venerdì 3 maggio 2019

Graphic novel - Capitolo 5




Buongiorno.
Oggi mi tocca parlare di un libro che da un lato mi è piaciuto molto, dall’altro lato è stato una delusione. E lo so che sarà una cosiddetta “unpopular opinion”. Cercate di essere civili anche se non condividete il mio punto di vista.

Graphic novel di grande successo e acclamata dal pubblico - a ragione mi sento di dire - il titolo in questione è l’italianissimo “La profezia dell’armadillo” dell’altrettanto italiano Zero calcare. Un romanzo illustrato che ha come protagonista proprio l’autore, e parla in generale del ricordo. In particolare parla della sua vita e del ricordo di Camille , una ragazza spagnola che ha frequentato con lui le scuole ma che poi è tornata a casa dalla sua famiglia.
Vi spoilero subito una cosa, che non è proprio uno spoiler in quanto anche nel libro viene detto all’inizio, ma se non volete saperlo saltate pure queste righe: il filo rosso che lega le varie vicende, i vari “capitoli” se così vogliamo chiamarli, è proprio lei ed in particolare il fatto che sia morta. Non viene detto come ma viene fatto intendere che la problematica fonte di disturbo fosse l’anoressia. Mi è piaciuto come è stata rappresentata e le parti in cui il filo rosso riemerge sono quelle che ho apprezzato di più. 
In realtà ho fatto fatica a collegare i vari pezzi, perché mi sono sembrati un po’ sconnessi l’uno dall’altro in quanto non ho individuato una vera e propria trama. Potrebbe essere un limite mio, non prendetevela, però l’ho capito poco. Al di là della storia di fondo sul ricordo della ragazza ci sono una serie di ricordi casuali sulla vita dell’autore e sul suo modo di ragionare.
Ho apprezzato tantissimo tutta la parte nerd, con la rappresentazione dei personaggi reali come personaggi invece del mondo fantastico, prevalentemente appunto “nerd”, come ad esempio Star Wars. È la parte che anche io ho un po’ dentro di me, quindi mi sono riconosciuta e mi ha fatto piacere, anche ridere in realtà.
Un altro personaggio che mi è piaciuto molto è l’armadillo,  che è allo stesso tempo una specie di coscienza e una palla al piede. E in alcune illustrazioni è veramente toccante. Rappresenta quella vocina dentro di noi che è emotiva, impulsiva, a volte addirittura irrazionale. Tutti ci conviviamo ma immaginare di rappresentarla come qualcosa di vivo ci farà sentire strambi, ancora di più se viene rappresentata come un gigante armadillo.
Lui, e intendo Zero calcare, è il classico “nerdone” da stereotipo, o almeno così si è dipinto lui stesso all’interno del racconto.
Ho apprezzato lo stile del disegno, ho cercato l’autore online per vedere se effettivamente si sia ritratto in modo realistico, e la risposta è nì, né troppo né troppo poco. Diciamo che secondo me si è fatto dei sopracciglioni enormi e neri, più di quanto non li abbia in realtà. E anche di capelli se ne è fatti un po’ di più.  L’armadillo è disegnato bene, è un animale strano a cui spesso non si pensa e questo secondo me lo rende ancora più adatto al suo ruolo nel racconto.
Al termine della lettura ho cercato di tirare le fila e mi sono chiesta quale fosse il senso della storia. È il racconto della vita? (Non nel senso che è stupendo ma nel senso che racconta come va la vita) Racconta di come va la vita? E l’unica cosa che ho concluso è che gli adulti hanno dei problemi che derivano dalla vita di tutti i giorni, dalle responsabilità, e cercano la leggerezza che sentivano di avere durante l’infanzia. Ma la realtà è che questa leggerezza derivava dalla mancata consapevolezza dei limiti umani e di cosa comporta veramente un’azione o una scelta.
In conclusione è una bella Graphic novel, creata e costruita bene, disegnata anche meglio, ma visto l’hype creato attorno al libro e all’autore mi aspettavo di meglio. Mi dispiace non poter dire di più al riguardo ma veramente non saprei cosa aggiungere.
-Pearl

Nessun commento:

Posta un commento