martedì 9 ottobre 2018

Librixia 2018 - Un salto alla fiera del libro di Brescia



Buongiorno, lettori.
Oggi scriviamo un post straordinario per Librixia 2018, ovvero la fiera del libro di Brescia, altresì detta: “la fiera del libro più piccola al mondo”, che si è svolta da sabato 29 settembre a domenica 7 ottobre e che per ben nove giorni ha occupato una delle piazze più centrali della città: piazza Vittoria.


Il sindaco Emilio Del Bono ha personalmente presentato l’evento qualche giorno prima, venerdì 21 settembre, nel Salone Vanvitelliano nel Palazzo della Loggia. Con lui abbiamo visto Carlo Cottarelli, presentatore della sua stessa opera “I sette peccati capitali dell’economia italiana”.
Dunque si, anche quest’anno Brescia ha voluto prendersi il suo piccolo posticino nel panorama letterario del nord Italia.
Aspettando la fiera del libro di Torino da un lato e quella di Milano dall’altro, tra i “portici di carta” del capoluogo piemontese che in questi giorni offrono una vera e propria libreria a bancarelle per le strade della città e gli innumerevoli eventi culturali di cui il capoluogo lombardo, ogni anno, si fa portavoce, ci siamo anche noi. Minuscoli, piccini picciò, ma ci siamo.
Noi de “Il carattere mobile” abbiamo fatto una capatina per raccontarvela un po’.
È chiaro che Brescia non è abituata al fervore artistico-culturale di città più grandi e famose. Pur essendo un peccato, considerati gli importanti e bellissimi siti artistici che offre, è anche chiaro che al bresciano medio, di certe cose, gli interessa pochissimo. Questa considerazione era già stata fatta la volta precedente, in occasione di Librixia 2017, sulla quale avevo scritto un post in cui fra le altre cose, riuscivo anche a raccontare un po’ del clima che si può respirare per le strade del centro storico della mia città. Vi sintetizzo la cosa: non è sempre un clima piacevole, ma c’è del buono se lo si riesce a trovare… Molto in fondo… Lentamente… Ogni tanto si trova.
Sono contenta che il comune insista su questo tipo di eventi, ma risulta abbastanza ovvio che se vi aspettate un evento in stile salone del libro di Torino, Brescia non è esattamente il posto giusto. A maggior ragione quest’anno, dove non sono riuscita a trovare lo stesso clima dell’edizione precedente. A dire il vero, a parte due capannoni in piazza Vittoria, non sono riuscita a trovare proprio nulla.
Piazza Arnaldo, che per chi conosce Brescia è storicamente considerato il versante “cool” del centro storico, aveva allestiti degli stands, che però Mercoledì 3 Ottobre (a fiera iniziata da cinque giorni) non erano ancora aperti al pubblico e quindi non sono potuta entrare nella piazza, ho dovuto fare il giro dell’oca. Probabilmente l’oca in questione sono risultata io, visto che ancora oggi non ho ben capito se i lavori che ho scorto sul confine fossero da attribuire alla fiera del libro, o se invece piazza Arnaldo fosse destinata a un altro evento; quel che è certo è che i funzionari messi a monitorare la situazione non parevano molto preparati nel dare particolari spiegazioni.
Comunque ben venga ciò che ho trovato in piazza Vittoria, vero cuore della fiera… E anche unico organo, oserei dire, visto che al di fuori della suddetta piazza non ho trovato nient’altro.
È proprio qui che si districavano sia il capannone maggiore, dedicato alle bancarelle sia il capannone minore, cioè l’area meeting usata per le conferenze. Su queste ultime, per fortuna, abbiamo avuto grandi contenuti e ospiti di tutto rispetto: Lella Costa, Bianca Pitzorno, Paolo Giordano, Samantha Cristoforetti, Michela Murgia. Solo per dirne alcuni!
Ogni giorno della fiera è stato ricco di ospiti interessanti e posso dire con una certa sicurezza che sia stato anche l’aspetto della fiera gestito meglio.
Tra le bancarelle non sono riuscita a trovare molto di interessante. Le bancarelle con libri nuovi presentavano molto bene le più grandi, famose e importanti case editrici del paese, senza accenni particolari a quelle indipendenti, o di minore fama; forse le edizioni Paoline avevano uno spazietto da considerare, ma ciò che ho visto non è stato molto.
I libri in vendita fra i nuovi avrei potuto trovarli allo stesso prezzo in qualsiasi giorno dell’anno e in qualsiasi libreria della città, o addirittura a prezzi di poco inferiori su alcuni siti internet. E del resto, fra i libri usati, niente mi ha tentato abbastanza da comprarne a bassissimo prezzo, per cui devo ammettere che non mi sono entusiasmata molto. Direi che non mi sono entusiasmata per niente, se non avessi notato alcuni scatoloni a inizio capannone, che invitavano i visitatori della fiera a regalare libri usati; un’ottima iniziativa e una magra consolazione, ma pur sempre una consolazione.
Con tutto ciò non intendo dire che “Librixia 2018” avrebbe fatto meglio a non essere organizzata. Sono la prima a promuovere e ad approvare eventi di questo tipo, ma mi rifiuto di credere che la città di Brescia, nelle vesti dell’ANCos, dell’Agrobresciano, del comune stesso così come degli stessi cittadini, non possa fare, non debba fare di meglio in ambito culturale.
Mi rendo perfettamente conto che essendo un evento ancora molto giovane, non viene rimpinguato a livello economico quanto meriterebbe e immagino che con i fondi dedicategli si sia fatto veramente un buon lavoro. Tuttavia continuo a sperare in un sempre maggior rinnovamento di edizione in edizione, anno dopo anno, buttando magari un occhio a case editrici minori e che meritano il giusto spazio.
Librixia è di certo un’ottima occasione culturale, per Brescia e per i bresciani. Essendo a cadenza annuale, com’è giusto che sia, non va persa ne sprecata.
Auspico e spero un rinnovamento, un miglioramento e una botta forte per i prossimi anni e nonostante la delusione voglio dare ancora una volta fiducia alla mia città, che se saprà avere occhio per le giuste cose, buoni contenuti e grande umiltà, proprio com’è l’anima dei bresciani, sarà in grado di migliorarsi continuamente.
Detto ciò, vi auguro buona serata e buone letture.
Alla prossima, lettori!

-Liù

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