lunedì 21 maggio 2018

Zitti tutti, parla Zucca! - L'arguzia




Miao a tutti.
Quattordicesimo giorno di appostamento davanti alla finestra. I piccioni sono ancora li, ma ne manca uno. Ormai, dopo tutto questo tempo passato ad osservarli, ho imparato a distinguerli e ho notato che quello che di solito si posiziona sul filo della biancheria della dirimpettaia non c’è, è scomparso.
Ma che fine avrà fatto? Vuoi vedere che quei rognosi gatti randagi del circondario si sono permessi di soffiarmi la preda?
Ah ma state pur certi che se è così lo verrò presto a sapere. Voi non lo sapete ma io ho una certa reputazione tra i miei simili, basta sentire il mio nome e subito cominceranno a tremare come foglie.
Ma per essere sicuro di individuare il marrano che mi ha fregato il pasto, sarò costretto ad attingere alla mia dote più conosciuta: l’arguzia. So che a volte lo nascondo bene, ma non sono un gatto che si vanta dei propri pregi, anzi tendo ad essere riservato e a stare molto sulle mie. La modestia è un’altra caratteristica che mi contraddistingue. Tornando all’arguzia, grazie alla mia esperienza e ai consigli che ho ricevuto nelle mie varie vite, troverò questo gatto, e quando lo incontrerò, lo fisserò negli occhi dicendo:

Ola, mi nombre es Zucca Felinos Montoya. Tu mataste mi paloma. Preparate a morir.
Sì perché non solo mi sono visto tutta la serie de “La signora in giallo” dopo pranzo, ma ho trascorso anche vari pomeriggi con diversi autori responsabili dei più grandi gialli che l’umanità abbia mai letto. Tra tutti, se voglio venire a capo di questo enigma, penso sarebbe meglio rivolgersi alla cara zia Agatha. Basti pensare che è l’autrice inglese più tradotta dopo Shakespeare. È un’autrice conosciuta per l’attenzione che dedicava ai suoi personaggi, soprattutto per necessità, visto che doveva compensare le difficoltà riscontrate nel rendere realistica una trama mistery.
Provate a descrivere la scalata dell’Everest senza aver mai scalato nulla. Ecco, posso assicurarvi che lei non ha mai ucciso nessuno, eppure i suoi sessantasei romanzi gialli sono stati letti praticamente ovunque e da chiunque.
La caratteristica principale dei suoi protagonisti è proprio la capacità che io adesso dovrò esercitare per trovare quel figlio di buona gatta che si è preso indebitamente il mio piccione. Con questo non voglio paragonarmi al suo protagonista maschile più famoso, Hercule Poirot, e nemmeno alla controparte femminile: Miss Marple. Quelli sono personaggi letterari inventati e soprattutto senza i miei sensi da gatto estremamente sviluppati e modestamente molto ben coordinati. C’è però da ammettere che voi umani dovreste apprezzare ed ammirare personaggi di questo calibro invece di dichiararli supponenti solo perché dichiarano apertamente e sinceramente le loro capacità. Poirot diceva di essere il miglior investigatore del mondo e lo era, quindi non vedo quale sia il vostro problema. Io sono il gatto migliore del mondo, a breve sarò eletto Dio felino e anche io lo faccio presente senza problemi. Vi risparmio la fatica di scoprirlo da soli. Prego.
Ad ogni modo, l’arguzia in questi personaggi si riferisce alla loro capacità di prestare attenzione ai dettagli e alla sottigliezza del loro intelletto nel collegare i vari pezzi del puzzle e trovare l’assassino. Cosa che loro soli riescono a fare, in barba al colpevole stesso e alla polizia che indaga sul caso.
Agatha ha passato molto tempo osservando le persone attorno a lei per poter caratterizzare in modo realistico i protagonisti dei suoi libri, un po’ come faccio io quando fisso la gente fuori dalla finestra, o i piccioni sul davanzale. A volte li osserviamo insieme.
I personaggi brillanti, infatti, sono uno dei tre elementi che caratterizzano i suoi gialli, insieme a riferimenti comuni e tipici facilmente riconoscibili e a un dilemma psicologico, come quello di Poirot sull’Orient Express. Questo ha permesso la sua popolarità. Infatti la semplicità del suo stile ha reso i suoi libri a portata di tutti, comprensibili da ogni ceto sociale e da qualsiasi livello culturale.
Ogni tanto, alle cinque, io e Agatha prendiamo il tè e chiacchieriamo dei suoi libri, delle persone che passano alla finestra e dei piccioni, ma anche di temi un po’ più corposi, tra cui le finezze e le motivazioni psicologiche che spingono gli assassini dei suoi romanzi. Ad esempio, nonostante non abbia un fisico affascinante e non susciti nel mondo letterario un’attrazione pari a quella di altre scrittrici, Virginia Woolf per citarne una, ha comunque segnato un passo importante per le donne di tutto il mondo. Oltre ad aver inventato il primo personaggio investigatore donna, Miss Marple, lo ha disegnato completamente differente dai canoni tipici dell’investigatore uomo. Oltre ad essere donna, è infatti un po’ pettegola, impicciona, fastidiosa, ma questo non cambia la sua abilità di attenta osservatrice. Un altro contributo sul genere femminile è dato dal fatto che ha parlato di donne assassine, non più spinte dalla nevrosi, come si è sostenuto da Freud in poi, ma che avevano delle motivazioni logiche e razionali in quanto esseri pensanti, che nulla avevano da invidiare ai personaggi maschili. Potremmo chiamarlo il suo contributo al femminismo.
Vi dirò, mi piacerebbe chiedere a lei consigli per risolvere la questione piccione, però è una zia un po’ imprevedibile. Tanto cara, tanto buona, ma ogni tanto sparisce. Magari la aspetti per le cinque e si presenta dieci giorni dopo alle sei, senza una spiegazione. Ma le vogliamo bene così, per quello che è, con i suoi exploit, le sue dimenticanze e la sua arguzia.
Certamente la questione del piccione non è così urgente o prioritaria, di quegli esseri svolazzanti ne ho altri davanti alla finestra, ma per orgoglio personale mi piacerebbe risolvere il tutto il prima possibile. Ma d’altronde sono anche dell’idea che una cosa va fatta bene o altrimenti non va fatta affatto, come diceva il maestro Yoda “Tentare no, fare o non fare”.
Per questo motivo la aspetterò per il tè delle cinque, e attenderò con pazienza per ricevere i consigli di una donna che in arguzia ha tutto da insegnare.
Magari nell’attesa mi dedicherò alla caccia dei piccioni rimasti. Vado ad invitarli, non si sa mai che abbocchino.
Zucca 🐾

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