venerdì 8 novembre 2019

Libri per bambini - Capitolo 12

Buon giorno miei cari amici.
Oggi, nello spirito della nostalgia che mi sto portando appresso più spesso del solito, vi parlerò di un libro a me molto caro, il quale ha costituito un pilastro importantissimo della mia infanzia.

Vi dirò, non è poco per una bambina che ha provato ad andare a letto con dei libri invece del peluches. Storie vere signori, non fandonie, ma non provatelo: i libri sono freddi e pieni di spigoli ed è tremendamente scomodo dormirci insieme.
“Boscodirovo” è una collana di libri per bambini, scritti e illustrati da Jill Barklem che per quanto riguarda le arti figurative, trovo essere stata una vera maestra del

particolareggiato.
Come per tantissimi altri bambini oltre me, Jill Barklem ha invaso, con i suoi meravigliosi disegni e con le sue favole brevi, i tranquilli pomeriggi invernali della sottoscritta.
Le sue storie si concentrano su una piccola comunità di topini campagnoli, abitanti di alberi cavi e più in generale di ogni tana o riparo che la natura possa offrire loro. In questi rifugi si annidano delle vere e proprie case arredate, con tanto di vasca da bagno e letti a baldacchino. In alcuni casi vediamo anche un emporio ed un mulino in piena attività.
I suoi disegni sono ultra dettagliati. La Barklem non manca mai di aggiungere particolari agli elementi naturali, o alle stanze dove dimorano i suoi piccoli protagonisti. Inoltre, i vestiti di questi ultimi, alla moda ottocentesca inglese, sono pieni di trame, merletti e pizzi di ogni genere.
È un mondo poetico, quello di “Boscodirovo”; il focolare pieno di magia e allo stesso tempo domestico, dal sapore antico.
Il coniglio Peter, più famoso e più chic rispetto ai miei topini sopra descritti, forse a questo punto protesterà. Vista la grande somiglianza del tratto stilistico tra la mano della Potter e quella della Barklem, tutto fa pensare ad una forte influenza dell’una sull’altra. Questi cugini alla lontana, infatti, hanno in comune ben più che un paio di ambientazioni con Peter.

Tuttavia, per un discorso strettamente affettivo, io patteggio spudoratamente per i topini e vi dirò anche che non mi dispiace molto la loro minore fama, considerando il recente cartone animato di Peter, dai disegni completamente computerizzati e senza più niente che lo riconduca all’originale.
Di “Boscodirovo” io non avevo tutta la collana, anzi sono quasi certa che in Italia sia impossibile per chiunque avere la certezza di aver letto tutto ciò che è stato scritto sulle storie di questi amabili roditori, viste le frequenti riedizioni e le continue trasformazioni di formato o “assemblamento” che hanno subito.
Io, dei libri in questione, ne avevo solo uno: “Le quattro stagioni di Boscodirovo”; un libro che purtroppo ho perso e non ho la minima idea di dove possa essere finito.
Così mi sono decisa a cercarlo in biblioteca, dove dopo averne constatato la mancanza fra gli scaffali e non contenta di ciò, me lo sono fatto ordinare col prestito inter-bibliotecario. È giunto a me in un’edizione diversa rispetto a quella che avevo io da piccola, più bella e rimpolpata con altre storie che non avevo mai letto e la cosa non può avermi fatto che piacere.
Si, ho fatto tutta questa tiritera in biblioteca per “Boscodirovo”. Ebbene si, signori! E non me ne vergogno.
Le quattro storie che leggevo da piccola, come suggerisce il titolo stesso, erano dedicate alle quattro stagioni. Per chi non ha mai letto “Boscodirovo” sembrerà un particolare da nulla, se non fosse che i disegni particolareggiati citati precedentemente hanno la capacità di trasformare completamente il tuo punto di vista riguardo alla questione, anche solo grazie ai colori che la Barklem ha deciso di inserire nelle sue tavole.
Così ci si ritrova letteralmente immersi nei colori caldi e avvolgenti dell’autunno, ma anche nelle sue fredde notti buie, si apprezzano tutti i colori del bouquet primaverile e si rimane incantati nella sala da ballo della storia ambientata in inverno, di ghiaccio scolpito. Elsa qui non è nessuno e la me stessa di quattro anni rimaneva incantata ad ogni pagina. Trovo sia molto importante, per i lettori più piccoli, avere una visione così dettagliata delle differenze stagionali. Molti bambini che abitano in città, purtroppo, non hanno una vera percezione del cambiamento del clima, che comunque ad oggi sembra essere letteralmente impazzito. Probabilmente le scelte sulla tutela dell’ambiente che compio oggi dipendono anche dai libri che leggevo da piccola ed è di fondamentale importanza non sottovalutare questo potere della materie letteraria.
Più semplicemente, qualsiasi insegnante di scuola materna vi potrà confermare che i bambini esplorano e conoscono il mondo, un mondo per loro pressoché sconosciuto, attraverso i loro sensi. In sostanza, più stimoli vengono loro dati per elaborare il freddo e il caldo, il secco e l’umido, il forte vento o la pioggerellina, meglio è. Ovviamente sarebbe meglio uscire in giardino e saltare nelle pozzanghere, ma anche un libro dai colori giusti può fare il suo egregio lavoro.
“Boscodirovo” resta per me un grande classico che non dovrebbe mai mancare in nessuna libreria dei piccoli e che consiglio vivamente a chiunque.
Le storie sono facili e brevi, alla portata dei lettori alle prime armi e tuttavia possiedono un certo spessore.
Sono sicura che se esiste ancora un po’ di pura e semplice bontà, nel mondo degli adulti, la si deve a “Boscodirovo”.
Buon fine settimana e buone letture!
-Liù

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