venerdì 12 aprile 2019

Libri per bambini - Capitolo 10


Siamo ancora in ballo con i bambini, miei cari lettori! Ebbene si, abbiate pazienza, si tratta solo di un po’ di deformazione professionale e niente di più. Deformazione professionale e anche un po’ il fatto che delle volte, la narrativa dedicata ai lettori più piccoli sa essere davvero la migliore.
In poche e semplici righe si possono trovare le più grandi verità; verità dinnanzi alle quali alcuni tomi da ventimila pagine possono solo sognarsi di contenere.
Uno di questi casi lo ritroviamo di certo, come spesso ho ripetuto fino allo sfinimento, in Lemony Snicket,
autore di capolavori per l’infanzia quali i già recensiti e stra-recensiti “Una serie di sfortunati eventi” e “Tutte le domande sbagliate”.
La lista di libri che portano questa firma è abbastanza lunghetta, ma nel caso di Snicket non è mai lunga abbastanza ed io, quasi alla soglia dei trent’anni, mi ritrovo a sperare sempre in una sua nuova uscita, certa che quest’autore non possa deludermi. A suo tempo anche J. K. Rowling era stata in grado di deludermi, figuratevi un po’, ma Snicket no! Non lo farà e io ne sono sicura.
Preferisco un autore americano a uno inglese? Robe da matti eppure in questo caso è così.
Il talento di Handler è innegabile per chiunque lo abbia letto e se non posso parlare per tutti, posso almeno dire che cosa di lui mi colpisce personalmente. Oggi ho deciso di farlo analizzando due suoi libricini per bambini, semplicissimi e allo stesso tempo super esaustivi.
“Il buio” e “La rabbia e il bastoncino”, editi ovviamente dalla Salani editore, sono due libri illustrati dedicati ai bambini di età pre-scolare, il primo con le illustrazioni di Jon Klassen ed il secondo con quelle di Matthew Forsythe, i quali ciascuno nel proprio stile ben esprimono i racconti dell’autore.
Nei libri di questo genere trovo giusto equiparare entrambi i ruoli, disegnatore da un lato e narratore dall’altro, che senza rivalità ma cooperando con lo stesso obbiettivo, riescono a raccontare la stessa storia attraverso differenti canali, fusi in un unico prodotto che costituisce il fondamentale ibrido per iniziare i più piccini alla lettura.
È vero: più volte mi sono espressa con criticità in merito a quegli scrittori che realizzavano un romanzo ragionando per immagini e non per parole, ma per chi si deve ancora approcciare alla lettura, la mediazione non solo è accettabile, è anche doverosa e auspicabile. Costituisce un validissimo aiuto per suscitare ciò che un qualsiasi libro dovrebbe suscitare inizialmente: curiosità. Pura e semplice curiosità.
È così che Klassen e Forsythe riescono ad esprimere il pensiero di Snicket, attraverso i loro disegni stilizzati e un po’ naif, ma tuttavia anche chiari, di facile comprensione, estremamente comunicativi.
Ne “Il buio” è forte il contrasto tra le zone in luce e le zone di buio totale, le prime piene di sfumature che iniziano e finiscono le une nelle altre e le seconde delimitate da linee di demarcazione nette e totali, che ti trasportano definitivamente in un buio monocromatico senza via d’uscita.
Il buio si fa concreto in questo breve racconto che da voce ad una delle paure più frequenti dei bambini. Il buio si concretizza e diventa quasi una persona, viva come il bambino protagonista del racconto. Così lo descrivono Handler e Klassen, come qualcosa di estremamente concreto e reale, un personaggio vero e proprio, cioè esattamente come lo vede un bambino e in quanto entità a sé stante, può nuocere chi ne viene avvolto. Difficile superare questa paura, ma credo che questo libro riesca ad esorcizzarla bene, presentando la realtà con correttezza quasi scientifica.
Il racconto “La rabbia e il bastoncino” non è da meno del primo in quanto ad espressività e comunicazione. Molto più limpidi i disegni, spesso tavole dalla base bianca e dalle tonalità allegre, che acquarellose e delicate, lasciano un vago sapore vintage quasi provenissero direttamente da metà ‘900.
Queste sono due storie, e soprattutto due oggetti artistici, molto diversi tra di loro per quanto riguarda lo stile dei disegni, ma che di certo hanno qualcosa che le accomuna nello stile narrativo; uno stile che ormai ho imparato a riconoscere come peculiare di Lemony Snicket. Lui non mente mai. Snicket dice sempre la verità e lo fa con un’oggettività disarmante, necessaria per catturare un pubblico giovanissimo che difficilmente si lascia prendere per i fondelli, soprattutto quando si parla delle loro emozioni, paura o rabbia che siano.
Paura e rabbia sono due sentimenti ben conosciuti dai bambini, che ancora privi dell’esperienza di vita necessaria, sono in grado di gestirli poco.
Per esorcizzarli, o anche solo per mantenerli sotto controllo era necessario intervenisse Daniel Handler, che come ha già ampiamente dimostrato nella storia degli orfani Baudelaire, ha il coraggio di guardare in faccia alle tragedie, ammetterne l’enorme portata e trovarne il superamento nella semplicità delle piccole cose. Tutto questo lo fa egli stesso, ma lo fa fare anche ai suoi giovani lettori, con un incredibile rispetto e con altrettanta  delicatezza per la loro età, pur mantenendo sempre il suo proposito di dire sempre la verità.
Mi sembra ovvio, quindi, promuoverlo a pieni voti. Non che ci fossero molti dubbi in proposito, ma se per caso avete avuto occasione anche voi di leggere uno di questi due piccoli gioiellini mi darete ragione.
Per ora è tutto e non resta che augurarvi un buon fine settimana!
Alla prossima, lettori!
-Liù

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