mercoledì 9 gennaio 2019

Cara Emmeline - Il femminismo alla moda che tanto piace al sistema



Solo fino a qualche anno fa, il termine “femminismo” si sentiva raramente. Astrusa e impopolare, questa parola si portava appresso una storia e una fama controverse. La fama di un movimento che spesso veniva percepito come quanto mai distante dalla parità tra i sessi, ovvero da ciò che, tutto sommato, si proponeva di raggiungere.
Il vento ha da poco cambiato direzione. Piaccia o non piaccia, oggi con la parola “femminismo” ci si deve fare i conti, o quantomeno scendere a patti.
Dalla nicchia in cui era segregato, il femminismo è sceso in piazza ancora una volta e con una veste nuova: quella che gli esperti del settore – sociologi, antropologi, psicologi, ecc. – chiamano “quarta ondata”.
Ebbene si! Che la parità non sia stata ancora raggiunta e che ci sia ancora bisogno di lottare per l’uguaglianza di genere si sapeva da un pezzo. Adesso lo si è realizzato consciamente e lo si ribadisce a gran voce.
Siamo finalmente riusciti ad uscire da quella comfort zone, da quell’insieme di luoghi comuni (sull’essere “veri” uomini, l’essere “vere” donne e su ciò che comportano sia l’uno che l’altro), che contribuivano a tenere in piedi una certa sovrastruttura del nostro gruppo sociale. Purtroppo, tali luoghi comuni, erano (e troppo spesso lo sono ancora) alla base dei nostri rapporti con l’altro e col nostro sesso, costruendo nel nostro inconscio collettivo la percezione sbagliata e malsana di ciò che dovrebbe essere un uomo e di ciò che dovrebbe essere una donna. Come se a tal proposito ci fossero delle regole ben precise dettate da chissà quale istituzione; un’istituzione che senza nessuna logica o criterio, stabilisce ad esempio che “Tutti gli uomini sono degli schifosi bastardi, in quanto vogliono solo una cosa” o che “Bisogna cercare delle VERE donne”, per quanto poche ce ne siano in giro, le quali a quanto pare non devono avere la libertà sessuale di portarsi a letto chi e quanti soggetti ritengono leciti per loro stesse.

Tenetevi stretti la donna con le palle, perché di donne Ikea facili da montare e di bassa qualità ne è pieno il mondo.
Seriously?

Hollywood è strabordante, ormai, dei discorsi e delle dichiarazioni pubbliche sull’argomento. Da Emma Watson a Miley Cyrus, da Kate Winslet a Meryl Streep. E di certo il mondo delle librerie e dell’editoria non è da meno. Oggigiorno, libri sul tema ce ne sono per ogni genere di lettore: piccoli, grandi, diretti ad un pubblico maschile tanto quanto a quello femminile, in virtù dell’idea (sacrosanta) che il fruitore è fruitore, a prescindere da quale organo riproduttore abbia in mezzo alle gambe.

Insomma, possiamo dire con un’altissima percentuale di certezza che l’esortazione alla grande rivoluzione culturale in atto con la quarta ondata di femminismo è chiara, ben evidente e si rende manifesta in ogni angolo di biblioteca.  Possiamo esserne soddisfatti? Certamente si, ma non ancora totalmente.
La preoccupazione che un termine giunto dalle stalle e arrivato alle stelle, ormai di moda, surclassi le azioni concrete per il raggiungimento degli obbiettivi proposti, rimane un’eventualità concreta quanto il fenomeno sociale stesso.
Il mondo della moda, un paese dei balocchi irrealistico con la pretesa di essere perfetto in ogni sua parte e che non a caso viene frequentemente criticato per la poca etica adottata, ha trovato il modo di eliminare gli oppositori fingendo più umanità di quella che è effettivamente stata distribuita sulle passerelle. Così accade, ad esempio, che si critichi l’incitazione all’anoressia e improvvisamente appaiono modelle curvy in ogni angolo, tutti applaudono, il mondo sembra essere migliore di ieri. Peccato che la settimana della moda si avvicina e le indossatrici destinate a sfilarvi restano taglia zero.

…Esisteva una maniera di fregare il potente, si chiamava rock ‘n roll, ma indovinate? Il potente ha corrotto anche quello con una piccola cosina chiamata “Mtv”.

Chi, leggendo il titolo “Storie della buonanotte per bambine ribelli” ha espresso il dubbio che quel progetto non fosse destinato ai bambini maschi? Ed eventualmente fosse davvero così, chi si è chiesto il motivo? E sfogliando lo stesso medesimo libro, chi non ha avuto qualche perplessità sull’introduzione di alcune figure che non possono essere considerate oggettivamente modelli positivi, ma che sono state introdotte perché sono donne? Probabilmente le risposte ci sono, tante e soddisfacenti, almeno in questo specifico caso, ma

non è sempre così e soprattutto non tutti si pongono le dovute domande, accettando di buon grado un sistema editoriale che, questa quarta ondata, la vuole cavalcare per mero denaro.
Sullo stesso scaffale potrete facilmente trovare altri sei o sette volumi, realizzati dalla propria casa editrice, con lo stesso identico format di Elena Favilli e Francesca Cavallo. Alcuni meritevoli, altri meno. Alcuni quasi identici, altri che di uguale hanno solo lo stile della copertina.
È lo stesso, il dubbio si insinua: la quarta ondata ha nutrito un terreno fertile e ne stiamo finalmente raccogliendo i frutti, o “il potente” di Jack Black ha colpito ancora, costruendo un teatrino di facciata che ha la consistenza di una patatina San Carlo al caviale made by Carlo Cracco?
Quanto vantaggio guadagna un’idea che passa dall’ombra alla mondanità? Quanto, della sua nuova fama, ne può effettivamente beneficiare e quanto può danneggiarla? Le armi a doppio taglio sono le più pericolose, ma anche quelle importanti da affrontare.
Nel grande marasma generale, come spesso accade, la verità sta nel mezzo e in ogni buon raccolto, come altrettanto spesso accade, le mele marce capitano. Di certo è importante avere quante più informazioni possibili per coltivare come si deve. Non aver paura di sbagliare, coltivare anche la propria curiosità in merito a questo tema. Tutte cose che aiuterebbero di gran lunga il fenomeno.
Una visione cinica e pessimista, ahimè troppo vicina alla realtà, ribadirebbe che tutta la documentazione del web non basterebbe per sconfiggere i sotterfugi di chi, per quanto brutta sia la mano capitatagli, riesce a giocare bene le sue carte volgendole a suo vantaggio.
La ricerca è quindi insufficiente e tuttavia necessaria. A questa, però, va senz’altro aggiunta la voglia di investire il proprio tempo nella riflessione del tema, in un certo senso nel farsi un’idea propria senza avere la fretta di trovarla subito. Insomma: guadagnarsi un buon senso critico e allenandosi a tale scopo.
Non va enunciata la formula che indica la maniera giusta di pensarla, perché una formula, signori miei, non c’è. Ma l’augurio ed insieme il consiglio che viene fatto è di avere il coraggio di andare a fondo, senza fermarsi all’apparenza. Consapevole che, se non si riesce ancora ad avere le risposte necessarie, è di vitale importanza continuare a porsi domande.
È sotto questo auspicio che io vi ringrazio infinitamente di essere arrivati fino in fondo a questo intervento e spero di aver stimolato la vostra curiosità.
E visto che le domande sono importanti: voi cosa ne pensate a riguardo?
Buona giornata e alla prossima, lettori!


-Liù

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