lunedì 17 settembre 2018

Le cinque cose che devi sapere se stai ancora studiando - Versione 2.0




Buongiorno popolo.
Come Liù ha già fatto nel post di lunedì 03 settembre, anche io oggi andrò a parlare di un tema che si lega molto bene al periodo: lo studio. Le scuole sono ricominciate da meno di una settimana e mia cugina, la sera del 12 settembre, primo giorno di scuola ha detto: “Non vedo l’ora che arrivino le vacanze di Natale”. E sono certa al 100% che è stato un pensiero condiviso dal 90% degli studenti.

Per quale motivo un altro post sullo stesso argomento? Beh perché nonostante io e Liù siamo amiche, abbiamo frequentato lo stesso liceo e spesso la pensiamo allo stesso modo, siamo due persone diverse, e abbiamo anche quindi due metodi di approccio allo studio differenti. Mi baserò principalmente sulla struttura da lei utilizzata nel suddetto post per mantenere una continuità. Prima però di parlare dei 5 punti che lei ha espresso vorrei prima esprimere la nostra prima differenza: i cinque suoi consigli, o cinque validi consigli sullo studio in generale non li avrei voluti. O meglio, non li avrei seguiti, indipendentemente dalla loro validità. Ora sì, con il senno di poi, direi “Avrei voluto riceverli prima”, perché adesso so che sono veri. Ma per arrivare a questa consapevolezza ho dovuto faticare ed arrancare, darmi da fare per trovare il mio metodo di studio, e so perfettamente che la mia Mini Me adolescente non avrebbe mai seguito i consigli di nessuno in fatto di studio e scuola.
E probabilmente ci sta. Ma visto che partiamo dalla base che siamo tutti diversi, e ognuno è fatto a modo suo, per gli studenti che invece sono aperti ai consigli e ne possono o potranno trarre un vantaggio, a voi è dedicato questo post.
In linea generale sono d’accordo con Liù sui consigli che ha dato, però voglio specificare i punti in cui il mio personale pensiero non collude completamente con il suo.

Punto 1. Curare il benessere fisico
Assolutamente vero. Potrà sembrare assurdo, perché quando io ero in paranoia per gli esami all’università tendevo ad accumulare un sacco di stress, e inspiegabilmente (o forse no, ma parlare di come funziona il mio inconscio prenderebbe troppo tempo) ero in dieta ad ogni sessione d’esame. La dieta post feste di Natale e quella estiva. Ora, essere stressata dallo studio, passare ore in camera a studiare, saltare i pasti o mangiare troppo poco o non abbastanza, dormire meno o dormire male: tutto questo non avrà un buon impatto sul vostro rendimento. Lo ha detto anche Liù, quindi concordo sull’importanza di curarsi, di mangiare sano e di costruirsi un buon ciclo sonno-veglia. Quello su cui non sono d’accordo è lo studio anche da indigenti, o da malati. Ripeto che siamo tutti persone diverse, ma io sto male sono da prendere, buttare nel letto, e abbandonare per le successive ore perché divento inutilizzabile, non solo per lo studio ma per qualsiasi altra cosa. Per me risulta impossibile studiare quando sto male quindi sono impossibilitata a farlo, leggere diventa una difficoltà sovrumana, figurarci ricordare quello che ho letto. Diventa controproducente perché si crea in me una frustrazione, una convinzione di incapacità che abbassa la mia autostima, aumenta l’ansia per l’esame e di conseguenza anche lo stress. Quindi io sono più dell’idea che, se state male, prendetevi quella giornata come detox dallo studio, soprattutto se come me siete inutilizzabili. Se invece come Liù ce la fate, semaforo verde, continuate pure.

Punto 2. Curare il benessere mentale
Sono d’accordo con Liù, è importante mantenere una visuale realistica di quello che sono i voti a scuola e di cosa significano per essere sicuri di non lasciarci travolgere dal panico e distruggere così la nostra autostima ed il nostro senso di autoefficacia. Noi non siamo solo il nostro voto e non siamo solo “quello che è stato bocciato all’esame”, siamo molto di più, il voto o la bocciatura sono solo l’1% di noi e quindi è importante impedire a quella minima parte di noi di rovinare tutto il resto, ovvero praticamente tutti noi stessi.

Punto 3. Trovare il proprio metodo
Fondamentale. Non ha importanza come lo troviate, l’importante è che ci sia, che lo raggiungiate e sviluppiate in qualche modo. C’è chi procede per tentativi, c’è chi si fa consigliare e chi parte da una riflessione interna su sé stesso per cercare di comprendersi e trovare così il metodo più adatto a sé. Personalmente credo che il metodo migliore sia un mix: raccogliere informazioni sui metodi di studio che ci sono o che usano i nostri amici, fare una graduatoria, sulla base della consapevolezza di come siamo e di come funzioniamo dei metodi che potrebbero funzionare meglio, e provare ad applicarli. Preparatevi perché sarà un lavoro bello lungo.

