domenica 1 maggio 2016

Narrativa - Capitolo 3


Buongiorno a tutti e buona festa dei lavoratori!
Era da molto tempo che sognavo di leggere “Margherita Dolcevita” e quando ho finalmente avuto la fortuna di poterlo fare non sono rimasta affatto delusa.
“Margherita Dolcevita” è un libro di Stefano Benni, pubblicato per la prima volta nel 2005 da Feltrinelli. Questa storia racconta in modo molto

divertente e ironico, com’è tipico di Benni, le vicende e i personaggi appartenenti alla famiglia di Margherita: mamma e papà, i fratelli Giacinto ed Eraclito, il nonno Socrate, il cane Pisolo. Una famiglia che vive una vita tranquilla e semplice, poco soggetta a regole consumistiche e molto unita, sebbene ogni personaggio risulti essere unico nel suo genere. La mamma fuma sigarette “virtuali” e guarda telenovela alla televisione, il papà ripara macchinari non più funzionanti, Giacinto è appassionato di calcio, Eraclito di matematica e videogiochi e nonno Socrate si somministra dosi di detersivo nel tentativo di rendersi immune da un possibile avvelenamento. Una famiglia curiosa, sicuramente piena di difetti, ma con una genuinità di fondo che non si ignora e tutta da scoprire, proprio com’è Margherita stessa: ragazza senza peli sulla lingua, vivace e arguta, con un difetto cardiaco che le vieta di compiere le azioni più faticose, ma molto sagace e intuitiva. La loro vita è destinata, però, a cambiare improvvisamente con l’arrivo dei nuovi vicini di casa: la famiglia Del Bene.
La casa costruita dai signori Del Bene, posizionata vicino a quella della nostra protagonista, è a forma di cubo, super-tecnologica e dal giardino sintetico. Le due case sono lo specchio delle famiglie che le abitano, le quali a loro volta sembrano essere l’esatto contrario l’una dell’altra, tanto che il lettore è portato a pensare che non hanno, né avranno mai niente in comune e si accende di curiosità nel chiedersi cosa mai possa centrare una casa-cubo ultra moderna in un quartiere così semplice e alla mano; qualcosa stona. Tuttavia, più si va avanti con le pagine, più ci si rende conto che la famiglia Del Bene detiene un potere nascosto difficile da afferrare completamente. Piano piano, senza fare rumore, col passare dei giorni, lo stile di vita dei Del Bene influenza l’intero isolato, compresa la famiglia di Margherita, che subisce trasformazioni radicali in ogni aspetto della sua vita quotidiana. Gli adulti le potranno anche chiamare “regole di buon vicinato”, ma alla giovane ragazza questi cambiamenti non convincono minimamente e si farà in quattro per scoprire i secondi fini dei nuovi vicini di casa.
Il finale resta una sorpresa talmente inaspettata che ancora oggi, ripensandoci, a distanza di circa un anno dalla lettura del libro, ne rimango scioccata. Probabilmente, insieme a “Broken”, è stato il libro col finale più sbalorditivo e inatteso che io abbia mai letto. Normalmente non mi curo se spoilero a destra e a manca ciò che ho letto, a meno che la persona con cui parlo non mi prega di tacere. Per quanto riguarda film e serie tv, ancora ho qualche remora, poiché sono convinta che in una pellicola cinematografica i vari coup de théatre facciano la metà della storia. Tutta via, con altrettanta convinzione posso affermare che, secondo me, il finale non fa il libro… Almeno, non sempre. Il caso “Margherita Dolcevita”, infatti, è una splendida eccezione. Per questa ragione, frenerò la mia forte e abbondante voglia di spiattellare le ultime pagine al mondo, manco fossi il direttore di “Novella 2000” e vi dirò semplicemente questo: se volete solamente divertirvi, orientatevi verso un altro romanzo, perché questo non è ciò che state cercando.
Stefano Benni ama divertire, ma parlando di idee profonde e problemi sociali che possono lasciare un livido considerevole come un pugno allo stomaco ben assestato. Geniale e ironico nei suoi giochi di parole, ancor più nella visione delle cose che suggerisce al lettore, ma altrettanto serio nell’essenza dei temi che tratta. Tra ecologia, indottrinamento mediatico, abbandono degli anziani, solidarietà, rapporti familiari e protettori ultraterreni fatti di polvere, lo scrittore delinea un quadro sociale completo, da guardare con profonda serietà.
Consiglio ai professori di medie e superiori di leggerlo in classe ai loro alunni, o di stimolarne la lettura autonoma e le varie riflessioni che ne conseguono. È un romanzo che merita la fondamentale attenzione delle generazioni future, le quali possono decisamente capire i temi trattati. È un libro in grado di rendere chi lo legge consapevole in rapporto a tantissimi argomenti diversi (come ho accennato poco fa) e probabilmente, con un buon supporto adulto e responsabile dall’altra parte della cattedra, che non si metta sul piedistallo, ma che cerchi di capire insieme ai suoi studenti, potrebbe davvero essere un gran tesoro per i più giovani, da custodire e proteggere.
Leggete “Margherita Dolcevita”, Leggete Stefano Benni!
Buona serata a tutti!

-Liù

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