venerdì 2 novembre 2018

Horror - Capitolo 3




Buongiorno lettori.
Oggi torniamo con un autore già citato e recensito un paio di volte. Lui è il re dell’horror e stiamo parlando proprio di lui: Stephen King è tornato ospite sul nostro blog, con un altro libro horror, questa volta dal titolo “Cose preziose”. 
Edito nel 1991 da questo romanzo è stato tratto un film, uscito nel 1993, solo due anni dopo la pubblicazione. Non sapevo di questa trasposizione cinematografica ma potrebbe essere un buono spunto per un post della serie “Mai giudicare un libro dal suo film…e viceversa”.
Partiamo subito sottolineando che Stephen King è un po’ una garanzia nel suo genere: quando vuoi leggere un horror e vuoi allo stesso tempo andare sul sicuro, è il primo, o comunque è tra i primi nomi che saltano alla mente. E se da un lato questo aspetto è positivo, dall’altro rischia però di diventare pericoloso. Infatti, quando si sa di poter contare sulle capacità di uno scrittore, l’aspettativa nei suoi confronti cresce di libro in libro, di racconto in racconto, come se il fatto che sia bravo garantisca che la storia successiva sia sempre migliore della precedente. Ed è pericoloso perché se così non è la fiducia che si era riposta nell’autore tende a scemare.
Devo ammettere di essere rimasta un po’ delusa da questo romanzo, e non per la storia che è interessante, ma per la quantità di approfondimenti che King ha deciso di inserire. Cercherò di essere chiara ed esaustiva. Il libro si compone di più di 700 pagine e l’azione vera e propria comincia a partire, anche se molto al rallentatore, a partire da metà libro circa. Il culmine viene raggiunto negli ultimi 4/5 capitoli. Tutto quello che viene raccontato prima non è altro che una preparazione, una spiegazione preventiva per poter arrivare a connettere i vari ingranaggi una volta che la ruota ha iniziato a girare. E nonostante si debba ammettere, e questo gli va riconosciuto senza ombra di dubbio, che sia scritto benissimo, con una cura del dettaglio quasi maniacale e con una complessità di trama non indifferente, non sono riuscita a leggerlo tutto insieme.
Diversamente da come avevo fatto per “Le notti di Salem”, che ho divorato senza riuscire a staccare gli occhi dalle pagine, senza riuscire a staccare la mente dalla trama, questa volta la lunga preparazione mi ha portato ad una fase di sfinimento che mi ha costretto ad interrompere la lettura a circa metà romanzo e dedicarmi alla lettura di altri libri (quattro per la precisione) che mi hanno permesso di riprendermi. La lettura andava a rilento, avevo ben poco tempo da dedicare alla lettura e i post dovevano essere pubblicati. Per questo mi sono dedicata ad altro, e nel mese di agosto, con un mese a disposizione sono riuscita a terminarlo.
La trama narra di Castle Rock, una cittadina già utilizzata in altri suoi romanzi, in cui apre un nuovo negozio dal nome ripreso anche nel titolo “Cose preziose”, gestito dal signor Gaunt, che sembra vendere ciò che le persone desiderano di più, a prezzi del tutto accessibili. Ma chiaramente il denaro non sarà l’unico pagamento necessario.
In alcuni passaggi di trama ed in alcuni aspetti dei personaggi, sono riuscita a rivedere sia i personaggi del precedente romanzo “Le notti di Salem” sia la trama di base. Sarà perché è una storia horror e gli antagonisti sono personaggi paranormali, ma mi è sembrato abbastanza simile.
Tra i personaggi mi è piaciuto molto lo sceriffo, che segnato da una tragica storia si trascina avanti un passo alla volta, ma anche Polly, la proprietaria di un negozio affetta da una grave forma di artrite. Infine ho apprezzato Nettie, l’aiutante e in parte governante di Polly. Alcuni personaggi sono invece risultati molto fastidiosi e insulsi, i tipici personaggi campagnoli e ignoranti che infastidiscono ogni volta che aprono bocca.
Dello stile non ho nulla da dire se non che è il classico stile alla Stephen King (ma va?) anche se non ho apprezzato la volgarità del linguaggio in alcuni spezzoni. È una volgarità che serve a inquadrare alcuni personaggi e a renderli volutamente spiacevoli, perché è questo l’effetto che l’autore voleva trasmettere descrivendoli. E senza dubbio l’’utilizzo di questo linguaggio ha condotto all’obiettivo. Ma mi ha comunque urtato.
Non credo di avere molto altro da dire, se non che “Maledetto che non sei altro, come hai potuto far morire il cane?”, e non aggiungo altro così evito gli spoiler. Ma chi lo ha letto sa sicuramente di cosa parlo.
Quindi giungendo alle conclusioni: lo consiglio?
No, o meglio, se siete fan del genere e dell’autore e ancora non lo avete letto, ve lo consiglio, ma se volete solo provare a leggere qualcosa di Stephen King allora vi suggerisco “Le notti di Salem”. E se invece volete scoprire le capacità di scrittura dell’autore leggete “Cose preziose”, ma non vi addormentate sulle pagine. Lettore avvisato, mezzo salvato!
Alla prossima.
-Pearl

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