Punto 4. Pause intelligenti
Non ho una grande capacità di concentrazione già di mio, sono povera di concentrazione e quindi tendo a fare delle pause. Le infilo soprattutto imponendomi dei compromessi per studiare il più possibile. Ad esempio: “Potrò fare uno spuntino, o ascoltare una canzone, quando avrò finito di studiare il capitolo 2”. È un metodo un po’ comportamentista, me ne rendo conto, perché funziona con rinforzi e punizioni, però, finora ha sempre dato i suoi frutti. Non funzionerà sicuramente con tutti voi. Non concordo sull’eliminazione della tecnologia nonostante anche io ritenga che essa assorba eccessivamente le nostre attenzioni ed energie. Serve sicuramente una grande forza di volontà per non cedere alle pause che in realtà in cuor vostro sapete già essere degli addii invece che dei “torno subito”. Però è quello che vi serve. Io mi sono sempre distratta anche con oggetti non tecnologici, ma che dico? Mi sono sempre distratta con niente! Avete presente la scena? Voi studiate biologia con il libro aperto sul tavolo davanti a voi e vi ritrovate per venti minuti a fissare il muro bianco in totale blackout senza alcun motivo. E la differenza la può fare solo la forza di volontà. Quindi meglio studiare di meno ma con la vostra concentrazione al 100% che passare la giornata sul libro e rendervi conto che non ricordate nemmeno il titolo del capitolo. Perché quella sì sarebbe una giornata buttata.

Punto 5. Vivere lo studio come un arricchimento costante e non come un mezzo
Detto in poche parole l’obiettivo della scuola non deve essere prendere il massimo dei voti e non deve essere nemmeno vissuta come una punizione. Lo scopo è diventare competente imparando una serie di nozioni e di pratiche che serviranno nel nostro futuro. Che sia per una professione o per una conoscenza più generale, la cultura è l’elemento che ci permetterà di sopravvivere nel mondo e di essere felici. Detto in termini psicologici, è la differenza tra motivazione intrinseca ed estrinseca: la prima consiste nell’impegno e nello studio per il piacere di apprendere e imparare cose nuove, la seconda con lo scopo di ottenere qualcosa in cambio (un buon voto, una ricompensa dai genitori ecc.). A lungo andare ciò che vi permetterà di avere successo è la motivazione intrinseca, quella estrinseca è solo fumo negli occhi.

Ma veniamo a noi: io ho un metodo di studio?
Sì, ma è in via di evoluzione. E questa è un’altra cosa che dovete sapere e tenere bene a mente: Non è detto che una volta trovato il vostro metodo di studio sarete arrivati al capolinea e da lì in poi sarà tutto in discesa. Il vostro metodo di studio si evolverà, insieme a voi. Certo, la base sarà sempre la stessa, ma imparerete dei trucchi nuovi, delle sottigliezze che vi permetteranno di imparare più in fretta o di capire meglio i concetti.
Il mio metodo di studio consiste (per ora) in una prima lettura, con sottolineatura dei concetti importanti; procede con una seconda lettura con rielaborazione mentale del concetto per assicurarmi di avere capito e trascrizione dei concetti elaborati  a mano su un foglio con i buchi, quelli da inserire nel faldone ad anelli. Una volta riassunto tutto l’argomento rileggo gli appunti abbandonando i libri e sottolineo nuovamente i concetti più importanti. A quel punto per fissarli nella memoria devo ripeterli ad alta voce.
Perché questo metodo? Rielaborare i concetti mi serve per capirli, scriverli a mano mi serve a fissarli nella memoria e ripeterli ad alta voce mi permette infine di assimilarli.
Questo metodo funziona per me, non è detto che possa funzionare per tutti. Inoltre è molto macchinoso, perché richiede tanto tempo, considerate però che la mia capacità di concentrazione si riduce alle ore della mattina perché sono sempre stata incapace di studiare nel pomeriggio. Il pomeriggio il mio cervello si stacca, abbandona tutto e se ne va a saltellare nei prati colmi di margherite a piedi nudi come Heidi. Ok, non è così drastica, ma non riesco ad assimilare nuovi concetti nelle ore pomeridiane, quindi quel tempo viene dedicato ai riassunti.
Nella speranza che il post possa esservi stato utile, vi saluto, vi auguro buon proseguimento con la scuola e non disperate, che Natale non è poi così lontano.
A presto!
-Pearl

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