sabato 8 ottobre 2016

Libri per ragazzi - Capitolo 3



Mi scuso per il ritardo, ma ho perso la cognizione dei giorni e mi sono resa conto del fatto che ieri fosse venerdì solo verso mezzanotte.
Il libro di oggi è un romanzo che parla di diversità, di cosa significa essere diversi per chi lo è e per chi gli vive attorno. È un libro per ragazzi scritto nel 2012 da R. J. Palacio, pseudonimo di Raquel Jaramillo e si
intitola “Wonder”. Da questo libro sono tratti altri tre romanzi, anche se sono semplicemente punti di vista differenti della stessa storia, quindi sono sostanzialmente degli spin – off.
Il racconto narra la storia di August Pullman, un bambino di 11 anni affetto dalla sindrome di Treacher Collins e che quindi fa i conti con una deformazione craniofacciale che si trova a dover andare per la prima volta in vita sua a scuola, in particolare in prima media.
Se non avete idea di che tipo di sindrome sia quella che affligge il protagonista, vi consiglio di andarla a cercare su Google, questo semplicemente perché sarà più facile riuscire a capire alcuni passaggi e alcuni atteggiamenti. Pensare infatti che il protagonista abbia un deformazione facciale senza averla mai vista risulta difficoltoso perché non viene descritto in maniera approfondita, alcune sue fattezze vengono semplicemente accennate. Quindi questo è il primo consiglio che mi sento di darvi riguardo a questo libro.
La storia viene raccontata in modo semplice ma efficace e viene suddivisa in otto parti, raccontate da personaggi differenti. Per lo più è il protagonista a raccontare la sua storia, ma vengono evidenziati anche i punti di vista della sorella maggiore, dei due amici e di altri due personaggi legati alla sorella (il ragazzo e l’amica). Gli spin – off sono stati richiesti e narrano la vicenda dal punto di vista di altri tre personaggi, due compagni di scuola ed il migliore amico d’infanzia di August (Charlotte, Julian e Christopher). Tra le cose che ho apprezzato di più di questo libro ci sono l’immagine che offre della diversità e di cosa è diverso e come la nostra chiusura e la nostra paura ci imponga dei limiti. In particolare leggere la storia dal punto di vista di August e quindi dal punto di vista di chi è e viene considerato diverso, ci mostra come in realtà non sia affatto diverso dagli altri ragazzini della sua età. Ovvero quello che prova, tra ansie e paure per la scuola, è uguale a ciò che provano tutti gli altri ragazzi, semplicemente tutto è amplificato dalla consapevolezza di non avere lo stesso aspetto degli altri e del fatto che gli altri hanno paura di lui e/o lo prendono in giro.
Quindi ciò che viene considerato normale è praticamente soggettivo: ciò che risulta essere la normalità per me può non esserlo per qualcun altro e questo perché la costruzione di ciò che è normale si costruisce con il tempo. Per August è normale avere un aspetto di quel tipo e i suoi problemi al riguardo sono legati alle reazioni che gli altri hanno nei suoi confronti. Questo può dare l’idea di come a volte il mondo che ci sta attorno ci condizioni e ci guidi.
Questo romanzo riesce così a mettere in evidenza il punto di vista del protagonista ma anche i punti di vista di chi gli sta attorno e quindi le reazioni che spontaneamente le persone hanno davanti a ciò che è diverso o anormale. Tali reazioni sono generalmente legate e dettate dalla paura, verso ciò che è diverso e nuovo, verso ciò che non si conosce, ma il problema fondamentale è che la reazione non deve portare ad una chiusura: la nostra paura ci porta a scappare e chiudere ciò che non riconosciamo al di fuori del nostro mondo, ma senza fare i conti con ciò che non conosciamo ci porta a creare dei muri che limitano le esperienze. Ci si pone dei limiti senza nemmeno rendersene conto e si perdono delle occasioni di crescita reciproca e di scambio. Questo libro dunque mette bene in mostra come la diversità possa essere una risorsa e non necessariamente un ostacolo.
Un altro aspetto del libro che mi è piaciuto molto, e in questo caso sono di parte, è che il protagonista è appassionato di Star Wars, e quindi molti riferimenti per me sono stati divertenti ed azzeccati. Capisco però che qualcuno che non lo conosce possa avere delle difficoltà da questo punto di vista.
Nel racconto si fa accenno a delle lezioni di scuola e tra queste una mi ha colpito positivamente e mi riferisco a “I precetti del Sig. Browne”, il Sig. Browne è il professore di inglese, ed ogni mese assegna un precetto alla classe, come “Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile”. Tutta la classe discute con il professore il precetto ed il suo significato e alla fine del mese gli alunni devono svolgere un testo su che cosa quel precetto specifico significa per loro. Inoltre, come compito delle vacanze c’è l’invio di una cartolina al professore, con un precetto personale. La trovo un’idea veramente bella, sia per stimolare i ragazzi a scrivere temi ed esercitarsi sulla scrittura (e visto come scrivono oggi i ragazzi delle medie ce n’è veramente bisogno) sia per stimolare i giovani alla riflessione personale su temi importanti e attuali, aiutarli quindi ad essere critici e creativi.
Infine apprezzo moltissimo il fatto che l’autrice abbia inserito diversi punti di vista, in modo da poter empatizzare sia con August che con gli altri personaggi del racconto, perché vedere solo il punto di vista del protagonista avrebbe potuto portare a vedere in modo solo negativo coloro che gli stanno attorno e che non vogliono avere a che fare con lui. Invece rendere tutti umani, chi è diverso e chi no, aiuta molto nella comprensione del tema, a mio parere.

Dunque lo consiglio sia ai ragazzi sia agli adulti, perché non è mai troppo tardi per imparare a fare i conti con la diversità e imparare ad aprirsi a ciò che ci spaventa.
-Pearl

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