venerdì 27 luglio 2018

Narrativa - Capitolo 12




Buongiorno a tutti e buon weekend!
Torniamo con le recensioni e vi ricordo, con questa, che il mese di agosto non pubblicheremo nulla, per prenderci una vacanza “detox” se così la si può definire. Ci dedicheremo per un mese a leggere con calma, a pensare a nuove idee per il blog e a recuperare le energie. Si ricomincerà a settembre.
Anche oggi, per una questione di economia cognitiva vi parlerò di un libro breve: non so se avete letto o se ricordate il post scorso, in cui ho comunicato che a causa dell’aumento degli impegni, avevo preso due libri brevi in biblioteca, di circa 100 pagine ciascuno.
L’altra volta ci siamo dedicati alla letteratura tedesca mentre questa volta ci concentreremo sul titolo inglese.
Il libro in questione è “I centonovantanove gradini”, di Michel Faber, edito per la prima volta nel 2001. Quindi un po’ più recente dell’altro. Anno 1960, l’autore è piuttosto giovane e i libri da lui scritti non sono molti. Olandese di origine ha però vissuto anche in Australia e successivamente in Scozia. Ha come temi principali il dolore e la perdita e i suoi libri maggiori sono “Sotto la pelle” e “Il petalo cremisi e il bianco”.
Il suo ultimo libro risale al 2014, insieme all’annuncio di ritiro dalle scene se non per la stesura di racconti, sempre dedicati alla tematica principale.
Il romanzo di cui parleremo oggi non ha capitoli, ma solo cambi di scena o salti temporali indicati da uno spazio tra un paragrafo e l’altro. La trama si concentra su una donna archeologa che proviene dalla Bosnia, con un passato violento alle spalle e una grande fede nell’umanità, che incontra un uomo inglese con un carattere ben diverso dal suo. Si conosceranno sulla scalinata di 199 gradini che conduce allo scavo a cui lei lavora.
Lo stile dell’autore è scorrevole e chiaro, semplice nella strutturazione delle frasi e non particolarmente ricco, in particolare nella descrizione dei personaggi. La protagonista non è descritta bene ed anche il suo passato resta abbastanza nascosto, salvo qualche evento svelato qua e là nei dialoghi. Il personaggio maschile invece sembra essere un po’ più facile da classificare e da comprendere, forse perché somiglia a molti altri personaggi già scritti: il classico bel ragazzo che studia medicina e che non va d’accordo con suo padre.
In mezzo c’è un adorabile cane che credo sia stato il mio personaggio preferito in assoluto. Alcuni elementi e passaggi narrativi sono stati interessanti e carini, ma molti non sono stati spiegati a sufficienza, ed il lettore arriva dunque al termine della lettura chiedendosi cosa fosse quel paragrafo così ricorrente per tutte le 107 pagine: una fantasia, un ricordo, la trasposizione di un’ansia o di un episodio depressivo? Non lo scoprirò mai credo.
Se dovessi rispondere alla domanda “Ti è piaciuto?” mi sentirei di dire “non particolarmente”. Non mi ha colpito. Non è brutto, è facile e veloce da leggere ma non mi ha lasciato un granché. Sarà che i libri troppo brevi tendono a non piacermi perché non entrano mai, per la loro caratteristica lunghezza, nei particolari, siano essi dei personaggi o dell’ambientazione. Preferisco invece capire bene la personalità dei personaggi, le loro motivazioni alla base del comportamento attuato e lo sviluppo di una trama, possibilmente non troppo scontata. Quindi effettivamente scegliere libri brevi è stato come tirarsi la zappa sui piedi. Avete ragione ma non volevo dedicare l’ultima recensione di luglio ad un Book Haul o a un nuovo Book Tag, per questo ho ripiegato sulla biblioteca.
Non fraintendetemi, ho letto libri brevi ma al tempo stesso intesi e pregni di significato, solo che questa volta non è andata così bene. Ci accontentiamo ed ora, con dinanzi a noi un mese senza pubblicazioni e, per quanto mi riguarda, senza studio, potrò dedicarmi alla lettura di libri anche più lunghi e impegnativi, così da poter ricaricare le pile ed essere carica a settembre per il grande ritorno.
Con questa brevissima recensione vi saluto, anche perché la mia intenzione di non fare spoiler unita alla brevità del romanzo mi obbligano a fermarmi qui.
Noi ci rivediamo a settembre.
Passate un buon mese di Agosto, una buona estate, riposatevi ma, soprattutto, continuate a leggere!
-Pearl


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