venerdì 21 ottobre 2016

Letteratura internazionale - Capitolo 11



Il libro di cui vi vado a parlare oggi è uno di quei libri con cui tutti noi ci siamo trovati a fare i conti in un certo momento della nostra vita. Io ne ho avuti diversi, ma era un po’ che questo genere di episodi non mi capitava e dunque è stato particolarmente deludente. Sto parlando di quei libri promettenti, che per un motivo o un altro vi coinvolgono prima ancora di cominciare a leggerli, partendo proprio
dall’immagine di copertina ma che si rivelano essere molto al di sotto delle aspettative.
Oggi vi parlo di “Orso”, un romanzo che attendevo di leggere da mesi e che narra la storia di un uomo di 35 anni, appena uscito da un divorzio, che condivide la sua vita da neo single con quattro gatti. Scritto da Tom Cox, uno scrittore britannico che ha scritto diversi libri sui gatti, nel 2015. Ora, come potete anche voi notare, la copertina è adorabile e riporta questa specie di sottotitolo “Le avventure di famiglia di un gatto filosofo”. La trama che è possibile leggere all’interno però sembra indicare che si parlerà anche degli altri gatti, ognuno con le sue caratteristiche, e del loro amico umano che anche grazie a loro “si mette in cerca di un nuovo amore”.
Il problema fondamentale, oltre al fatto che mi aspettavo una centratura maggiore sui gatti, è che in realtà non si approfondisce nulla di tutto ciò che viene riportato nella copertina. L’approfondimento interno è assolutamente identico a quello esterno ovvero minimo. Durante le descrizioni non fa altro che ripetere sempre le stesse due cose che si possono trovare giustamente sintetizzate sul retro del libro. Quindi non c’è nessun approfondimento sui gatti ma di contro non c’è nemmeno un approfondimento sulla vita del protagonista umano che parla in prima persone. Per esempio, questa storia del nuovo amore, non viene descritta. Ad un certo punto, nel libro sbuca questo personaggio femminile che però è già diventato il suo nuovo amore per cui non c’è nessun approfondimento della storia tra di loro.
Mi rendo conto che il problema è dato soprattutto dalla mia eccessiva aspettativa nei confronti di questo libro: ho aspettato mesi per leggerlo e in copertina c’è un gattino identico (se non per la macchia bianca sul petto) al mio adorato Zucca. Già sapevo che la trama dei personaggi umani non mi avrebbe entusiasmato dato che le storie d’amore non sono proprio il mio genere, ma mi aspettavo un maggiore approfondimento del personaggio di Orso o almeno del rapporto che questo uomo ha con i suoi gatti e in particolare con lui, visto che dà il nome al romanzo. Non è così, dunque se le vostre aspettative erano paragonabili alle mie, forse è meglio lasciare perdere, inteneritevi senza ritegno davanti alla copertina ma non sprecate del tempo.
Detto ciò il libro non è scritto male, è godibile e si legge velocemente anche se ci sono degli sbalzi temporali che non ho capito molto. Emergono alcuni temi interessanti su cui si possono fare delle riflessioni, come la tendenza di alcuni a trattare gli animali come dei figli o a usarli per colmare dei vuoti emotivi. Inoltre fa diversi paragoni tra i gatti e gli esseri umani e in particolar modo tra i gattini e i bambini, paragone cui è dedicato un capitolo e che viene espresso con tutto lo humor inglese possibile. Un altro tema che sembra emergere in un punto del romanzo e che viene ripreso alla fine è la responsabilità di prendere le decisioni al posto di chi non può esprimersi e dare per scontato che le nostre scelte siano quelle migliori. In particolare nel libro fa riferimento alla scelta di sterilizzare un gatto randagio con l’obiettivo di tenerlo, ma che poi fugge e sparisce nel nulla.
Purtroppo non c’è molto altro da dire perché la trama è scarsa, i personaggi non sono approfonditi e nemmeno i gatti, si racconta una parte della vita di quest’uomo senza spiegazione di ciò che era avvenuto prima e senza previsioni di ciò che potrebbe accadere in futuro e anche i temi su cui riflettere, sono comunque deduzioni che si fanno lungo la lettura e che a me sono venute in mente perché ho pensato alla recensione da scrivere, altrimenti, probabilmente, non mi sarebbero nemmeno saltate all’occhio.
Quindi sono contenta di non aver comprato questo libro perché costa la bellezza di 16,90€ e non ho questi soldi da buttare. Almeno per il momento, dato che di soldi, visto che non ho ancora un lavoro (ma ho finito l’università quindi lo sto cercando!) preferisco spendere i soldi per comprare dei libri che siano belli o su cui potrei scommettere di più. Per esempio ho comprato e mi hanno regalato diversi libri per la laurea e ho puntato su cosa so già potrebbe piacermi, per esempio ho comprato un altro libro di Dorn, ho comprato due libri di Terry Pratchett, che è quasi introvabile in Italia anche se ora la Salani ha fatto uscire le nuove edizioni (Salani, non fare idiozie o guai a te!) e un paio di libri di Donna Tartt, che ammetto di non aver mai letto, ma ho abbastanza fiducia in questi libri. Volevo comprare anche “Orso”, ma si vede che qualcosa nel mio istinto ha intuito qualcosa e mi ha convinto a lasciar perdere.

Mi dispiace veramente moltissimo, ma devo bocciare questo libro perché non l’ho trovato divertente, non l’ho trovato interessante e nemmeno arricchente. È una lettura facile, breve, per chi ama i gatti ma non ha pretese letterarie, quindi con estremo rammarico, non lo trovo sufficiente. Se proprio volete leggerlo, fate come me e prendetelo in biblioteca.
-Pearl

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