mercoledì 31 ottobre 2018

HALLOWEEN - BOOKTAG DELL’ORRORE (letterario)



Buongiorno a tutti popolo di lettori.
Quest'anno per Halloween abbiamo pensato di creare un post ad hoc e scrivere da noi le domande di questo Booktag dell'orrore letterario. Infatti si concentra soprattutto sugli orrori della letteratura secondo noi invece che sui libri dell'orrore.

Sono tutte risposte soggettive, e ci piacerebbe sapere cosa rispondereste voi.
Dunque se vi interessa farlo e vi va di condividere con noi i vostri pensieri taggateci o mandateci il link.
Buona lettura e buon Halloween a tutti!!!


1.  FANTASMA – Un libro che ti ha spaventato talmente tanto da farti desiderare di non averlo mai letto.
Liù: Difficilmente mi spaventano i libri e nel caso in cui lo fanno, difficilmente la trovo una cosa negativa tanto da desiderare di non averlo mai letto. Se mi spaventano, di solito, è perché hanno l’intento di spaventare e se ci riescono, a rigor di logica, dovrei considerarle delle opere ben riuscite.
Diciamo che quello che si avvicina di più potrebbe essere “V.M. 18”, di Isabella Santacroce, che infatti non ho mai finito. Le prime pagine erano bastate a inorridirmi. Non so se  questo tipo di “spavento” possa calzare proprio a pennello, ma direi che più o meno ci siamo.
Pearl: La prima volta che mi è successo ero piccola, avevo sì e no 11 anni e sono rimasta terrorizzata da alcune storie dell’orrore che mia cugina mi raccontava, per il gusto del brivido. Vi ricordate i vostri 11 anni? Quando vorreste essere grandi e per accelerare il processo fate stupidamente cose da grandi, come leggere racconti terrificanti o guardare film horror vietati ai minori di 14 anni? Ecco, mia cugina mi lesse, tra i vari racconti, “Il gatto nero” di Edgar Allan Poe. Io avevo già un turbamento personale nei confronti dei gatti, che mi terrorizzavano già naturalmente, e questo racconto non fece altro che darmi incubi e farmi scattare ad ogni minimo rumore. Certo ora dei gatti non ho più paura, anzi, li preferisco ai cani, ho addirittura un gatto nero, e ho letto molti racconti del signor Poe, tra cui nuovamente il gatto nero, ma l’unico altro libro che mi ha terrorizzato è stato “La società dei gatti assassini” che in realtà non ho mai finito di leggere. Prima o poi però lo farò.

2.  ZOMBIE – Un libro che a cui sei riuscito a sfuggire scappando di corsa.
L: Decisamente “Cinquanta sfumature di grigio”. Ne parlavano tutti, sapevo che era diventato un best seller e non avevo idea di che cosa parlasse. Mi hanno anche prestato il secondo volume, che ovviamente ho lasciato perdere dopo pochissimo.
P:Twilight. So che lo hanno letto tutti, o metto tutte le ragazze della mia età e anche quelle più giovani. Ricordo che insieme a Liù lo comprammo in regalo ad una amica comune perché leggendo la trama ci era sembrato interessante. (Orrore. Diciassettenni con gli ormoni a mille!) In realtà poi non l’ho mai letto e non ho mai visto i film, quindi in realtà tutto ciò che so sulla saga è un sentito dire, informazioni ricavate da parodie e recensioni. E tutto ciò non ha fatto altro che spingermi a correre sempre più veloce. E no, non sento il bisogno di leggerlo e colmare questo buco nella letteratura per ragazzi. Mi accontento di quello che già so, grazie.

3. VAMPIRO – Un libro che sembrava affascinante ma che alla luce del sole si è trasformato in polvere.
L: Se consideriamo la luce del sole come “l’età della ragione”, direi che “Twilight” calza a pennello. Da adolescente mi sembrava il capolavoro del secolo, ebbene si, lo ammetto! Poi è subentrato un minimo di senso critico nel mio cervello e ho iniziato a vedere la Meyer con occhi nuovi.
P: Mi dispiace inserirlo qui, perché non è un libro brutto in sé, anzi ne avevo sempre sentito parlare molto bene. Mi era stato consigliato da diverse persone ma non è stato possibile per me portarlo a termine con facilità. Mi sono dovuta impegnare al massimo, raccogliere la concentrazione, ho dovuto abbandonarlo, leggere altro e poi ritornare. Sto parlando de “Il vecchio e il mare” di Hemingway. Non so perché, non mi ha preso la storia, mi ha annoiato il suo stile di scrittura e quindi mi sono ritrovata a non volerlo sentire nemmeno più nominare. E le persone che con tanto d’occhi dicono “Ma è Hemingway!”. Eh ma che vi posso dire? Non mi è piaciuto.

