abituato ad affascinare gli altri e a procedere solitario. Si scontra, però, con una creatura, Alice, che stravolge tutte le sue convinzioni: una balena che per natura risulta molto più grande e potente di lui già da piccola, che non crede a tutto ciò che lui dice, impulsiva, ma soprattutto molto sensibile, con un estremo bisogno di compagnia e di certezze.
Nicoletta Vallorani ci permette di vedere le balene come nobili creature ultraterrene, superiori alle altre, detentrici di segreti antichi e straordinari, capaci di cogliere l’essenza di ogni altra creatura, persino quando si parla di un essere violento come l’essere umano e Ciro, di norma al centro dell’attenzione come si conviene ad un vero cantastorie, dovrà ammettere quanto la sua compagna di avventure sia straordinaria, tanto da avergli insegnato cosa sia l’amicizia e l’affetto sincero.
È un racconto breve e semplice, ma molto gradevole e con un eccellente lessico; scorre leggero senza annoiare, ma allo stesso tempo fa riflettere sulla libertà e sul rispetto verso il prossimo. Come recita la copertina: Balenitudine, insomma.
Buona serata e buon fine settimana, lettori!
-Liù

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