mercoledì 13 febbraio 2019

Cara Emmeline - San Valentino




Cara Emmeline,
domani  sarà il 14 febbraio, un giorno molto atteso, molto discusso, molto noto e altrettanto temuto da tutti: San Valentino, la festa degli innamorati. Che poi è diventata la festa dei fidanzati/sposati e che si celebra ormai quasi solo sulla base di stereotipi: fiori, cioccolatini e cena fuori.

Ho provato a cercare su Google l’immagine che il web ha di questa festa e, oltre alle classiche pagine Wikipedia che spiegano l’origine della festa e la sua diffusione del mondo, sono presenti articoli legati agli stereotipi già sopra-citati: Guide ai regali, nettamente distinti con Per Lui/Per Lei, che sono oggettivamente brutti e che di solito si riducono a fiori per lei ed alcool per lui. Le guide ai migliori ristoranti, perché se non vai a cena fuori non è veramente San Valentino.
Le immagini di Google che si caratterizzano per due elementi decisamente preponderanti: cuori e rosso. Ma si aggiungono rose rosse, libri con pagine a forma di cuore, coppie abbracciate su sfondi improbabili o parigini. Insomma potremmo tranquillamente dedurre che la fantasia non è di casa quando si tratta della festa degli innamorati.
Lungi da me demonizzare la festa di San Valentino, è comunque un modo per dedicarsi un po’ all’altra persona, alla persona amata, che spesso purtroppo nel corso della vita passa in secondo piano a causa di lavoro, stress, sport, amicizie eccetera. Sarebbe certamente meglio impegnarsi di più nella vita di tutti i giorni piuttosto che cavarsela così, con una festa prestabilita di cui liberarsi come di una spina nel fianco. Provare ad essere presenti è più impegnativo, richiede più energie, porta via del tempo ad altre attività, ma dà anche più soddisfazioni a lungo termine. E non è cosa da poco.
Pensiamo poi alle immagini che culturalmente ci vengono offerte nel periodo più “romantico” dell’anno: mai vista una coppia omosessuale sui cartelloni per strada? O su un articolo di giornale? Oppure su internet per pubblicizzare le nuove scatole dei cioccolatini da regalare? Sempre solo uomo e donna. Perché questa è la nostra cultura preponderante, addirittura tossica se si pensa alle leggi che sono in programmazione: sì sto parlando proprio del Decreto Pillon. Quello che cerca di riportare il paese allo “splendore” del patriarcato. Perché il cambiamento fa sempre paura, il cambiamento presuppone del sacrifico e dell’impegno, e nessuno oggi è disponibile a dedicare tempo e spazio a cambiare il mondo, considerando che probabilmente solo i nostri figli o i nostri nipoti gioveranno dei tanti sacrifici odierni. Perché il cambiamento avviene quasi sempre lentamente e i frutti del lavoro di oggi non potranno essere goduti direttamente da chi si è impegnato per realizzare qualcosa di nuovo e migliore. Quindi se non ne posso godere direttamente, perché mi dovrei sacrificare? Questa la mentalità dell’uomo moderno.
Un ritorno al passato è sempre meno spaventoso di un salto nel vuoto, come una rassicurante bugia è sempre preferibile ad una scomoda ma illuminante verità. È anche però vero che senza salti nel vuoto nulla potrà mai cambiare. E il mondo non è programmato per essere statico, il mondo è in continua evoluzione e l’adattamento della specie è fondamentale per la sopravvivenza. E state tranquilli che non lo dico io, ma lo disse Darwin nel 1800. E scusate se è poco.
Il cambiamento non può venire solo dalle leggi, né in una direzione né nell’altra, né verso un ritorno al passato né verso un futuro ignoto. Sono le persone che devono cambiare, deve cambiare la cultura, deve modificarsi la mentalità comune. Chiaramente questo non sta avvenendo se non in piccoli spot qua e là, ma mi piace pensare che siano come dei piccoli focolai che prima o poi troveranno il modo di congiungersi per fare divampare l’incendio del cambiamento.
Per chiarire, non è un discorso politico, non parlo del cambiamento tanto inneggiato dal governo attuale, è un discorso separato e a sé stante. Vorrei che fosse chiaro a tutti.
E quindi torniamo a San Valentino: perché tutto questo sproloquio sul cambiamento? Perché per una volta mi piacerebbe che la festa degli innamorati uscisse dallo stereotipo e provasse a dare un contributo al mondo e che si provasse a festeggiare l’amore. Non quello dei romanzi d’amore tra uomo e donna, ma tra essere umano ed essere umano, indipendentemente dal sesso o dal genere. Festeggiare con il rispetto della dignità umana di tutti, donne, uomini, italiani, stranieri, parenti, sconosciuti, insomma tutto il genere umano.
Fate un regalo agli altri ma anche a voi stessi: siate gentili con il prossimo perché la gentilezza chiama gentilezza a meno che l’intenzione non sia già malevola in partenza.
E sai, cara Emmeline, sono qui a scervellarmi per trovare una bella frase di chiusura, una citazione ricca di emozioni e di speranza, e le uniche parole che mi vengono in mente sono state create per un pubblico molto giovane, per i bambini. Le canzoni per i bambini sono qualcosa di meraviglioso, quelle classiche come quelle firmate da Sergio Endrigo, ma anche diverse canzoni dello Zecchino d’Oro. Insomma, forse dovremmo tutti tornare un po’ bambini, lasciare cadere il velo del pregiudizio, della diffidenza, della pesantezza della vita adulta e ascoltare un po’ di musica insieme.
“Se potete scegliere tra essere giusti ed essere gentili, siate gentili.”
Un buon San Valentino a tutti.
-Pearl

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