4.  LICANTROPO – Una saga iniziata bene ma che con la luna piena si è trasformata in un concentrato di trash/bruttezza.
L: Sono stata fortunata con le saghe. Se non si sono dimostrate belle fin dall’inizio, quanto meno hanno dimostrato lo stesso grado qualitativo in seguito. Probabilmente la sola ed unica eccezione è stata Diana Gabaldon, perché pur essendo ormai al millesimo volume non ce n’è ancora stato nessuno che abbia mai superato il primo. Però c’è anche da considerare, come ormai chi legge le mie recensioni saprà molto bene, che “La straniera” è comunque trash dal principio. Ti fa scoprire continue gradazioni di trash, ma resta il fatto che parte così da subito.
P: Purtroppo non leggo molte saghe, o meglio, le saghe che ho letto nel tempo mi sono piaciute tutte. Questo perché se il primo libro non mi convince allora non proseguo nella lettura, mollo semplicemente e vado alla ricerca di altro. Le saghe brutte che mi vengono in mente sono, per me, brutte fin dall’inizio. L’unica che non ho terminato ma ho semplicemente abbandonato dopo il secondo libro è stata la saga di Paolini, “Eragon”. Ricordo di aver letto il primo libro in pochissimo tempo e di essere corsa a cercare il secondo volume. Il terzo non era ancora uscito, o non l’avevo trovato, e nell’attesa è uscito il film. Il film è in effetti un concentrato di trash e bruttezza. Per la delusione ho abbandonato tutto e non ho più letto la fine. Proprio cancellata completamente.

5. STREGA – Un libro brutto che però ti è piaciuto, anche se ti costa ammetterlo.
L: Posso rispondere con gli stessi romanzi delle ultime due domande: “Twilight”, perché l’adolescente che sono stata, in fin dei conti,
c’è stata ed è giusto che non vada nascosta e “La straniera”. D’altro canto va comunque citata, perché il bisogno di trash che è in me attualmente, non va negato.
P: Ok, non so dirvi se mi piace ancora, perché non lo leggo da quando avevo 14 anni, forse addirittura meno, ma so per certo di averlo preso due volte nel giro di un anno e quindi mi doveva essere piaciuto per forza, e parlo di “Un ragazzo per due” della collana Batticuore. Non so se ne avete sentito parlare ma se eravate adolescenti o preadolescenti negli anni ’90 sono certa che sapete di cosa io stia parlando. Praticamente una collana Harmony in versione soft per le ragazzine. Mi costa ammetterlo? Tantissimo anche perché questo non è l’unico libro di questa collana che ho preso più di una volta, ho scelto questo solo perché aveva un titolo un po’ più trash degli altri.

6. DEMONE – Un libro che hai esorcizzato: non piaceva a nessuno ma lo hai apprezzato.
L: “I promessi sposi”. Non è il mio genere, rivendicherò sempre il mio diritto a criticarlo e a criticarne la suprema lentezza, perché tra me e Manzoni è giusto così, ma non si può negare la portata di un’opera simile. So che nessuno l’ha mai apprezzata, non negate cari miei, lo so! Anche voi siete stati costretti a studiarla e ad ogni onda di dovizia di particolari vi veniva voglia di farvi rimandare a Settembre, lo ben so! Ma c’è della grandezza nei personaggi umili di questo romanzo e tanti, tantissimi significati importanti; sfaccettature ed ombre in ogni singolo personaggio, ognuno con una storia personale e un carattere vivido, importante. Diciamo che me lo sono auto-esorcizzato.
P: Ho trovato questo titolo in tantissimi blog che, se non lo etichettano come brutto in sé lo definiscono quasi sempre come noioso: “Cent’anni di solitudine”. Sì, è lento. Marquez ha un modo di scrivere molto particolare ma la lentezza del racconto non è per me minimamente paragonabile ad altri libri che mi hanno richiesto molto più tempo di lettura a fronte di molte meno pagine da leggere (vedi ad esempio “Il vecchio e il mare” di poco fa). Ho quasi sempre sentito parlare di questa opera dell’autore colombiano in termini di “bello ma…”, alla fine c’era sempre un ma. Mentre invece io questo ma non esiste, anzi lo girerei al contrario: si è lento, sì è lungo, sì confonde ripetendo gli stessi nomi, sì ha uno stile particolare, ma è un capolavoro.

7.  I FRATELLI WINCHESTER – Il duo di scrittori che ti ha salvato la vita dai mostri, o semplicemente la giornata. (Sì prima o poi ci faremo una vita...)
L: Sono letteralmente cresciuta con J.K. Rowling, quindi una dei due dev’essere per forza lei. Per completare un duo che spacca davvero resto in Inghilterra e nomino Shakespeare, il quale mi ha salvato la vita in mille modi diversi.
P: Se leggete il nostro blog e ci conosciete almeno un po’ saprete già la risposta a questa domanda, perché è sempre la stessa: ovviamente Terry Pratchett e Neil Gaiman. Non c’è niente da fare, quando ho una giornata no mi basta leggere anche solo un capitolo di “Buona apocalisse a tutti” e la giornata si risolleva, tornano i colori, i profumi e l’allegria. Duo magico.

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