venerdì 1 novembre 2019

Horror - Capitolo 5



Buongiorno a tutti!
Halloween è appena passato e dopo la recensione di Frankenstein di venerdì scorso, oggi di cosa altro potevamo parlare se non di un libro horror??
Questa volta però ci siamo spinti oltre al classico Stephen King e alle opere più comuni e siamo andati a scovare un autore nuovo per il nostro blog: Carlos Ruiz Zafón.
Ne avevo sentito parlare già da conoscenti per quanto riguarda i fantasy, ma non sapevo avesse scritto anche del genere horror. Infatti, dalla prefazione, sembrerebbe che nonostante sia un racconto scritto all’inizio della carriera, “Il principe della nebbia” è stato pubblicato solo successivamente. Scritto infatti nel 1993 è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 2002, quasi 10 anni dopo.
Di cosa parla? Il protagonista è un ragazzino che con la sua famiglia, genitori e due sorelle, si trasferisce sulla costa, in una casa che sembra letteralmente spettrale, con un giardino interno cosparso di statue di figure circensi, che per il padre è stato un vero affare. Lì si troveranno a fare i conti con la leggenda del Principe della nebbia, una figura che sembra attiva da decenni, e che propone dei patti che somigliano a quelli fatti con il diavolo: io faccio qualcosa per te, ma prima o poi riscuoterò con gli interessi. In realtà nessuno sa nulla, se non il custode del faro, un gentile uomo anziano che sembra sapere più di quanto dice. Max, il protagonista, farà amicizia con il nipote e pian piano si scioglieranno i fili di una matassa decisamente più grande di loro.
Parlando di stile mi è sembrato molto semplice, descrittivo e abbastanza conciso ma d’effetto. Quindi direi che per un libro horror ci può stare. King scende molto più nei particolari e nella psicologia del personaggio, Lovecraft ad esempio, invece, si dilunga molto di più sulla descrizione dell’ambiente e riuscirebbe a creare un’atmosfera inquietante e terrificante anche descrivendo una teiera.
I personaggi non mi sono dispiaciuti, ma non ne ho trovato uno in cui mi sono immedesimata. La narrazione era in terza persona, ma non ho mai avuto problemi ad immedesimarmi con il protagonista né quando parlava in prima persona né quando il narratore era completamente esterno al racconto. Penso che sia legato alla poca caratterizzazione dei personaggi, perché nulla è stato detto su di loro, se non qualche frase qua e là, sporadica e a volte mi è sembrato addirittura quasi casuale. Alcuni personaggi spariscono proprio ad un certo punto del libro, tramite un escamotage dell’autore che riesce a metterli fuori dai giochi. Ma a quel punto viene da chiedersi come mai siano stati inseriti e coinvolti fin dall’inizio se per i tre quarti del libro scompaiono.
Dal punto di vista della trama la situazione non migliora particolarmente, ma semplicemente per un motivo: sembra un collage di trame già lette e/o già viste al cinema. Ad esempio il Principe della nebbia ha l’aspetto, dato che lavora in un circo, di un pagliaccio, che mi ha fatto subito pensare a “It”, edito nel 1986. Il fatto che egli sia una specie di diavolo o entità magica cattiva che esaudisce i desideri e poi riscuote con gli interessi è presente nelle fiabe già da tempo immemore. Si veda ad esempio Raperonzolo, in cui la strega concede al padre di Raperonzolo di raccogliere i ravanelli dal suo orto per la moglie incinta, ma chiedendogli poi in cambio la figlia. Oppure lo abbiamo visto tantissime volte nei film. Quindi non l’ho trovato particolarmente originale anche se è stato piacevole leggerlo e ho concluso la lettura in breve tempo, un paio di giorni in tutto.
So che arrivati a questo punto potrebbe sembrare che non mi sia piaciuto affatto, ma sono convinta che non tutti i libri debbano essere ricercati e approfonditi, qualcuno direbbe pesanti. Certo questo è il tipo di lettura che preferisco e con cui mi piace cimentarmi quotidianamente, ma ci sono certi giorni, in cui si è particolarmente stanchi o in cui semplicemente non si ha voglia di leggere Dostoevskij. Sono quelli i giorni in cui questi libri svoltano la giornata: sono scritti bene, ma non assillano con i dettagli, hanno una buona trama anche se non particolarmente complessa, e sono scorrevoli e piacevoli, da leggere in tranquillità. Direi che sono ad un buon livello considerando la presenza di libri semplici e scorrevoli ma scritti male, con trame che originariamente dovevano essere complesse ma collassano completamente a causa dell’incapacità dell’autore. Io non sarei in grado di scrivere un romanzo, lo so, e infatti non lo scrivo.
Lo consiglio a chi, in seguito all’atmosfera di Halloween vuole leggere un horror leggero e rapido, giusto giusto per questo weekend lungo!
A presto
-Pearl

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