venerdì 3 luglio 2020

Università e didattica a distanza. Pro e Contro.


Buongiorno, bella gente!
Sono tornata a parlarvi dell’università. Dopo tre mesi di lezioni on line ed uno di esami, anch’essi svolti telematicamente, mi sembrava interessante fare il punto della situazione e cercare di spiegare come è andato fino ad ora il mio percorso culturale.
Se ci aggiungiamo il fatto che, oltre all’università, ho dovuto occuparmi di didattica a distanza anche per questioni lavorative, per quante poche ore mi siano state concesse, è facile pensarmi incollata al mio vecchio e fedele Asus dalla mattina alla sera. Il che è piuttosto simile a come sono andate veramente le cose.
Oggi, nello specifico, preferirei concentrare l’attenzione solo sull’aspetto universitario e non su come è stato gestito il resto delle scuole e soprattutto com’è stato gestito il mio ruolo lavorativo. Se cominciassi a parlare di quello, sia prima che durante questa primavera di covid, questo non sarebbe più un articolo, ma si tramuterebbe in una vera e propria valanga di insulti sconclusionati e diseducativi (per quanto veramente sentiti) e la cosa non ci porterebbe da nessuna parte.
Se invece qualcuno di voi è curioso di sapere come se l’è cavata il mio ateneo non ha che da continuare a leggere.
Pro e contro del sistema informatico si sono dispiegati davanti ai nostri schermi senza che potessimo fare molto per modificare le cose, anche perché sono state le uniche metodologie e linee di condotta offerteci e con le quali potevamo concludere questo secondo semestre in modo produttivo, portandoci a casa almeno qualche risultato positivo.
Inizialmente, come immagino sia stato per tutte le altre università presenti sul territorio, quella di Bergamo ha avuto difficoltà ad organizzarsi. Ha ovviamente chiuso i battenti, ma ha avuto anche una ripartenza lentissima. L’organizzazione della piattaforma di lezioni on line, così come più in generale l’intera gestione delle attività, ha fatto fatica ad ingranare.
Si è preferito, giustamente, dare la precedenza ai laureandi e alle loro discussioni di tesi on-line. A scapito, però, della micro-sessione primaverile di marzo, che avrebbe fatto comodo a tanti e della cui partenza siamo stati informati soltanto cinque giorni prima.
Ora, obbiettivamente non muoverei grandi critiche su questo fronte. Io per prima non sono riuscita a preparare nessun esame in tempo per quelle date, ma a dirla tutta ho trovato esagerata la reazione di alcuni miei compagni, che esattamente come la sottoscritta, visti i ritardi dell’ateneo, potevano benissimo tenersi pronti e preparati ad ogni evenienza, in modo tale che cinque giorni non avrebbero significato un grande problema. Soprattutto a fronte del fatto che in quella specifica sezione si potevano dare soltanto esami del primo semestre: esami, cioè, per i quali non sarebbe nemmeno valsa la scusa della chiusura delle biblioteche e delle librerie, perché si parlava di libri che avremmo dovuto avere già, almeno almeno, da gennaio. Che ognuno si tenga le sue opinioni, cosa posso dire?
C’è stato anche chi ha preferito fin da subito il sistema di lezioni/esami on-line e vi è entrato in confidenza sin dai primi giorni. Io ci ho messo effettivamente un po’, non sono una cima sul fronte informatico, ma alla fine posso dire di essermela cavata, fino ad ora.
Le mie giornate si sono completamente ribaltate e se prima la maggior parte delle ore quotidiane dovevo dedicarle al lavoro, ritagliando poco tempo a fine giornata per lo studio, adesso la situazione è stata completamente invertita e per gran parte della giornata mi dedico all’università e al mio futuro, lasciando quel poco di tempo che mi concedono, per seguire il mio lavoro a distanza.
In questo modo sono riuscita a dare alcuni esami da frequentante, seguendo tutte le lezioni caricate sul sito dell’ateneo e nei casi in cui non era richiesta grande interazione con il docente, potevo anche gestirne la visione nel momento della giornata che preferivo, visto che le lezioni restano caricate sulla piattaforma apposita, sempre a nostra disposizione.
Tutto ciò non è privo di note dolenti. La mia non è la facoltà di ingegneria. È di “Lettere, filosofia e comunicazione” che stiamo parlando. I tecnici informatici non sono tra noi e in questi mesi la cosa si è ampiamente palesata.
Sia nel caso dei docenti, che nel caso di noi studenti, alcune volte la situazione a sforato i limiti dell’assurdo. Chi preferiva una piattaforma, chi un’altra; quaranta app diverse da scaricare sul cellulare per le video conferenze; il professore che non vuole altro mezzo che il tuo computer, ma il tuo computer è del primo dopoguerra e si blocca ogni tre per due; insegnanti ai quali invece va bene qualsiasi dispositivo, purché ti vedano in faccia; lezioni interrotte di punto in bianco perché il docente ha problemi tecnici; esami interrotti di punto in bianco perché i problemi tecnici ce li ha la tua connessione.
Veramente, non sto scherzando: appena un problema si risolve ne spunta un secondo e così via verso l’infinito ed oltre.
Se vi sembrava che l’attesa di ore ed ore fuori dall’aula, aspettando che arrivi il vostro turno, fosse pesante provate ad attendere su Teams o GoogleMeet, con l’aggiunta di ulteriore ansia perché già la volta prima la connessione è andata a farsi benedire proprio sul finire dell’esposizione del compagno prima di te. Giuro, mi è successo.
Mi sembra di essere reduce da una campagna militare e sono solo a metà sessione; ancora luglio è tutto da fare e ad essere onesta, non so se arriverò viva. Hermione e la sua giratempo dove sono quando servono?!
In ogni caso posso solo sperare che tutto ciò sia servito a contenere il terribile nemico che, soprattutto nelle mie zone, continua silenziosamente a colpire. Spero non ci troveremo nuovamente di fronte ad una nuova stagione di clausura perché la maggior parte della gente sta cercando di dimenticare cosa sia successo negli ultimi mesi e se ne va in giro allegramente come se niente fosse.
L’unica cosa che posso augurarmi è che ne sia valsa la pena.
Per oggi è tutto. Sperate con me, amici lettori! Sperate e lottate!
Alla prossima!
-Liù

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