venerdì 20 ottobre 2017

Fumetti - Capitolo 1



Buongiorno a tutti!
Oggi nuovo genere sul blog, fa il suo ingresso,  signore e signori, il fumetto!
Il fumetto è un genere particolare, diciamo che non tutti lo inseriscono nella letteratura. Per chi viene da Marte, Urano o in generale da un altro pianeta e non è a conoscenza dell’esistenza di
questo genere spenderò due parole per farvi capire di che sto parlando. Il fumetto è un libricino, se così lo si può chiamare in cui viene raccontata una storia breve ed è accompagnato da delle illustrazioni, o meglio è composto prevalentemente da illustrazioni. Viene tendenzialmente organizzato in collane in quanto il fumetto tratta le vicissitudini di un personaggio, il protagonista, ed ogni fumetto è a sé stante, racconta quindi un episodio differente. Come una serie TV ma messa su carta.
Per tutti voi invece, amanti dei fumetti, siate clementi, non sono un’esperta, anzi direi proprio il contrario. La mia unica esperienza di fumetti, a parte quelli di cui vi parlo oggi, sono due volumi di Dylan Dog di mio fratello letti in infanzia e i classici Topolino.
Ho voluto però sperimentare questo genere, perché l’aspetto grafico dei fumetti mi ha sempre affascinato e poi, diciamolo, sono veloci da leggere. In un’oretta se ne legge uno e dunque sono un ottimo passatempo!
Il fumetto è un genere che spesso viene ignorato da tutti i non appassionati, che al contrario sono spesso super informati, ma trovo importante sottolineare che invece, l’Italia è molto proficua! Anche di fumetti famosi, quindi penso sia doveroso dedicargli almeno un po’ della nostra attenzione. Ad esempio Diabolik è italiano, Dylan Dog è italiano, insomma, noi italiani siamo bravi in questo (cioè sono bravi, io no, non so fare fumetti) quindi è giusto dargli il merito che si sono guadagnati.
Ma bando alle ciance e passiamo a parlare dei fumetti di oggi! Mi erano già stati consigliati in passato (Grazie Jako!) e quando mia mamma li ha visti al mercatino dell’usato, me ne ha comprati tre. Sto parlando di “Julia – Le avventure di una criminologa”, fumetto italiano edito da Sergio Bonelli Editore. In particolare ho i volumi 92, 93 e 94.
Julia è una giovane criminologa che insegna all’università e che collabora con la polizia di Garden City in New Jersey. Garden City non esiste nella realtà ma è stata inventata dagli autori, come spesso avviene nei libri. Il primo fumetto parla di un caso cosiddetto Cold case, come il telefilm, su cui la protagonista si troverà ad indagare per caso; il secondo la vedrà alle prese con dei serial killer e il terzo sarà invece un caso di omicidio isolato.
Per quanto riguarda i miei commenti al riguardo vorrei partire dalla protagonista, Julia. Prima di tutto specifico che il suo personaggio è stato disegnato prendendo come ispirazione Audrey Hepburn, che tutti voi conoscerete. Vi lascio un’immagine dell’attrice con un’immagine del fumetto, per poter osservare le somiglianze.
A me personalmente non piace Audrey Hepburn, ma questa è la mia opinione personale, ma trovo che inserire un personaggio così simile alla realtà, visivamente parlando, sia una scelta un po’ perdente. Mi spiego meglio. Quando si legge un libro si leggono delle descrizioni, ma in assenza del supporto visivo, ognuno immagina i personaggi sulla base delle caratteristiche indicate. La mia costruzione mentale del personaggio non sarà mai uguale a quella di un altro lettore, e nemmeno a quella dello scrittore che il creatore. Per me questo è uno degli aspetti migliori dei libri, perché permette in qualche modo di personalizzarli, il libro influenza sì il lettore, ma è anche il lettore a contribuire alla storia. Con questo non voglio dire che il supporto visivo fornito dal fumetto sia negativo, anzi a me piacciono moltissimo i disegni dei fumetti, ma disegnare un personaggio, soprattutto il protagonista ad immagine e somiglianza di una persona reale, famosa in tutto il mondo, la richiama inevitabilmente alla memoria per tutto il fumetto. Quindi mentre io leggo di Julia, la criminologa, penso a Audrey Hepburn l’attrice, e questo è uno degli aspetti che non mi è piaciuto.
Per quanto riguarda il resto penso di essermi sbagliata nel modo di approcciarmi al fumetto, e quindi di essermi creata aspettative erronee dovute alla mia mancanza di esperienza nel campo: mi aspettavo un approfondimento dei personaggi principali e un percorso di ragionamento sulle indagini con indizi sparsi qua e là per riuscire ad individuare sospetti e colpevoli. Chiaramente ho basato le mie aspettative sui libri e non sui fumetti. In primo luogo il fumetto è breve e la maggior parte dello spazio è occupata dalle immagini. Spesso sono presenti molti personaggi che non è possibile approfondire perché presenti in quell’unico volume. L’unico personaggio che è possibile approfondire in un fumetto è il protagonista, o se ci sono i personaggi secondari ma presenti in tutti gli episodi.
Non ho comunque trovato un approfondimento particolare nemmeno della protagonista, ma ho letto solo tre episodi e dunque non mi voglio sbilanciare. I ragionamenti che fa sono tutti nel retroscena, non vengono espressi e dunque non si crea la suspense tipica dei gialli, inoltre a volte, i colpevoli vengono svelati subito, anzi a volte anche prima di iniziare a leggere. La copertina posteriore dell’episodio 92, ad esempio parla dell’episodio 93 ed anticipa come prima cosa i colpevoli. Se seguite il blog sapete che questo è il genere di giallo che non mi piace, preferisco costruire le mie ipotesi e prestare attenzione ai dettagli per mettermi alla prova.
Il fumetto ha 132 pagine, e la storia si sviluppa tra le 125 e le 128 pagine, mentre nei fumetti classici, ho letto, sono generalmente 96. Il motivo è che gli autori volevano più spazio per trattare meglio i singoli casi. Questo aspetto è decisamente apprezzabile perché indica un buon lavoro di ragionamento e di costruzione della storia quindi ottimo.
È un buon fumetto, i disegni sono belli, le storie sono abbastanza classiche ma interessanti ed è scorrevole, nonché piacevole, da leggere. Ripeto che tutte le mie aspettative deluse sono dovute alla mia assoluta ignoranza per quanto riguarda la sfera ed il mondo del fumetto.
Ho molto apprezzato i riferimenti discografici in quanto, quando vengono inserite delle musiche (ad esempio i protagonisti ascoltano la musica o qualcuno ha le cuffie nelle orecchie, vengono inseriti tutti i dati: titolo, autore, anno, album e casa discografica. La trovo un’idea azzeccata in nome della completezza. Spesso infatti quando vengono citate le canzoni nei libri si fa accenno al massimo all’autore ma questa attenzione al dettaglio è positiva.
Per quanto riguarda il genere non credo che si possa definire migliore o peggiore dei romanzi o dei libri, sono semplicemente differenti. Infatti viaggiano su due canali diversi, o meglio, usano entrambi il canale visivo ma con due modalità: uno ha solo le parole e l’altro ha anche le immagini. Ripeto che sono diversi in termini di produzione ma non in termini qualitativi.
Quindi fumetti semplici ma approvati! Ve li consiglio e leggerò sicuramente altro di Julia ma anche di altri fumetti, per cercare di farmi un po’ di cultura al riguardo!

-Pearl

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