lunedì 24 settembre 2018

Zitti tutti, parla Zucca - La noia




Miao a tutti.
Mi piacerebbe dirvi che finalmente la mia voglia di istruirvi è tornata dopo le ferie, ma purtroppo credo sia morta lungo la strada. Però, visto che qui non c’è nulla da fare e che l’estate si sta dilungando, ammazzerò la noia scrivendo su questo blog deserto e inutile… Proprio come voi.

Non fate i permalosi, suvvia, tanto lo so che anche voi siete qui perché in questi giorni vi state annoiando a morte sui banchi di scuola. Tanto vale condividere questo vuoto esistenziale insieme. Che poi alla fine la noia non è sempre così negativa per gli esseri umani, perché permette lo sviluppo della creatività, del pensiero e delle riflessioni profonde. Vi porta alla consapevolezza della vostra inutilità su questa terra.

Alla fine qualcuno doveva pur dirvelo, la conoscenza rende liberi. E non sto affatto parlando di me sapete? Cosa credete, che sappia parlare solo del sottoscritto? Che sia anche io un narcisista come il vecchio Giovanni Barbagianni che mi ha fatto visita l’ultima volta?
Tse, sto parlando di Jean-Paul. Apritelo un libro ogni tanto, così, per vedere che effetto fa.
J-P viene a trovarmi spesso ultimamente, probabilmente si annoia pure lui. È un po’ difficile parlare con lui, visto che potrebbe contemporaneamente contemplare alba e tramonto se solo avvenissero nello stesso momento. Il suo strabismo è una caratteristica cui bisogna abituarsi, visto che per essere un umano dice cose interessanti. Ci vuole un po’ di pratica ma una volta capito il meccanismo potrete godervi i suoi discorsi sulla noia. Sempre che non attacchi con il racconto di quando rifiutò il Nobel, quella storia l’ho già sentita un milione di volte.
È uno dei più grandi intellettuali del ‘900, senza ombra di dubbio, e ha avuto una grande influenza sia dal punto di vista letterario che da quello politico, sia filosoficamente parlando sia artisticamente. È riuscito a modificare il modo in cui la borghesia parigina pensava all’inizio del secolo. Il fatto che fosse ateo gli ha permesso di non farsi illusioni sull’esistenza umana, che comunque non sempre ha uno scopo che sta all’uomo trovare ma potrebbe anche non esistere affatto. Infatti è uno dei maggiori esponenti della corrente dell’esistenzialismo, insieme a Nietzsche, Kierkegaard e Dostoevskji. Infatti, a riprova di quanto appena detto, uno dei suoi scritti più famosi è “La nausea”, che vede protagonista un trentenne solo, che grazie a questo scopre che è l'uomo a dare costantemente un senso alla propria esistenza. Questa consapevolezza lo porta ad esser nauseato di sé stesso e del mondo circostante, in quanto il suo scopo non nobile e alto.
Che poi alla fine l’esistenzialismo ateo dice sostanzialmente che la vita fa schifo. Un branco di depressi che però almeno sanno scrivere.
Se fossi umano in realtà anche io sarei depresso: avete tante di quelle cose per cui sentirvi tristi delle vostre vite che questo pensiero mi permette di superare tranquillamente la mia noia felina e continuare la mia stupenda vita.
A volte alle sue visite si aggiunge Simone, e sentirli parlare può diventare esilarante. Avete mai visto due esistenzialisti con una relazione disquisire del meteo? Dovreste avere questo dono, anche se non ve lo meritate e forse nemmeno lo capireste.
Detto fra noi, forse la loro visione depressa sul “mondo che fa schifo” è un po’ eccessiva, nel senso che sono loro stessi a infilarsi in situazioni che poi ti fanno arrivare a questa conclusione: sono una coppia ma si dilettano anche con altri perché tanto il mondo fa schifo. Ragazzi, forse se vi impegnaste un po’ di più nel vostro nobile ed alto scopo di vita il mondo non sarebbe poi così male. Solo un consiglio, poi vedete voi.
Vi confesso però che scrivere questo adorabile post mi è venuto a noia, tanto per restare in tema con l’argomento, quindi tanti saluti che ho un mucchio di cose da fare. Continuate ad annoiarvi da soli.
Alla prossima.
Zucca🐾

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